A Rancate si va sul… sicuro

A Rancate si va sul… sicuro

Da laRegione | Stanziato quasi un milione a copertura del servizio di sicurezza al Centro temporaneo migranti – Il Cantone ha già assegnato l’incarico (dietro concorso) alla Securitas. Ci si prepara a fronteggiare i flussi sino al prossimo ottobre.

Al Dipartimento delle istituzioni (Di) si monitora la situazione giorno per giorno. Al Centro unico temporaneo di Rancate, operativo dall’agosto scorso, negli ultimi tempi le presenze sono passate, infatti, da poche unità a qualche decina. Da Berna, del resto, le previsioni sono chiare: alla frontiera sud ci si deve aspettare l’arrivo di flussi migratori pari, almeno, a quelli registrati nel 2016. Occorre farsi trovare pronti. Una necessità dichiarata dal governo cantonale. Che ha cominciato a prendere le sue contromisure. Così ieri è arrivato il via libera a un credito di poco meno di un milione – si parla di circa 952mila franchi – a copertura delle spese per il servizio di sicurezza che sarà garantito all’interno della struttura da oggi all’ottobre prossimo. Un servizio che sarà commissionato alla Securitas. Di fatto si tratta di una conferma: la ditta aveva già assicurato la sorveglianza a Rancate, oltre a essere referente per i punti di accoglienza della Protezione civile del Mendrisiotto. Il Cantone, in effetti, ha già assegnato in via ufficiale il mandato. E l’impressione è che si sia voluti andare sul… sicuro. Un incarico affidato dietro concorso pubblico: il bando era stato pubblicato a inizio gennaio, raccogliendo tre candidature, tutte, si tiene a precisare da Palazzo delle Orsoline, in linea con i criteri stabiliti. Inutile dire che questa decisione del Consiglio di Stato giunge sulla scia del ‘caso Argo 1’. Ciò ha portato a irrigidire i parametri di scelta? «Li avevamo già irrigiditi in precedenza – ci fa notare il direttore del Di Norman Gobbi –. Nell’ambito del mandato diretto avevamo fissato gli aspetti richiesti, ad esempio quanto a esperienza nella gestione dei migranti – qui in situazione disagiata – in strutture simili, organizzazione e rispetto del contratto collettivo di lavoro. All’epoca si trattava di una situazione di urgenza, vedendo in seguito la necessità di strutturare l’attività 2017, si è proceduto con il concorso pubblico».

‘Qui si sono seguite le procedure’

Insomma, nella prassi quello di Rancate e quanto emerso di recente non sono casi sovrapponibili. «La gestione è stata completamente diversa: le formalità e le procedure sono state seguite», ribadisce il ministro. D’altro canto, nel Centro ci si trova a tu per tu con persone considerate su suolo svizzero irregolarmente e che, dunque, attendono di essere riammesse in Italia attraverso un iter semplificato. Di conseguenza serve un dispositivo ad hoc, flessibilità e reattività in base ai flussi. A questo proposito, quando si prevede ci si ritroverà confrontati con arrivi importanti al confine? «Già in questi giorni ricevo quotidianamente le informazioni sul numero di persone che pernottano al Centro di Rancate – ci illustra Gobbi –. E pur in modo empirico si nota come vi sia un incremento in questi ultimi tempi, in particolare rispetto a febbraio. Anche le cifre delle Guardie di confine sulle entrate illegali in due mesi sono triplicate. Ciò dà già un chiaro segnale sulla presenza di diverse persone che vanno gestite con questa procedura. Per esemplificare, a Rancate si passa dalle 6-10 alle 20-30 unità». Cantone e Confederazione su questo fronte si sanno muovendo di concerto. Una intesa che appare definita pure dal profilo finanziario: le trattative sono aperte. Obiettivo, staccare una copertura alla pari (al 50 per cento) dei costi globali. Una divisione a metà, così come era accaduto nel momento di attivare la struttura. A conti fatti, da agosto 2016 a ottobre 2017, la sicurezza peserà sui bilanci, si stima, per oltre 1,8 milioni di franchi. «Il ruolo e l’attività che stiamo svolgendo – tiene a sottolineare il capodipartimento –è a beneficio della Confederazione e pure degli altri Cantoni. Stiamo lavorando su più tavoli proprio perché è una situazione nuova e che perdura, come vediamo da queste cifre di inizio anno. Quindi l’impegno della Confederazione – ribadisce Gobbi – deve esserci. D’altro canto, come detto stiamo svolgendo un compito congiunto nell’ambito della riammissione semplificata. In tal senso anche i costi operativi che ne derivano vanno ripartiti».

(Articolo di Daniela Carugati)

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