Controlli alla frontiera: “Non si può più aspettare!”

Controlli alla frontiera: “Non si può più aspettare!”

La Germania e mezza Europa vogliono chiudere. E noi?

 “Mentre c’è già chi parla della necessità di un passaporto delle vaccinazioni, Berna nicchia (eufemismo) sulla proposta che abbiamo inviato come Consiglio di Stato di eseguire maggiori controlli alla frontiera per preservare l’efficacia delle misure di restrizione alla libertà chieste alle cittadine e ai cittadini in questo lungo inverno. Quasi che avessimo domandato di erigere un muro…”. Si esprime così il presidente del Governo Norman Gobbi, amareggiato per la posizione della Confederazione. “Direi la “non posizione” di Berna – sottolinea il Direttore del Dipartimento delle istituzioni. Come Ticino abbiamo chiesto di chiudere i valichi minori, mantenendo la possibilità di alcune finestre temporali d’apertura in fasce orarie ben definite per le lavoratrici e lavoratori frontalieri del settore sanitario. Oltre a ciò, anche un maggior controllo su chi entra da valichi principali, dando la disponibilità della Polizia cantonale di andare in appoggio delle guardie di confine per questi controlli”.

Su questo fronte però dal Consiglio federale non giungono novità positive. “E dire che mezza Europa si sta muovendo in questo senso, trascinata dalla cancelliera Angela Merkel, che già da alcuni giorni insiste affinché si conceda agli Stati di controllare le frontiere. E come la Merkel la pensano così anche la Francia di Macron, l’Austria, l’Olanda e il Belgio. A conferma che il controllo alle frontiere è oggettivamente un deterrente ed è considerata una misura necessaria per lottare contro la diffusione del virus e delle sue varianti. Spero proprio che ci si decida a questo passo”.

“La mobilità transfrontaliera al confine sud della Svizzera è molto elevata – afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi. E ogni ticinese si è reso conto che sul nostro territorio non ci sono solo i lavoratori frontalieri che son qui a lavorare. Al sabato e alla domenica, così come in altri giorni della settimana, si constata la presenza di italiani che vengono per fare passeggiate in montagna, ma anche lungo le rive dei nostri laghi. Sono movimenti che non potrebbero fare all’interno dei confini italiani. Non si vede perché debbano approfittare della vicinanza con la Svizzera per aggirare i divieti imposti dai vari decreti italiani”. Insomma: si tratta di un senso di responsabilità più generale che dovrebbe essere rispettato da tutti. Ai nostri anziani, ai nostri giovani e a tutta la popolazione chiediamo grandi sacrifici. Le misure introdotte danno risultati positivi. Ecco: cerchiamo di essere coerenti e prudenti anche attraverso un miglior controllo delle frontiere”, conclude il presidente del Governo Norman Gobbi.