Chiarimenti in vista in Governo

Chiarimenti in vista in Governo

Da Cdt.ch l L’uscita di Norman Gobbi sulle trattative tra Svizzera e Italia non ha fatto l’unanimità, e Bertoli chiede un incontro – Le reazioni

Al presidente del Governo Norman Gobbi le trattative tra Svizzera e Italia non piacciono per nulla, al punto che sarebbe fin meglio rovesciare il tavolo e tagliare i ponti tra Berna e Roma (vedi suggeriti). Le dichiarazioni hanno innescato reazioni a raffica. La questione non mancherà di animare la prossima seduta del Consiglio di Stato. Gobbi si è espresso a titolo personale o come presidente rappresentando anche i colleghi? Ad eccezione di Claudio Zali che non ha voluto commentare, gli altri hanno detto di essere stati tenuti all’oscuro. Ma Gobbi taglia corto su quella che è destinata a diventare una polemica nella polemica: «Hanno fatto l’intervista al presidente, non al Governo».

A Manuele Bertoli (DECS) l’uscita è piaciuta però poco: «Ho appena inviato una e-mail ai colleghi dicendo che c’è bisogno di un chiarimento urgente all’interno del Governo perché il Ticino non può dare segnali contrastanti. Che ci sia un problema per l’accesso ai mercati italiani è chiaro, ma non è direttamente legato all’accordo sui frontalieri. Il Ticino non ha mai ipotizzato l’abbandono del negoziato e io non sono per nulla d’accordo; l’uscita pubblica è in controtendenza rispetto agli obiettivi primari della revisione dell’accordo vigente, di cui il Ticino è stato promotore».

Proseguiamo il giro di impressioni con Paolo Beltraminelli (DSS) che si limita a dire che «il tema delle trattative rimane controverso. Ma le dichiarazioni del collega andranno discusse in Governo». Anche Christian Vitta (DFE) fa sapere che «si tratta di dichiarazioni di Gobbi fatte a titolo personale, che avremo modo di discutere in Governo». Mentre Claudio Zali (DI) ci ha dichiarato: «Non ho niente da dire».

E dal Ticino passiamo a Berna, dove il portavoce del Dipartimento federale delle finanze Roland Meier, da noi interpellato, ha risposto in questi termini: «Il DFF (ndr. diretto da Eveline Widmer-Schlumpf, ha preso conoscenza dell’intervista ma non intende commentarne il contenuto». Dal canto suo Mario Tuor, portavoce del Segretariato di Stato per le questioni finanziarie internazionali ha dichiarato all’ATS che «le trattative avrebbero dovuto già concludersi a fine settembre. Ma l’Italia ha posticipato la chiusura dopo che il Ticino ha messo in atto la richiesta del casellario giudiziale anche ai frontalieri». Secondo Roma e Berna la misura è in contrasto con l’accordo di libera circolazione delle persone. «Il Ticino vuole tracciare un bilancio del provvedimento in ottobre, dal canto suo l’Italia vuole attendere la fine di questo processo prima di firmare» aggiunge Tuor. «Se il Ticino manterrà questa misura, la firma potrebbe essere messa in discussione» conclude il portavoce.

Veniamo alla presidente della deputazione ticinese alle Camere federali Marina Carobbio (PS): «Mi esprimo a titolo personale e dico che i negoziati non vanno abbandonati, c’è l’aspetto importante delle trattative fiscali, che è anche una misura per combattere il dumping salariale».

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