Discorso pronunciato in occasione dell’Assemblea della Federazione Ticinese delle Società di Tiro

Discorso pronunciato in occasione dell’Assemblea della Federazione Ticinese delle Società di Tiro

30 marzo 2019
– Fa stato il discorso orale –

Gentili signori, egregi signore,
Posso confessarvi che davanti a voi avete un Consigliere di Stato che si è tolto un bel peso dallo stomaco? Per il sottoscritto la recente decisione del Gran Consiglio, che ha accettato con soli tre astenuti il credito di oltre 6 milioni e mezzo di franchi per il concorso di architettura e progettazione del nuovo Centro polifunzionale d’istruzione e tiro del Monte Ceneri, rappresenta una vera e propria boccata d’aria buona.
Come quella che possiamo respirare qui in Lavizzara.
Dopo anni e anni di discussioni, nel 2012 ho ripreso in mano il dossier e con i miei funzionari, ma anche con molti di voi con cui ho avuto modo di collaborare, siamo riusciti pazientemente a trovare la via giusta per arrivare sin qui. Sino a questa decisione del Parlamento che getta la prima pietra – metaforicamente – per dare una casa degna e condivisa a tutti i tiratori del comparto del Luganese e del Bellinzonese. E non solo.
Come ben sapete il futuro stand coperto con le due gallerie per il tiro da 300 e 50 metri saprà rispondere convenientemente anche alle necessità di allenamento e formazione delle nostre forze dell’ordine, siano esse la Polizia cantonale o le Guardie di confine. E in più sarà inserito in un contesto – quello della Protezione civile che va ad affiancarsi al Militare – che dovrebbe diventare un centro di competenza con sinergie e prospettive in questo settore della difesa della popolazione. Perché al Ceneri la Protezione civile potrà disporre di spazi migliori per tutti i suoi compiti di istruzione e formazione, oltre a rifugi per 800 persone. Con la novità dell’inserimento di un’armeria gestita da privati, che potrà dare un valore aggiunto a tutto il complesso e ai suoi frequentatori.
Permettetemi dunque anche un pizzico di orgoglio nel ritrovarmi qui con voi. Con voi che condividete la passione per il tiro, e soprattutto l’amore per le tradizioni, per ciò che ha reso grande la Svizzera e che definisce la nostra identità e la nostra appartenenza a questo splendido Cantone, prima ancora che a questa splendida Nazione. Se il sì del Gran Consiglio allo stand del Ceneri è la prima pietra, non mi nascondo il lavoro che ancora manca per costruire l’intera “casa”. Intanto però ci mettiamo in tasca questa prima soddisfazione.
I prossimi mesi saranno comunque decisivi per l’impostazione corretta del concorso di architettura e poi per seguire i lavori di realizzazione. Ho voglia di proseguire questo mio impegno in questo specifico settore, e sono molto motivato – come ben vedete – a continuare a sostenere la vostra attività, anche se di fronte a una elezione come quella di domenica prossima non puoi mai dare nulla per scontato.
Così come non sarà scontato – anche se confido nella lungimiranza che il popolo svizzero ha sempre dimostrato – portare a casa il successo nella votazione federale del 19 maggio sulla revisione della Legge sulle armi. Qui penso che non debba convincere nessuno.
Non devo nemmeno qui ricordarvi quali saranno le conseguenze negative che una eventuale accettazione delle modifiche di legge avranno per le attività di tiro in generale.
A me preme soprattutto rivolgervi l’invito a volervi mobilitare in ogni vostro ambito di interesse per convincere più persone a votare no. È una giusta causa, lo sappiamo. Il terrorismo non lo si combatte con una misura di questo tipo, perché nessuna arma utilizzata in occasione di attentati terroristici proveniva da un regolare e legale acquisto.
E sarà così anche in futuro. Qui viene messa una museruola ai tiratori per soddisfare una richiesta che giunge dall’Unione europea, nei cui Stati le misure di controllo, ma soprattutto le tradizioni legate alle armi e in generale il controllo sociale, sono ben diversi dalle nostre e non sono altrettanto puntuali. Un’ingerenza bella e buona quella dell’Unione europea sulla nostra sovranità. Personalmente credo che di fronte a queste decisioni occorre avere un atteggiamento di sana resilienza. E dunque agire per un bene superiore, legato alla nostra sovranità nazionale.
Non saremo in molti – e lo vediamo in queste prime settimane di campagna sulla votazione del 19 maggio – ma sono sicuro che la nostra determinazione saprà convincere la popolazione sulla bontà della nostra posizione. Come detto, non credo che sarà facile.
E allora non posso che ripetere la mia richiesta alla vostra mobilitazione in questa circostanza. Anche in questa circostanza, perché ormai di battaglie assieme ne abbiamo già fatte tante. Voi sapete che potrete contare su di me.
Mi avvio alla fine di questo mio intervento, non senza rivolgere un appello a tutte le società di tiro e in particolare a quelle più piccole e ai loro responsabili. Piccole, ma di grande importanza per tutto il movimento e per la stessa Federazione. È per questo motivo che occorre garantire una attività di base per favorire il coinvolgimento dei tiratori. Con il futuro stand del Monte Ceneri si è voluto dimostrare una volta di più che il tiro è e sarà sempre un’attività sportiva e per il tempo libero – oltre che per soddisfare gli obblighi di servizio militare – di assoluta rilevanza nella nostra società ticinese.
Le piccole società rappresentano una sentinella, un referente importante sul territorio, un attrattore anche nei luoghi più periferici. Sono parte di una catena e senza di loro la catena nella migliore delle ipotesi si accorcia – facendo regredire tutto il movimento – e in quella peggiore si spezza. Ecco quindi che diventa essenziale tenere accese e vive queste sentinelle. Il mio Dipartimento e io personalmente siamo sempre a disposizione per sostenere le vostre attività. Lo abbiamo dimostrato in passato, in questi tempi recenti e lo faremo anche in futuro.
Il Gruppo di lavoro Tiro Ticino è l’esemplificazione di quanto detto. La sua costituzione ha voluto rimettere al centro tutti i problemi legati alle infrastrutture, alla logistica e all’attività del tiro per trovare soluzioni moderne, coordinate con tutti gli attori in gioco. Dal mio dipartimento come capo fila al dipartimento del territorio, per passare dai cacciatori, alle forze dell’ordine, sino a giungere alle società attive nel tiro sportivo. Un tavolo comune che sta dando ottimi risultati, se appena si pensa che anche il futuro stand coperto del Monte Ceneri rientra in questa logica, che vuole l’ottimizzazione delle risorse per il miglior svolgimento del tiro.
D’altra parte il Gruppo di lavoro “Tiro Ticino”, dopo aver proceduto alla mappatura di tutti i poligoni di tiro del nostro Cantone, sta lavorando per definire quali siano i poligoni principali e quali le misure necessarie in termini di investimenti per assicurare il loro corretto funzionamento nei prossimi decenni. Il tutto tenendo conto dei principali cambiamenti legislativi legati in particolare all’Ordinanza sull’impatto fonico e alla legge sul risanamento ambientale.
Sono ai saluti. Che vorrei fossero un arrivederci alla nuova e ormai vicina legislatura.
Per poter proseguire quanto sin qui fatto nel campo della sicurezza, della difesa della nostra autonomia, del rafforzamento dei Comuni e del miglioramento del nostro tessuto socio-economico, aspirando sempre a trovare risposte alle necessità dei ticinesi e della nostra economia.