Per una vera armata a difesa della Svizzera!

Per una vera armata a difesa della Svizzera!

Nel corso del mese prossimo il Consiglio Nazionale dovrà esprimersi sul modello di Esercito, di cui la Svizzera disporrà nei prossimi anni. La proposta assurda del Consiglio Federale (80mila uomini e 4.4 Miliardi) – e ovviamente sostenuta dalla $inistra – non permette infatti di rispondere alle future sfide. Senza dimenticare la vitale presenza a Sud delle Alpi delle nostre Truppe.

Lo scorso giugno il Consiglio degli Stati ha respinto la proposta del governo federale, proponendo il modello, proponendo di portare dagli attuali 120mila a 100mila gli effettivi dell’Esercito svizzero e riportare il budget annuo a 5 miliardi di franchi. Una decisione salutata dai direttori cantonali del militare, tra cui il sottoscritto, proprio perché il dimensionamento della nostra milizia è un elemento integrante della difesa nazionale e della sicurezza interna.

Non c’è da nasconderlo: qualora il modello governativo passasse, sancendo de facto la fine del sistema di milizia, la nostra sicurezza interna ne risentirebbe e i costi ricadrebbero sui Cantoni. Infatti, con un esercito di soli 80mila uomini e soli 4.4 miliardi di franchi, le autorità cantonali dovrebbero aumentare fortemente i propri servizi di polizia, di protezione civile e di protezione della popolazione. L’Esercito svizzero è infatti la “riserva strategica della Confederazione” in caso di eventi straordinari oltre che bellici o di instabilità internazionale. Venisse a mancare questa riserva strategica, gli effettivi e i costi qualcuno dovrebbe sobbarcarseli.

Fortunatamente questa settimana la Commissione Sicurezza del Consiglio Nazionale ha sostenuto anch’essa il modello degli Stati, con 100mila uomini con un budget di 5 miliardi di franchi. Nel corso della sessione autunnale, il Nazionale si esprimerà definitivamente su questo modello; auspico vivamente che lo stesso lo approvi e che la Deputazione ticinese sostenga la proposta commissionale. Infatti, solo con un’armata di 100mila uomini la presenza a Sud delle Alpi delle nostre forze militari sarà garantita e mantenuta nella sua attuale forma. Qualora si riducessero effettivi e budget, la presenza strategica a sud del San Gottardo verrebbe certamente messa in discussione, con effetti devastanti per la sicurezza del nostro Cantone.

Il Ticino è infatti esposto a numerosi rischi potenziali e reali: flussi migratori, catastrofi naturali, presenza di importanti assi di transito, presenza di importanti infrastrutture vitali (centrali e dighe idroelettriche, linee ad altissima tensione, …), ecc. Il Ticino e la Svizzera non possono rinunciare alla propria difesa nazionale, proprio ora che l’instabilità economico-finanziaria potrebbe portare alla destabilizzazione sociale, come già peraltro avvenuto in Inghilterra e nei sobborghi di Londra. La crisi economica che sta strozzando l’Europa potrebbe avere in breve tempo risvolti inattesi, e certamente portare a tensioni sociali, interetniche, internazionali e intercontinentali.

In momenti in cui il cielo si sta purtroppo offuscando, rinunciare alla propria sicurezza in termini militari e strategici, sarebbe un passo fatale per la piccola e felice isola elvetica.

Norman Gobbi

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