L’obbiettivo non è sempre quello di compiere un crimine, a volte è la necessità di lavoro, altre la migrazione – Contro i falsari tecnologia, formazione ed esperienza
Dei 1’800 documenti falsi scoperti all’anno in Svizzera, circa 300 vengono scoperti a Chiasso, primo filtro all’entrata nel Paese da sud: dai passaporti alle patenti, chi controlla, grazie all’esperienza, riesce a capire già dal materiale, dai colori, dai dettagli se il documento è originale o meno, poi interviene anche la tecnologia.
I falsari prediligono i documenti più facili da duplicare. Un esempio? Il permesso di soggiorno per l’area Schengen. Ogni Stato ne rilascia uno, ma hanno un layout molto simile. Per il falsario è un vantaggio perché, con diverse nazioni che hanno lo stesso layout, possono riprodurlo e far girare una persona in più Paesi, spiega alle telecamere del Quotidiano Marco Albisetti, responsabile tecnico documenti Dogana sud.
Diversi anche i motivi per falsificare un documento: l’obbiettivo non è sempre quello di compiere un crimine, a volte è la necessità di lavoro, altre la migrazione, e qui subentrano i controlli amministrativi lontano dalle frontiere, che nel resto del Paese hanno mostrato dei limiti.
Negli scorsi giorni i colleghi di SRF hanno svolto un’inchiesta sull’uso di documenti falsi. È emerso, ad esempio, il caso di una rete criminale che se li procurava per far lavorare illegalmente in Svizzera, approfittando di un anello debole del controllo: gli uffici comunali, unici punti di accesso alla rete amministrativa che visionano i documenti in originale. E in Ticino? “In Canton Ticino tutte le verifiche su chi arriva sul territorio sono di competenza cantonale. Quello che è stato riscontrato in altri cantoni, come ha appurato SRF, mette in evidenza che quando sono le autorità, per esempio quelle comunali, a dover verificare la veridicità di certi documenti, è più difficile, proprio perché non ci sono competenze di carattere tecnico”, spiega Norman Gobbi, direttore del Dipartimento istituzioni.
Competenze che vanno allenate e aggiornate con la formazione. Vista la posizione del Ticino, queste capacità sono state affinate, ad esempio, in ambito migratorio. “Da parte dell’Ufficio della migrazione sono state fatte nel 2024 una quindicina di segnalazioni al Ministero pubblico. Questo perché all’interno dell’Ufficio della migrazione abbiamo un gruppo specializzato, formato e supportato dalla polizia cantonale, che verifica i documenti d’identità”, sottolinea Gobbi.
Finché si rimane in Svizzera i controlli con le banche dati sono immediati e possibili ovunque, ma è differente quando si tratta di altri Stati. Non esiste infatti una via digitale di verifica, bisogna chiamare i rispettivi uffici. “Per una verifica può essere necessaria mezz’ora, come anche 4 o 5 ore – spiega Marco Albisetti, responsabile tecnico documenti Dogana sud -. Dipende tanto dal carico di lavoro che ha, in quel momento, l’ufficio dove faccio la richiesta. A volte, per esempio, da noi è un giorno feriale, mentre magari nell’altro Stato è un giorno festivo. Noi lavoriamo 24 ore su 24, anche di notte. Se l’ufficio è chiuso, devo aspettare fino al giorno dopo se voglio avere una risposta sicura”.