Prove generali di partecipazione

Prove generali di partecipazione

Un progetto dell’Associazione dei Comuni Svizzeri

Marzio Della Santa, Capo della Sezione degli enti locali del Canton Ticino

Sono trascorsi solo due mesi dal 4 febbraio, quando, a Lugano, è andato in scena il secondo appuntamento organizzato per favorire il dialogo tra il Cantone e tutti gli attori attivi nei Comuni ma non solo. Tra i presenti Consiglieri di Stato, Gran Consiglieri, Sindaci, Municipali, Consiglieri comunali, Segretari comunali, funzionari e tecnici comunali, responsabili di case di riposo e di istituti scolastici nonché funzionari cantonali. Un grande successo in termini di partecipazione, di interesse mediatico e soprattutto di contatti attivati grazie all’evento.

Mentre traduco su un foglio di word i ricordi di quel giorno, quando la nostra normalità era davvero ordinaria, non posso che rimanere sorpreso ancora una volta di quanto sia affascinante il nostro sistema democratico. Il motivo è presto detto: abbiamo la fortuna di vivere in un Paese dove i cittadini sono davvero la linfa vitale della democrazia elvetica. Ognuno ha l’opportunità di essere parte integrante del processo decisionale, dal livello locale a quello federale.

La partecipazione ai nostri giorni
Malgrado il privilegio che viviamo a livello di partecipazione democratica, una serie di fattori, tra cui la crisi dei partiti e della politica tradizionale, l’individualismo dilagante, come tendenza a svalutare gli interessi o le esigenze della collettività, e la forte evoluzione dei mezzi di informazione, hanno portato i cittadini ad allontanarsi dalle istituzioni pubbliche, creando un vero e proprio divario. Nel caso del Ticino, le aggregazioni comunali hanno accentuato ulteriormente questa distanza. Per un Comune, la partecipazione attiva dei propri cittadini è l’ingrediente senza il quale il piatto della democrazia risulterebbe insipido, di conseguenza gli enti locali hanno oggi più che mai bisogno dell’impegno attivo della propria popolazione. Ma non va pure dimenticato che la capacità di coinvolgerla nella vita politica locale rafforza la coesione sociale e promuove uno scambio di idee, di visioni tra popolazione e Comune utili all’intera collettività. Ci troviamo nel nucleo di un altro principio civile che ci caratterizza: la responsabilità individuale. Laddove vi è dialogo e coinvolgimento reale dei cittadini, questi si sentono presi sul serio dalle loro istituzioni locali e si identificano maggiormente con il proprio Comune di residenza; con questi presupposti diviene naturale e anche indispensabile per il cittadino partecipare ai processi decisionali con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita sua e della comunità in cui risiede. È quindi chiaro che un forte legame sociale tra le istituzioni pubbliche locali e i cittadini consente di forgiare positivamente la vita nel Comune e di influire sul suo sviluppo e la sua legittimità.

L’approfondimento della funzione democratica
«Come coinvolgere il cittadino nei processi decisionali?»: da questo quesito sono stati impostati i lavori del pomeriggio di studio. Abbiamo voluto avviare una serie di piste di riflessione per scoprire, insieme a chi nei Comuni lavora, quella che mi piace definire la funzione democratica del Comune, ovvero «l’insieme delle pratiche che servono a coinvolgere i cittadini della collettività locale, attivandoli con ruoli e responsabilità diversi nel processo decisionale, portandoli a realizzare una politica locale». Negli altri tre seminari sono state discusse e approfondite le altre tre funzioni del Comune: quella politica, quella comunitaria e quella legata all’erogazione dei servizi.

Le conclusioni
Gli spunti emersi sono davvero interessanti. Anzitutto, si è percepito il bisogno di coinvolgere la popolazione nel processo decisionale, sin dalle sue fasi iniziali. Nella pratica questo come si potrebbe tradurre? Se un Comune promuove un progetto per la realizzazione di un nuovo istituto scolastico, uno degli edifici più simbolici per la comunità locale, che tocca molti cittadini da vicino, è bene che li coinvolga sin da subito. Come farlo? Presentando loro gli intenti, cercando di cogliere le aspettative, non solo scolastiche, della cittadinanza, capendo quali sono le perplessità, ma anche le certezze del progetto, i punti di debolezza come quelli di forza. In questo modo, prima che la proposta definitiva approdi sul tavolo del legislativo per l’approvazione, si sarà già tenuto conto del volere della popolazione. Questo non può che favorire l’accettazione del progetto.

In secondo luogo, è stata discussa la difficoltà riscontrata da tanti Comuni di trovare persone disposte a occupare una carica pubblica, e quindi a candidarsi come Municipali o Consiglieri comunali. Le elezioni del 2020, che sono state rimandate al prossimo anno, hanno evidenziato questo problema oggettivo e piuttosto diffuso. A detta dei partecipanti al seminario, la creazione di liste civiche sarebbe in grado di coinvolgere individui che i partiti politici non riuscirebbero altrimenti ad attirare. Questa potrebbe essere una via da percorrere, laddove la cultura politica locale lo permette, ma non sarebbe di sicuro la panacea di tutti i mali, anche per il rischio di personalismi all’interno delle liste.

Infine, la maggior difficoltà nel favorire la partecipazione dei cittadini la si riscontra nei Comuni più popolosi: un problema noto da tempo, che sapientemente alcune grandi realtà hanno iniziato ad affrontare con consapevolezza e determinazione. Ad esempio ripensando nella forma e nello scopo le vecchie Commissioni di quartiere e curando le relazioni con la popolazione che vive nei vecchi Comuni di una volta. Un tentativo che in città come Lugano e Bellinzona inizia a dare i propri frutti.

Quello che il Simposio ha fatto emergere non è tanto o solo la consapevolezza dell’esistenza di un malessere diffuso, quanto la voglia e la determinazione di cercare soluzioni efficaci, capaci di stimolare il cittadino consumatore di oggi a diventare cittadino attore di domani. Presto, appena l’emergenza sanitaria in corso ce lo consentirà, inizieremo ad approfondire gli spunti emersi durante l’evento di febbraio. Vogliamo nutrire questa nuova rete di contatti e insieme creare nuove opportunità di coinvolgimento della cittadinanza. Tutti insieme, partecipando attivamente, potremo definire e costruire il Comune di domani. Il Comune dei cittadini. Il nostro Comune.

La seconda edizione del Simposio sui rapporti tra il Cantone e i Comuni si è tenuta il 4 febbraio 2020. Al centro del dibattito, il ruolo che il Comune deve avere ai nostri giorni nel contesto istituzionale. 
Per maggiori informazioni sul Simposio, cliccare qui.

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