Sicurezza privata, nuove norme

Sicurezza privata, nuove norme

Articolo pubblicato nell’edizione di sabato 25 maggio 2019 de La Regione

Più formazione (anche continua), quattro tipi di autorizzazione…
Progetto di legge in consultazione Il governo attende le osservazioni delle cerchie interessate entro fine luglio

Era un auspicio anche della Commissione parlamentare d’inchiesta sul dossier Argo 1, dal nome dell’agenzia cui il Dipartimento sanità e socialità aveva affidato, senza però la necessaria risoluzione governativa, la sorveglianza dei centri per richiedenti l’asilo: serve “una modifica della Lapis che meglio disciplini questo delicato settore”. Quello appunto delle società di sicurezza private. Ebbene, a poco meno di quattro mesi dalla pubblicazione del rapporto, e relative raccomandazioni, della Cpi, il Dipartimento istituzioni presenta una proposta di modifica della Lapis, la Legge cantonale sulle attività private di investigazione e di sorveglianza. Un’ampia modifica. Anzi, “una revisione totale” del testo in vigore dal 1976. Insomma una nuova legge. Con un nuovo nome: “Legge sulle prestazioni private di sicurezza”, Lpps. La riforma mira tra l’altro a rafforzare la formazione degli agenti e dei responsabili delle agenzie, a rendere maggiormente efficace il regime autorizzativo e ad aggiornare l’elenco delle attività che necessitano del nullaosta del Cantone. Si tratta, sottolinea in conferenza stampa il consigliere di Stato titolare delle Istituzioni Norman Gobbi, di adeguare le disposizioni alla situazione odierna. Che in Ticino “registra un centinaio di agenzie”, contro la “ventina circa” degli anni Settanta quando ha visto la luce la Lapis, come si ricorda nella bozza di messaggio governativo che accompagna il disegno di legge. Quest’ultimo e il relativo progetto di regolamento sono da ieri in consultazione. Per due mesi, fa sapere Gobbi. Entro fine luglio quindi il Consiglio di Stato attende le osservazioni delle cerchie direttamente interessate (le ditte di sicurezza e di investigazione e gli indipendenti, nonché l’Associazione imprese svizzere servizi di sicurezza), della Procura, del Tribunale cantonale amministrativo, dell’Associazione delle polizie comunali, dei Municipi, dei sindacati e della Commissione paritetica sicurezza. L’adempimento dei compiti da parte degli agenti e degli investigatori privati incaricati richiede elevata professionalità: per questo si pone l’accento sulla formazione. Rafforzandola. In che modo? “Prevedendo una formazione di base specifica a dipendenza del ruolo e una formazione continua a moduli”. Si prospetta poi l’introduzione di quattro tipi di autorizzazione: «Per la ditta di sicurezza, per chi la dirige, per i collaboratori della stessa e per gli agenti indipendenti», spiega il capitano Elia Arrigoni, alla testa dei Servizi generali della Polizia cantonale, che hanno messo a punto il progetto di legge. Dunque, citando la bozza di messaggio in consultazione, si parla di un’autorizzazione per l’esercizio della società di sicurezza o di investigazione, di una per dirigere l’agenzia, di una per gli agenti o per gli investigatori privati alle dipendenze di una ditta e di un’autorizzazione “per coloro che svolgono attività di sicurezza o di investigazione a titolo indipendente”. Altra novità: l’autorizzazione (validità tre anni, ovviamente rinnovabile) accordata all’agente sarà “legata alla sua persona”, cosa che gli permetterà di esercitare “anche per più di un’impresa di sicurezza”. Agli agenti privati la Polizia cantonale rilascerà una tessera di legittimazione. Quella di riconoscimento sarà invece rilasciata dall’agenzia, “così da poter identificare il datore di lavoro”. Non solo; per il responsabile della ditta di sicurezza o di investigazione, sottolinea Arrigoni, «sono previste una formazione accresciuta e l’obbligo di iscriversi nel registro di commercio». Il disegno di legge, inoltre, inserisce nella lista delle mansioni che vanno autorizzate (“Sorveglianza e controlli; gestione del traffico; protezione di persone e beni; trasporti securizzati; investigazione”) anche la “gestione di centrali d’allarme con sorveglianza audio e/o video”.
«Le proposte vanno nella giusta direzione: l’obiettivo è anche di evitare il ripetersi di gravi disfunzioni che hanno interessato alcune agenzie, a scapito degli agenti e della sicurezza», dice alla ‘Regione’ Giangiorgio Gargantini del sindacato Unia. Con lui, alla conferenza stampa di ieri, Oswaldo Formato, da marzo ispettore cantonale per l’unità di controllo istituita dalla Commissione paritetica del contratto collettivo di lavoro per il settore agenzie di sicurezza privata.

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Articolo pubblicato nell’edizione di sabato 25 maggio 2019 del Corriere del Ticino

Sicurezza: agenzie private senza zone d’ombra

In consultazione la nuova legge per regolamentare in modo più chiaro le attività di sorveglianza e d’investigazione Autorizzazioni meglio definite e tessere per identificare gli agenti
Gobbi: «Settore da riordinare anche dopo Argo1»

«Quello delle attività private di sicurezza è un settore che periodicamente necessita di essere riordinato». Anche così il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi ha sottolineato l’urgenza di una nuova legge che regoli il funzionamento del settore della sorveglianza e dell’investigazione in Ticino. A maggiore ragione alla luce dell’età dell’attuale impianto legislativo, la cosiddetta LAPIS, in vigore ormai dal 1976. Anche a seguito della sospensione a tempo indeterminato del concordato intercantonale, il Consiglio di Stato ha deciso di rompere gli indugi e presentare un progetto «al passo con i tempi» per dirla sempre con Gobbi. «Vanno aggiornati diversi aspetti e chiarite alcune zone grigie, tenuto conto dell’evoluzione di un settore che è in crescita» ha aggiunto, illustrando i cardini della neo legge sulle prestazioni private di sicurezza (LPPS) ora posta in consultazione fino a fine luglio. Nel dettaglio, ha indicato il consigliere di Stato, «vogliamo regolamentare in maniera chiara e precisa un settore delicato, aumentare gli standard in materia di formazione, e al contempo mantenere elevati requisiti personali e professionali a fronte di un ambito sensibile che si affianca all’attività dello Stato». Un cambio di marcia, questo, richiesto da diversi atti parlamentari e soprattutto – ha ricordato Gobbi – «dalla Commissione parlamentare d’inchiesta istituita per fare luce sul caso Argo1» (vedi la scheda a lato), l’agenzia privata finita nell’occhio del ciclone anche per la sua conduzione operativa tutto fuorché trasparente. «Questo caso – si legge nel messaggio governativo –ha infatti portato alla luce alcune fragilità del sistema attualmente in vigore; fragilità che sono state oggetto di due rapporti: il primo della Commissione della gestione e delle finanze e il secondo della Commissione speciale scolastica. Questi due rapporti, pur evidenziando problematiche diverse, sono entrambi giunti alla conclusione che delle modifiche si rendevano necessarie».

«Non una delega di compiti»
Non a caso tra le novità più importanti della legge figura un nuovo regime autorizzativo obbligatorio, declinato a seconda dell’importanza del ruolo all’interno delle agenzie di sicurezza, «che definirà in modo chiaro le attività soggette e andrà a sostituire l’attuale obbligo di notifica» ha spiegato il responsabile dei Servizi generali della polizia cantonale Elia Arrigoni. «Lo scopo non è quello di autorizzare l’ente pubblico a delegare i suoi compiti al privato, ma permettere allo Stato di avvalersi di questo partner per ottimizzare l’uso di risorse più care e specialistiche della polizia cantonale» ha aggiunto Arrigoni. Il tutto precisando anche quei compiti di «minore importanza» che potranno passare nelle mani delle società private. A fronte anche delle richieste sindacali, verso un settore spesso contraddistinto da impieghi provvisori e per più datori di lavoro, come detto pure la formazione e l’ambito dei controlli sarà rafforzato (seppur semplificato). «Sarà istituita la figura del rappresentante responsabile, il cui ruolo legale nei confronti di terzi richiederà una formazione accresciuta così come l’iscrizione al registro di commercio» ha indicato Arrigoni. Per poi aggiungere: «La novità per gli agenti riguarda la personale autorizzazione a operare, che non sarà più legata a una determinata agenzia ma sarà rilasciata singolarmente». Non solo. Al fine di permettere alla polizia cantonale e alle autorità di verificare la legittimazione a operare, saranno introdotte due tessere d’identificazione per gli agenti privati: quella di legittimazione, rilasciata dalla polizia e che l’agente dovrà portare in modo visibile, e quella di riconoscimento, concessa dall’agenzia e necessaria per riconoscere il datore di lavoro. E, va di pari passo, il rispetto del Contratto collettivo di lavoro in vigore nel settore.

Attive 92 società
Stando ai dati resi noti dalla polizia cantonale attualmente sono registrate 92 agenzie di sicurezza a livello cantonale, per un totale di oltre 1.100 agenti. Come detto per poter esercitare sul terreno varranno quattro tipi di autorizzazione tutte valide per un periodo di 3 anni: una per l’esercizio di un’impresa di sicurezza o di investigazione, un’autorizzazione per dirigere un’impresa di sicurezza, un’autorizzazione per gli agenti di sicurezza o investigatori privati che sono alle dipendenze di un’impresa di sicurezza e un’ultima autorizzazione per colo che svolgono attività di sicurezza o investigazione a titolo indipendente. Per quanto concerne invece la formazione, se i moduli non cambieranno per i normali agenti di sicurezza diverso sarà il discorso per chi ambisce a operare quale indipendente o rappresentante responsabile. I rispettivi percorsi, è stato spiegato, saranno rafforzati attraverso dei nuovi moduli relativi alla conoscenza della legislazione cantonale (per gli indipendenti) e alla gestione aziendale e operativa (per la figura responsabile).


La scheda

La cronistoria
Attualmente in Ticino fa stato la legge sulle attività private d’investigazione e sorveglianza (LAPIS), entrata in vigore nel 1976. Nel 2013 il Canton Ticino ha aderito al concordato sulle prestazioni di sicurezza effettuate da privati promosso dalla Conferenza delle direttrici e dei direttori dei Dipartimenti di giustizia e polizia. A seguito del passo indietro dei Cantoni Berna e Zurigo l’entrata in vigore del Concordato è stata sospesa a tempo determinato. Di qui la decisione del Governo di procedere con una nuova legge cantonale.

Il settore
Attualmente in Ticino sono registrate 92 agenzie di sicurezza. Nel complesso gli agenti riconosciuti sono 1.121, mentre sono 55 le figure che operano quali indipendenti sia nel settore della sicurezza sia in quello dell’investigazione. A livello svizzero ci sono invece più di 900 ditte con circa 22.000 dipendenti che lavorano nel campo dei servizi di sicurezza.

Le norme da rivedere
Attraverso una revisione totale dell’attuale impianto legislativo, è proposta la nuova normativa (e la nuova denominazione) «Legge sulle prestazioni private di sicurezza» (LPPS). Il Governo ha incaricato il Dipartimento delle istituzioni di avviare una procedura di consultazione sul nuovo progetto di legge. Le prese di posizione sono attese entro il 31 luglio 2019.

La richiesta della CPI
Nel suo rapporto sul caso Argo1, la Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) aveva avanzato una serie di raccomandazioni al Consiglio di Stato, tra cui una riferita all’ambito delle agenzie di sicurezza private e in particolare all’istruzione del personale. «Constatato come il concordato intercantonale concernente le agenzie di sicurezza private non è stato sottoscritto da alcuni Cantoni, invitiamo il Dipartimento delle istituzioni a valutare la possibilità di presentare una modifica della Lapis che meglio disciplini questo delicato settore. Già è stato compiuto un importante lavoro a livello della formazione, sia degli agenti sia dei quadri dirigenti». Il progetto di nuova legge si prefigge di rispondere a questa raccomandazione.

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Servizio all’interno dell’edizione di venerdì 24 maggio 2019 de Il Quotidiano

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