Sono un vecchio giovane della politica

Sono un vecchio giovane della politica

Da Illustrazione Ticinese l Incontro a 360 gradi con Norman Gobbi, confermato Consigliere di Stato alle recenti elezioni cantonali e nuovo presidente del governo ticinese.

L’appuntamento è fissato alle 8.30 a Nante, dove abita dal 2013. È quasi la fine di maggio, ma il termometro segna 6 gradi, le montagne tutt’attorno sono state imbiancate nella notte. Niente di nuovo per Norman Gobbi che, uscendo di casa, commenta allegro: “Questo mese è già la terza nevicata”. Salutati moglie e figli, lo aspetta una giornata impegnativa che inizia con la nostra intervista e che si concluderà a notte inoltrata. Cosa, commenta il nostro ministro, che “è più o meno la regola” nella sua vita attuale e quotidiana.

Quindi rapporti sicuramente più di qualità che di quantità nella famiglia Gobbi…
“Decisamente sì. Quando sono a casa, il lavoro resta fuori dalla porta e cerco di sfruttare al massimo i momenti con i miei bambini e mia moglie”.

A cosa le chiedono di giocare i suoi figli Gaia (4 ½) e William (3)?
“Spesso devo fare il cavallo: tutti e due salgono sulla mia schiena e li porto a passeggio, ma poi il cavallo deve attraversare un fiume e allora i bambini cadono… Questo passatempo li diverte molto”.

E alla Valascia a pattinare li ha già portati?
“Gaia ha già pattinato, William non ancora, ma siamo stati insieme più di una volta ad assistere a una partita. Ora, quando passiamo in auto e vedono la Valascia in coro gridano “Ambrì!”.

Pensa, per restare in tema hockeistico, che durante quest’anno da presidente del governo dovrà usare di più il bastone o il fischietto?
“Spero che si possa giocare bene e di concerto e che non si debba richiamare più di tanto al rispetto delle regole. Dalle prime sedute che abbiamo avuto con il nuovo governo la volontà di giocare insieme c’è. Dovremo solo affinare qualche schema. Bisognerà che ognuno di noi lasci da parte un po’ del suo orgoglio di capo dipartimento e dia più priorità all’aspetto istituzionale di membro del governo. Ha già funzionato in passato e in questo quadriennio potrà andare ancora meglio. L’importante è essere soprattutto capaci di condividere gli obiettivi. E poi insieme si deciderà come raggiungerli”.

Lavoro di squadra anche in famiglia?
“Mia moglie Elena ha già dichiarato pubblicamente qual è la realtà: ad occuparsi della famiglia è soprattutto lei, visti i miei impegni professionali. Quando sono a casa, però, cucino io, riassetto e gioco con i bambini”.

Si dice che dietro ad un uomo di successo, ci sia spesso una grande donna. Quanto ha contato sua moglie Elena nella sua carriera?
“Sicuramente ha contribuito non ostacolandomi e non ponendomi limiti e restrizioni che, personalmente, vivo male. Elena sapeva esattamente che la nostra vita coniugale sarebbe stata fortemente influenzata dalla vita politica e da attività e vincoli esterni”.

A proposito di donne: il nuovo governo ne è orfano. Cosa ne pensa?
“Penso che al di là del genere, è importante che l’esecutivo sia composto da persone capaci e di carattere. Ovviamente una sensibilità femminile avrebbe portato anche altri punti di riflessione. Ciò che più conta, in generale, è il rispetto del genere, al di là della composizione del governo. Il mio dipartimento, ad esempio, è quello che ha nominato più donne a livello di funzionario dirigente e che sta promuovendo la regola di mettere a concorso posti non più solo a tempo pieno, ma a scelta anche all’80%, come già avviene nella Confederazione. Trovo sia importante andare incontro alle donne, permettendo loro di conciliare lavoro e famiglia”.

Ricorda cosa l’ha spinta ad appassionarsi di politica già sui banchi delle medie? E perché la Lega?
“Sicuramente l’amore per la mia terra e per la mia Patria, ma soprattutto lo spirito di servizio appreso dai nonni materni Silvana e Angelo, la voglia di voler fare qualcosa di buono per il Paese. La Lega era nata da poco e non era certamente il partito di famiglia, che si divideva equamente tra PPD (da parte di mamma) e PLR (da parte di padre). Fu la votazione del 6 dicembre del 1992 contro lo spazio economico europeo a scatenare con forza in me la passione leghista: avevo 15 anni, la Lega era contro il sistema e grazie ad essa il nostro Cantone fu decisivo nel far pendere l’ago della bilancia verso il “no” allo Spazio economico europeo e quindi all’UE”.

Pensa che la sua storia politica fosse in un qualche modo già scritta?
“Non so se fosse scritta nel destino, ma ho avuto la fortuna di trovare persone sul mio cammino che hanno creduto in me. Da Rodolfo Pantani che mi introdusse nella Lega al Nano che, nel 1999, con un grande atto di fiducia, mi diede la possibilità di entrare in lista per il CdS, cosa che mi ha poi permesso di accedere al Gran Consiglio a soli 22 anni. A 31 ero presidente del legislativo, a 33 consigliere nazionale e a 34 facevo il mio ingresso in Consiglio di Stato. Ormai sono un vecchio giovane della politica”.

Eppure, per il suo vissuto e quello della sua famiglia, sarebbe stata più logica una carriera nel mondo della gastronomia…
“In effetti il sogno nel cassetto rimane sempre quello: riaprire un giorno il ristorante di famiglia, il Vais di Piotta, che fino a metà degli Anni Novanta è stato gestito dai miei nonni paterni Selma e Dante Gobbi. Il nonno, oltre a ristoratore, era anche panettiere e commerciante. Io sono quindi cresciuto tra padelle, fornelli, prestino e bottega. D’estate non ho mai bighellonato perché fin da bambino dovevo dare una mano alla nonna in bottega. Ritengo di non avere grandi capacità artistiche, ma penso di destreggiarmi abbastanza bene in cucina. Cerco di dare “colore ai piatti” come mi ha insegnato mio nonno, ma soprattutto sapore. Ciò che preparo deve essere buono e gustoso”.

Qual è il suo piattoforte?
“Sicuramente il risotto, declinato in tanti modi, e le carni”.

Lei sostiene di essere cresciuto in fretta, sia in altezza, sia in massa. Che rapporto ha con il cibo?
“Né maniacale, né spasmodico. Mangio quando ho fame e, difficilmente, resisto a salumi e finger food. Credo di essere cresciuto in fretta a causa degli eccessi (leggasi panini, ndr) di gioventù. In seconda media pesavo già 82 chili”.

Un’altra delle sue passioni è il tiro sportivo…
“Sì, una passione nata a 15/16 anni insieme ad alcuni amici e che riporta ai certi valori, tradizioni e spirito confederale. Cosa che ancora oggi cerco di portare avanti come presidente del Tiro storico del San Gottardo che si svolge ogni anno in ottobre ad Airolo”.

Ha già pensato a cosa farà, quando smetterà di fare il consigliere di Stato?
“No, non so cosa farò da… grande. Battuta a parte, non ho mai pianificato nulla. Tutte le opportunità mi si sono presentate strada facendo. Quindi continuerò così e mi lascerò sorprendere”.
Scheda biografica:
Nome: Norman
Cognome: Gobbi
Nato il 23 marzo 1977 a Faido
Studi: laurea in Scienze della comunicazione con indirizzo aziendale e istituzionale, ottenuta all’USI di Lugano nel 2007
Professione: Consigliere di Stato, direttore del Dipartimento delle Istituzioni
Movimento politico: Lega dei Ticinesi
Passioni: HCAP, cucina, montagna, tiro sportivo
Motto: un 4×4 della politica

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Clicca qui: www.youtube.com/watch?v=Ru7JiYctABU  Immagini della festa post elettorale ad Iragna.

testo Lorenza Storni – lorenza@illustrazione.ch
foto Rémy Steinegger

Leggi dalle pagine di illustrazione ticinese: illustrazione_ticinese_06_2015

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