“L’apertura dei ristoranti ci ha colto di sorpresa”

“L’apertura dei ristoranti ci ha colto di sorpresa”

Da www.ticinonews.ch

Il direttore del DI ha chiesto chiarimenti a Berna in vista della riapertura degli esercizi pubblici l’11 maggio

In piena emergenza coronavirus il Consigliere di Stato Norman Gobbi aveva lanciato un appello in svizzero tedesco, esortando i confederati a non recarsi in Ticino per le vacanze di Pasqua. Ora, alla luce della conferenza stampa di ieri a Bellinzona con la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, durante la quale gli svizzero tedeschi sono stati invitati nuovamente a recarsi a Sud delle Alpi, i colleghi di Teletiicino hanno chiesto al ministro ticinese se questo ritorno di turisti lo preoccupa. 

“Già in queste settimane abbiamo visto un leggero aumento di traffico nord-sud da parte di confederati o privati che scendono in Ticino per occuparsi delle proprie proprietà, soprattutto case di vacanza” spiega Norman Gobbi. “Ora si tratta di gestire i mesi che arriveranno. Sarà importante che tutta l’offerta del Ticino possa accogliere il maggior numero di ospiti, ma nelle possibilità di questo numero e sempre nel rispetto delle distanze sociali e delle misure accresciute di igiene. Sarà importante aspettare quelle che saranno le disposizioni federali per l’ambito della ristorazione. Sappiamo che accanto all’alloggio, il Ticino è famoso per la propria gastronomia e accoglienza”.

Come vede questa accelerazione delle aperture dettata da Berna? “L’apertura degli esercizi pubblici ci ha colto di sorpresa poiché non era preventivata in questo momento, ma al mese di giugno. Come autorità cantonale, che è responsabile dei controlli, abbiamo sollevato diversi quesiti all’autorità federale proprio perché non c’è chiarezza. Abbiamo visto diverse incongruenze tra quanto dichiarato in conferenza stampa e quanto prodotto a livello di ordinanza federale. Abbiamo quindi chiesto questi chiarimenti poiché per riattivare gli esercizi pubblici è necessario un tempo di adeguamento e l’allestimento di singoli piani di protezione. E questo non si può fare dall’oggi al domani. Vogliamo evitare un crash, che ha un impatto dal punto di vista economico per chi opera nel settore e dal punto di vista della salute pubblica”.