Norman Gobbi auspica un uso più sostenibile della galleria di base
Il dibattito sull’apertura annuale del Passo del Gottardo riemerge puntualmente quando le code al tunnel autostradale raggiungono lunghezze chilometriche. Tuttavia, questa soluzione apparentemente semplice nasconde costi esorbitanti e problematiche complesse che ricadrebbero ingiustamente sui contribuenti svizzeri, che non sono certo i principali generatori di traffico durante i periodi “caldi”.
“Mantenere aperto il passo durante i mesi invernali, da novembre a maggio”, esordisce Norman Gobbi, “richiederebbe interventi strutturali e di manutenzione continua con costi difficilmente giustificabili. Le nevicate abbondanti, le temperature rigide e il rischio valanghe renderebbero necessario un sistema di protezione e manutenzione straordinario, con personale dedicato 24 ore su 24 e mezzi speciali sempre operativi. È fondamentale comprendere che le code al Gottardo sono generate principalmente da un traffico stagionale e turistico, concentrato in momenti specifici dell’anno. Si tratta quindi di un disagio temporaneo che coinvolge principalmente viaggiatori occasionali, mentre i costi di un’apertura annuale ricadrebbero su tutti i contribuenti svizzeri”. Per Gobbi, la sproporzione tra beneficiari e finanziatori è evidente: “chi utilizza il passo per una o due settimane all’anno godrebbe di un’infrastruttura finanziata da chi la utilizza occasionalmente. Inoltre, i veicoli in transito stranieri contribuiscono solo parzialmente al sistema fiscale svizzero attraverso la vignetta autostradale, insufficiente a coprire i costi reali di un’apertura invernale”. Per Gobbi, oltre ai costi economici, l’apertura annuale del passo avrebbe un impatto ambientale considerevole: “gli interventi continui di sgombero neve richiederebbero l’utilizzo di mezzi pesanti inquinanti, con un aumento significativo delle emissioni di CO2. La fragilità dell’ecosistema alpino, già messo a dura prova dai cambiamenti climatici, subirebbe ulteriori pressioni. Le aree montane attraversate dal passo rappresentano un habitat delicato, che durante l’inverno trae beneficio dalla pausa nel traffico veicolare. L’apertura annuale comprometterebbe questo equilibrio, con conseguenze imprevedibili sulla biodiversità locale”.
“La Svizzera ha già investito miliardi in soluzioni alternative più sostenibili”, insiste Gobbi: “la galleria di base ferroviaria del Gottardo, inaugurata nel 2016, rappresenta un’opera ingegneristica straordinaria pensata proprio per spostare il traffico dalla gomma al ferro, riducendo l’impatto ambientale e alleggerendo la pressione sull’autostrada. Incentivare l’uso del trasporto ferroviario, migliorare la gestione dei flussi di traffico attraverso sistemi intelligenti e promuovere una migliore distribuzione dei periodi di viaggio rappresentano soluzioni più eque ed efficaci rispetto all’apertura forzata del passo durante l’inverno, che potrebbero inoltre non solo acuire, come sarebbe il caso di una apertura invernale, ma limitare il problema del traffico parassitario che si riversa sulla strada Cantonale in occasione di attese ai portali del tunnel”.
Gobbi conclude ribadendo un concetto fondamentale; “L’apertura annuale del Passo del Gottardo rappresenterebbe un esempio di ingiustizia fiscale, dove i costi sono socializzati mentre i benefici rimangono privati. Anche i contribuenti di regioni lontane dal Gottardo, che utilizzano poco quel collegamento, si troverebbero a finanziare un’infrastruttura per una minoranza di utenti, molti dei quali non residenti in Svizzera”.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 11 maggio 2025 de Il Mattino della domenica