Combattiamo l’illegalità unendo le forze!

Combattiamo l’illegalità unendo le forze!

Dal Mattino della domenica | La scorsa settimana il Ticino ha accolto per la prima volta in Svizzera una conferenza dell’Interpol – l’organizzazione internazionale della polizia criminale – sul fenomeno della tratta di esseri umani. Un evento che ho fortemente voluto sul nostro territorio e che è stato organizzato con una collaborazione tra la nostra Polizia cantonale e la FedPol.

La tratta di essere umani è un fenomeno davanti al quale non possiamo rimanere indifferenti. Un fenomeno che tocca da vicino anche la nostra realtà. Un’opportunità – quella della conferenza – imperdibile per il nostro Cantone; ho insistito parecchio con le Autorità federali affinché l’evento si tenesse sulle rive del Ceresio, per dare l’opportunità a tutte le persone coinvolte – e parlo di partner internazionali – di toccare con mano la situazione del nostro Ticino. Inoltre, va evidenziato che sono momenti privilegiati per conoscere gli attori coinvolti e scambiare metodi di lavoro ed esperienze.

Ho avuto modo di ricordare a tutti i presenti – rappresentanti della Confederazioni compresi – che il nostro bel Cantone nel corso dell’estate è stato sotto i riflettori per l’ondata di migranti che sono giunti alla nostra frontiera. Non dobbiamo dimenticare che siamo la porta d’accesso alla Svizzera e al resto dell’Europa, un territorio di transito, per chi dal Mediterraneo vuole andare verso Nord.

Impossibile, come ho ribadito anche davanti alla Consigliera federale Simonetta Sommaruga, parlare di tratta di esseri umani senza fare nessun collegamento con i flussi migratori e la tratta di migranti. Due crimini connessi da uno stretto legame di parentela. Situazioni come la pressione migratoria che si è verificata al confine sud qualche mese fa, portano infatti con sé una copertura perfetta per le attività delle organizzazioni criminali.

Il Ticino, più di altri Cantoni svizzeri, fornisce purtroppo terreno fertile per attività criminali come quella dei passatori. Per i migranti che vogliono raggiungere i Paesi del Nord Europa il confine è visto come un ostacolo, da superare in ogni maniera, anche illegalmente. Ed è in questa situazione che entrano purtroppo in gioco i criminali che approfittano della povertà e della mancanza di prospettive di queste persone: un meccanismo tipico nella tratta di esseri umani.
Buona la collaborazione transfrontaliera

Grazie alla collaborazione tra il nostro Cantone, la Confederazione e le regioni italiane confinanti, sia in termini politici sia di coordinamento tra le forze dell’ordine, abbiamo garantito una gestione ottimale del flusso migratorio. Uno dei nostri obiettivi era anche quello di disincentivare la criminalità organizzata ad operare sul nostro territorio; in questo senso chi opera al fronte per la nostra sicurezza è riuscito a fermare alcuni passatori che stavano cercando di portare illegalmente alcune di queste persone oltre la frontiera. In casi come questi è determinante una solida collaborazione tra tutti gli attori coinvolti sia al di qua che al di là del confine. Un tema che non manco mai di discutere quando ho l’occasione di incontrare i miei partner politici di riferimento oltre Gottardo e negli altri Paesi per gli aspetti di sicurezza.
Una task force contro i passatori

Per far fronte alla problematica legata alla tratta di migranti ho voluto ricordare che il Ticino nel settembre del 2015 ha istituito – come prima nazionale – una Task Force dedicata alla lotta contro l’attività dei passatori. Il Gruppo Interforze Repressione Passatori è composto da rappresentanti della Polizia cantonale, della FedPol e del Corpo delle guardie di confine, e collabora con agenti delle Forze dell’ordine dei Paesi vicini, in particolare l’Italia e la Germania, in modo da disporre di personale competente, con molta esperienza nell’ambito della repressione dei passatori.

I risultati ottenuti, da settembre dello scorso anno fino ad oggi, sono soddisfacenti: una quindicina di inchieste preliminari e procedimenti penali contro delinquenti che trasportano migranti dall’Italia attraverso la Svizzera, fino in Germania.
Il Ticino non solo contro i passatori

Il nostro Cantone non si batte unicamente contro i passatori, ma negli anni ha sviluppato degli strumenti operativi contro le attività più infime dei criminali che sfruttano anche il flusso migratorio: tratta di essere umani, promovimento della prostituzione, usura e infrazione alla Legge federale sugli stranieri. Il Ticino ha istituito nel 2005 una sezione della sua Polizia cantonale, la TESEU, che si occupa prevalentemente di inchieste legate a queste attività criminali.

Davanti ai rappresentanti della sicurezza di altri Stati ho quindi ribadito che nel nostro Cantone ci stiamo adoperando per essere un partner affidabile, a livello nazionale e internazionale, nella lotta contro la tratta di esseri umani. È questo che porta a dei risultati: un lavoro serio e quotidiano, in collaborazione con la Confederazione e gli altri Paesi europei. Non sono di certo le azioni improvvisate e declamatorie che aiutano i migranti e tutte le altre vittime di questo crimine. Al contrario! Le azioni di questo tipo sono controproducenti e vanno a complicare il lavoro di coloro che contro questo fenomeno lavorano ogni giorno; azioni che – sottolineo ancora – servono quindi solo ad attirare l’attenzione dei media sugli autori e a impinguare una dubbia campagna politica. Ancora una volta grazie quindi a tutti gli agenti delle forze dell’ordine che si sono impegnati nel corso dell’estate e continuano a farlo quotidianamente per garantire la sicurezza non solo del nostro Cantone, ma di riflesso anche di tutta la Confederazione.

 

Norman Gobbi,
Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni

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