Comunicato stampa
Il Comitato guida per la revisione della spesa, composto da membri del Consiglio di Stato e della Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio, ha presentato oggi i principali risultati dello studio sulla spesa pubblica del Cantone Ticino effettuata dagli specialisti dell’istituto di ricerca BAK Economics di Basilea. I dati raccolti mostrano che il Ticino, per finanziare le stesse prestazioni alla popolazione, registra costi leggermente superiori rispetto agli altri Cantoni (circa l’1%) – con un differenziale di costo che si attesta a circa 96,7 milioni di franchi.
Nell’ambito della discussione sul Preventivo 2024 del Cantone, il Gran Consiglio aveva approvato l’iniziativa parlamentare «Per la revisione della spesa dello Stato». In risposta a questo mandato, il Comitato guida per la revisione della spesa – composto da membri del Consiglio di Stato e della Commissione parlamentare gestione e finanze – si è rivolto all’istituto di ricerca BAK Economics di Basilea, commissionando uno studio dettagliato sulla spesa pubblica del Cantone.
L’analisi si è concentrata sull’esame sistematico dei costi sostenuti dallo Stato per l’erogazione delle prestazioni pubbliche, in 29 ambiti operativi. La metodologia del benchmarking intercantonale ha permesso di tenere distinte le componenti di costo strutturali – che sono difficilmente influenzabili, in quanto legate a fattori demografici o geografici – dai costi unitari, che sono frutto di decisioni politiche.
L’analisi, basata sui dati relativi al 2022, ha mostrato che le uscite nette per abitante (i cosiddetti «costi standard») del Cantone Ticino sono superiori del 5% rispetto alla media degli altri 25 Cantoni svizzeri. Tuttavia, lo studio ha riscontrato che il Cantone Ticino presenta significativi svantaggi strutturali, a causa di alcuni fattori non influenzabili a livello politico. Di conseguenza, per garantire alla sua popolazione un livello di prestazioni paragonabile a quello di altri Cantoni, il Ticino deve sostenere costi del 4% superiori alla media intercantonale. Questi svantaggi strutturali sono riscontrati in particolare nei settori dell’istruzione, della salute e della socialità (le voci di spesa «ospedali», «anziani» e «invalidità»).
Concentrando l’attenzione sulle componenti di spesa politicamente influenzabili (i cosiddetti «costi unitari»), i ricercatori del BAK Economics hanno così evidenziato che la spesa in Ticino risulta essere dell’1% superiore rispetto alla media dei Cantoni strutturalmente simili.
A livello metodologico, va sottolineato che il benchmarking intercantonale non ha lo scopo di indicare potenziali di risparmio garantiti o realizzabili nel corto termine. Si tratta invece di uno strumento di supporto e orientamento per i decisori politici, che punta ad assisterli nelle riflessioni strategiche e, eventualmente, nell’elaborazione di misure concrete. Qualsiasi conclusione sull’effettivo potenziale di risparmio per il Cantone Ticino dovrà tenere conto dei contesti istituzionali e politici. Inoltre, va ricordato che un livello di costi superiore alla media in un determinato ambito potrebbe essere il risultato di precise scelte politiche.
I lavori del Comitato guida per la revisione della spesa proseguiranno e terranno conto dei risultati dello studio, che può essere consultato, nella sua versione integrale, collegandosi alla pagina web www.ti.ch/finanze-cantonali.