Il Comune ticinese: un cantiere ancora in divenire

Il Comune ticinese: un cantiere ancora in divenire

Dal Giornale del Popolo del 6 aprile 2016

Il punto della situazione sul progetto «Ticino 2020» e sulle aggregazioni – L’esempio della «grande» Bellinzona.

I prossimi anni saranno segnati da cambiamenti strutturali per il Canton Ticino, e vedranno rafforzarsi il livello istituzionale più vicino alla cittadinanza: il Comune. È il messaggio trasmesso oggi dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, che – con la partecipazione del sindaco di Bellinzona Mario Branda e il capo della Sezione degli enti locali Elio Genazzi – ha illustrato lo stato di avanzamento dei diversi progetti promossi dal Cantone. A pochi giorni dalle elezioni comunali del 10 aprile 2016, il Dipartimento delle istituzioni ha voluto discutere lo stato di avanzamento complessivo dei cantieri avviati negli ultimi anni dal Cantone e dai suoi partner istituzionali – con l’obiettivo di tracciare la rotta verso il Ticino di domani. Tassello principale della riorganizzazione è la riforma «Ticino 2020», che mira a dare una nuova forma ai rapporti interni fra le autorità del Cantone, con effetti benefici soprattutto per il Cittadino, ma anche per le relazioni con la Confederazione e gli altri Cantoni. Il prossimo passo – dopo l’approvazione del credito-quadro di 3,2 milioni di franchi da parte del Parlamento, nel settembre 2015 – consisterà nella prossima costituzione dei primi Gruppi di lavoro misti, composti da rappresentanti del Cantone e dei Comuni, che consegneranno le loro prime conclusioni entro fine 2016. Questo lavoro sarà la base per una serie di messaggi che si prevede di presentare al Gran Consiglio entro la fine del 2017, in modo che entro l’anno seguente sia possibile giungere all’approvazione di un primo pacchetto di misure, e avviare così entro il 2020 la revisione di compiti, flussi finanziari e sistema di perequazione. Un elemento cruciale della riforma è costituito dalla politica di riorganizzazione dei Comuni, che ha nel Piano cantonale delle aggregazioni (PCA) il suo documento strategico. Una prima fase di consultazione sul progetto è già stata conclusa, raccogliendo le osservazioni e proposte da parte di Comuni, associazioni, partiti e società civile. Una versione aggiornata del Piano sarà oggetto di una seconda consultazione una volta che il Tribunale federale si sarà pronunciato sulla costituzionalità dell’Iniziativa “Avanti con le città di Locarno e Bellinzona”. Luogo privilegiato per l’accompagnamento di questi progetti sarà la piattaforma di dialogo Cantone e Comuni, il cui funzionamento, dopo un periodo di rodaggio, da oggi prova di un dialogo efficace fra i due livelli istituzionali. Come ha spiegato Gobbi a livello operativo, vi è stata l’introduzione di alcuni strumenti per la gestione della qualità. Per esempio un manuale, un sistema di controllo interno, corsi di formazione e un sistema di certificazione ad hoc. Invece, a livello strategico, il Piano delle aggregazioni e la Riforma Ticino 2020. Anche a livello giuridico, negli ultimi anni, ci sono stati passi avanti con alcune modifiche di legge. Si pensa alla Legge organica comunale, alla nuova legge sul consorziamento dei Comuni, alla revisione della Legge organica patriziale e alla revisione della Legge sulle aggregazioni. Lo stesso consigliere di Stato ha anche aggiunto che grazie alle aggregazioni è stato possibile risanare i Comuni di periferia fortemente indebitati e soprattutto far scendere il moltiplicatore d’imposta cantonale dall’86% nel 1997 al 76% del 2013. E per il futuro? «Auspico che le città possano mantenere il proprio ruolo di motore per i rispettivi agglomerati e che i Comuni sappiano calibrare bene le loro forze investendo per i loro cittadini, ma con un occhio attento a garantire finanze sane». Elio Genazzi, parlando del progetto Ticino 2020 ha ricordato alcuni problemi, emersi anche di recente, come la richiesta da parte di 23 Comuni paganti, di ridurre, da subito, l’onere a 30-35 milioni di franchi. Ma ha anche ricordato che occorrerebbe valutare il tutto, anche questa misura, all’interno del progetto più ampio di riforma. Entro l’estate si dovrebbe raggiungere un accordo sul progetto di massima Ticino 2020 ed entro la fine dell’anno la consegna dei primi rapporti di valutazione da parte dei gruppi di lavoro. Un decreto legislativo sarà elaborato entro la metà del prossimo anno e nel 2018 si prevede di approvare il primo pacchetto di misure (compiti, flussi e perequazione).

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