Il peso della pandemia sui conti

Il peso della pandemia sui conti

Servizio all’interno dell’edizione di giovedì 1 ottobre 2020 de Il Quotidiano

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Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 2 ottobre 2020 de La Regione

“Ora responsabilità dalla politica”Annunciato, è arrivato. È un preventivo a tinte rosse, quasi bordeaux, quello per il 2021 del Canton Ticino. Il disavanzo d’esercizio calcolato è di 230,7 milioni di franchi. Il livello di guardia è alto, considerando come il 2020 dovrebbe già chiudersi in pesante rosso: 270 milioni di perdite, secondo il pre-consuntivo di agosto. E la preoccupazione del direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta è evidente: «La difficile situazione venutasi a creare si protrarrà e senza interventi correttivi attivi da parte della politica, evidentemente, avremo una perdita del controllo del disavanzo nei prossimi anni» dice in conferenza stampa. Perché «la ripartenza non sarà immediata, e purtroppo torniamo ad avere un autofinanziamento negativo: per finanziare le spese correnti in parte dovremo attingere al debito. Quello che ci preoccupa è l’evoluzione del capitale proprio. Nel 2019 eravamo tornati a creare un po’ di riserva, purtroppo con queste cifre avremo spazzato via il poco accumulato e creato un buco finanziario. E anche il debito pubblico conoscerà un’impennata, superando i 2 miliardi di franchi». Detta breve: «Stiamo ipotecando oggi riserve future».

Per quanto riguarda il 2021, Vitta annuncia che i conti «non permettono di rispettare il parametro riguardo al disavanzo annuo massimo possibile. Con i 230 milioni siamo oltre al limite posto a 173 milioni. Dovremo chiedere al parlamento una deroga del rispetto di questo vincolo, in quanto se avessimo dovuto rispettarlo avremmo dovuto presentare un preventivo, appunto, con un rosso di 173 milioni. Con una differenza di quasi 60 milioni. Come governo abbiamo dato priorità a ridurre i nuovi oneri e al non portare avanti un rientro di questo volume adesso».

Le note dolenti non si fermano al 2021. Perché il Consiglio di Stato ha varato anche il piano finanziario per il periodo 2022-2024, e – prosegue il direttore del Dfe – «purtroppo i dati a disposizione ci dicono che questo deficit attorno ai 250 milioni si confermerà nei prossimi anni. Una situazione di questo tipo ci deve preoccupare sul medio termine, se queste previsioni dovessero concretizzarsi arriveremmo a un capitale proprio negativo che supera il miliardo di franchi». E c’è un convitato di pietra in questo preventivo: i costi sociali. «Non abbiamo considerato un loro possibile aumento», dice Vitta. Anche perché quantificarli oggi è difficile. Ciò detto, «se la crisi dovesse farsi più acuta anche le spese subirebbero un maggiore aumento. Si sta aprendo un gap tra entrate e uscite che pesa sulle finanze del Cantone». Già, le entrate. Il gettito fiscale diminuirà sia per le persone fisiche sia per quelle giuridiche. Le preoccupazioni sono condivise da tutto il collegio, e il presidente del governo Norman Gobbi rileva che il momento «richiede da parte di tutti una presa di coscienza per capire che al di là della crisi sanitaria c’è una crisi di carattere economico e sociale. Sarà necessario agire di concerto tra governo e parlamento nell’ottica di trovare una risposta che sia solida come nella scorsa legislatura, quando è stata sanata la situazione finanziaria. Per far questo, intendiamo incontrare i partiti di governo per sensibilizzarli sulla gravità della situazione e per informare su quanto stiamo misurando sul fronte delle entrate e sulle uscite».