“Allentamento non significa fine dei controlli”

“Allentamento non significa fine dei controlli”

Da www.ticinonews.ch

Oggi in conferenza stampa Karin Keller-Sutter ha parlato di un progressivo allentamento delle misure alle frontiere a partire dall’11 maggio. La Consigliera federale ha inoltre spiegato che sulla questione della riapertura dei valichi secondari ci sarà un dialogo con i Cantoni. Norman Gobbi, Direttore del dipartimento delle Istituzioni, è intervenuto al TG Speciale di Teleticino per esprimersi in merito.

Com’è la situazione alle frontiere?
Siamo in contatto regolare con le regioni Lombardia e Piemonte per capire quali sono le necessità dei nostri sindaci e di quelli al di là della frontiera. Il messaggio importante è che i controlli alla frontiera rimangono, dall’11 maggio non si abbassano le barriere di protezione e non significa che le frontiere vengono aperte, ma che vengono aperte di concerto con le autorità cantonali e con le necessità degli allentamenti in ambito economico. Non saranno inoltre rilasciati nuovi permessi in questa fase perché bisogna tutelare l’economia ed essa lavora ancora a regime ridotto.

Quindi i valichi secondari verranno riaperti, o solo in parte?
Dobbiamo attendere la decisione del direttore dell’Amministrazione federale delle dogane, il signor Boch, che ha detto che dovrà discuterne sia con i Cantoni che con i Paesi limitrofi. Nel nostro caso con l’Italia, che comunque presenta limitazioni di movimento molto maggiori delle nostre anche nel caso delle mobilità interna, tantopiù sulla frontiera. Il dialogo avviene comunque tramite lo Stato maggiore cantonale di condotta in cui sono inserite le guardie di confine.

Vediamo che ormai c’è un allentamento generale e una ripresa delle attività economiche. Qualcuno si chiede se stiamo correndo troppo. Lei cosa ne pensa?
Noi la trincea l’abbiamo vissuta, altri cantoni no. Abbiamo vissuto una progressiva limitazione delle libertà, economiche e individuali, quindi anche in fase d’allentamento il messaggio principale è la prudenza. Le aperture sono comunque prudenti, visto che non si apre tutto e quando si apre lo si fa solo con un piano di protezione a disposizione, sia dei lavoratori che dei clienti. Chiaramente bisogna continuare a restare prudenti nei nostri comportamenti individuali ma anche nel quadri responsabili di attività economiche o ricreative.

Questione delle scuole: Berset ha dimostrato una certa apertura, spiegando che sono i cantoni a dover decidere come applicare le direttive. Lei cosa ne dice?
L’autonomia dei cantoni è un elemento fondamentale del nostro sistema federalista e l’educazione pubblica è uno di quei baluardi in cui i cantoni hanno dovuto sì coordinarsi ma in cui rimane comunque la sovranità, come nel settore delle autorità di polizia. In Consiglio di Stato si determinerà nelle prossime ore.