Ospiti di Gianni Righinetti nella puntata del 21 dicembre il presidente del Governo Norman Gobbi e il presidente del Gran Consiglio Fabio Schnellmann.
Ultima puntata del 2025 per «La domenica del Corriere». Tempo quindi di bilanci politici, al termine di un anno molto intenso e sferzato dalle polemiche e dai «casi». Con un occhio, evidentemente, rivolto al futuro. Il vicedirettore del CdT Gianni Righinetti ne ha dapprima parlato con Norman Gobbi, presidente del Governo, e poi con Fabio Schnellmann, presidente del Gran Consiglio. «È stato certamente un anno complicato, molto più complicato di quello che ci saremmo immaginati», ha ammesso il «ministro» leghista.
Gobbi ha sottolineato in particolare la difficoltà di dialogo tra Parlamento e Consiglio di Stato. Uno dei «casi» politici che hanno segnato il 2025 è senza dubbio stato il cosiddetto «arrocchino» fra Claudio Zali e lo stesso Gobbi, suggellato in luglio in valle Bedretto. «Il cambio parziale dei Dipartimenti ha sollevato più di una questione», ha detto il consigliere di Stato. «Ricordo che il Parlamento ha indetto una seduta straordinaria in agosto per discutere del nulla. È la dimostrazione che questo Cantone non sia in grado di misurare le cose. A volte siamo un po’ troppo autoreferenziali». Il presente, invece, racconta di un pesante battibecco nell’ultima seduta di Gran Consiglio tra Zali e l’UDC. «Il rapporto (tra il «ministro» e i democentristi, ndr) è ormai incancrenito», ha spiegato. «Dopo uno, due, tre, quattro colpi anche la pazienza può arrivare al limite. Questo non fa bene a un’eventuale alleanza. Un’alleanza che la Lega non ha mai negato perché vuole un’area di destra forte. Questa situazione ha però compromesso la situazione. Fine della possibile alleanza per il 2027, quindi? «Il coordinatore Daniele Piccaluga è sempre aperto e disponibile. Sarà l’UDC, credo, a dire eventualmente di no».
Nella seconda parte, spazio invece all’altro presidente, Fabio Schnellmann. Il primo cittadino del Cantone ha ricordato gli auspici espressi subito dopo la sua elezione, e cioè avere una convergenza tra partiti, Esecutivo e Legislativo. «Ancora oggi purtroppo si antepone l’interesse del partito a quello del Cantone», ha spiegato. «Giochi politici e non di sostanza, in una situazione difficile. Bisognerebbe trovare maggior dialogo». Per Schnellmann, dunque, c’è ancora tanto da fare. Ma qualcosa si sta muovendo. Il discorso si è quindi spostato sull’esperienza personale. È ancora possibile fare politica «di persona» o i social hanno spazzato via tutto? «Da maggio ad oggi ho presenziato a più di 100 eventi», ha raccontato. «La presenza del presidente del Gran Consiglio, in alcune zone del Ticino, è ancora molto apprezzata. Ed è bello che sia così». Guardando al futuro, Schnellmann ha quindi espresso un augurio per i cittadini. «Spero che tutti i ticinesi possano ritrovare tanta serenità. Non sempre nella vita va tutto bene, ma auguro a tutti di vedere la luce anche nei momenti di buio».
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(Immagine: CdT/Chiara Zocchetti)