Polizia e tutorie fra le priorità dei Comuni

Polizia e tutorie fra le priorità dei Comuni

Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 20 dicembre 2019 de La Regione

I due progetti di riforma sono i temi di discussione con il Dipartimento delle istituzioni

Il progetto ‘Polizia ticinese’ e la futura riorganizzazione del settore della protezione del minore e dell’adulto sono state al centro delle discussioni che il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi ha avuto con i rappresentanti dei 16 Comuni visitati negli ultimi mesi. «Un momento privilegiato di incontro per un aggiornamento reciproco sulle principali riforme e sui progetti in corso volti a ridefinire i flussi e i compiti tra i due livelli istituzionali», ha affermato Norman Gobbi durante un infopoint con la stampa.
Sia il tema della ‘Polizia ticinese’ (un progetto in divenire per definire meglio i rapporti di collaborazione tra la Cantonale e le varie Comunali), sia quello della riorganizzazione del settore tutele e curatele, a detta di Norman Gobbi hanno incontrato il favore delle autorità comunali. Per i Comuni, è emerso dagli incontri, è fondamentale precisare in modo chiaro e complementare ruoli e compiti in materia di sicurezza: al Comune i compiti di ‘prossimità’; al Cantone il coordinamento operativo e tutto ciò che esula dalla ‘prossimità’. Il cantiere polizia è ancora in corso, come è in corso quello di riorganizzazione delle Autorità regionali di protezione (Arp) anche se si intravvede la direzione in cui si andrà. Come è noto il Consiglio di Stato ha designato nei mesi scorsi un Gruppo di progetto con il compito di ridefinire ruolo e competenze delle strutture pubbliche che si occupano di protezione del minore e dell’adulto. L’intenzione è quella di arrivare a una sorta di cantonalizzazione delle attuali Arp (Autorità regionali di protezione) con uno sgravio finanziario per il Comuni interessati pari a una quindicina di milioni di franchi. Cifre ancora ipotetiche, comunque. Si parla però anche di un abbandono dell’attuale modello amministrativo per arrivarne a uno di tipo giudiziario. All’estero, infatti, le decisioni delle Arp non vengono riconosciute proprio in quanto autorità amministrative. Lo scorso 3 dicembre (cfr. laRegione) Frida Andreotti, capo della Divisione della giustizia del Dipartimento istituzioni, confermava che era allo studio l’istituzione di nuove Preture specializzate su tutto il territorio cantonale e un organo che le coordini. Entro gennaio i due modelli verranno sottoposti al governo.

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Servizio all’interno dell’edizione di giovedì 19 dicembre 2019 de Il Quotidiano

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