Conclusa la formazione biennale ora lo sguardo è rivolto al 2026, dove i tagli alla formazione preoccupano il futuro del corpo
Con una cerimonia solenne e carica di emozione, 30 uomini e 8 donne hanno giurato sabato fedeltà alla Costituzione e alle leggi, entrando ufficialmente in servizio come agenti e gendarmi della polizia. Dopo due anni di formazione intensa, questi 38 nuovi professionisti sono pronti ad assumersi la responsabilità di rappresentare lo Stato agli occhi dei cittadini.
“Sono sicuramente un innesto su un sostrato di polizia in Ticino che funziona, garantisce quel bene invisibile che è la sicurezza, proprio perché ci si accorge che manca solo quando non è presente”, ha sottolineato Norman Gobbi direttore del Dipartimento delle istituzioni.
Dalla Scuola di polizia del 2023, 19 gendarmi entreranno in servizio per la polizia cantonale ticinese. Tuttavia, il futuro della formazione appare incerto: a causa di misure di risparmio, il numero di aspiranti sarà drasticamente ridotto e nel 2026 ne verranno ammessi solo una decina. “Se quelli che vanno sono più di quelli che formiamo, a un certo punto saremo in forte deficit”, evidenzia Christophe Cerinotti, capo della Sezione formazione della polizia cantonale.
La questione della riduzione degli effettivi è al centro del dibattito, soprattutto in relazione ai servizi di sicurezza richiesti da eventi sportivi e grandi manifestazioni. Ma tra emozione e senso del dovere, le parole del neo gendarme Raffaele Crameri riassumono lo spirito della giornata: “Speriamo di essere all’altezza e di riuscire a fare bene, ed essere sempre un esempio per gli altri.”
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38 nuovi agenti hanno giurato fedeltà, tra instabilità e sfide future
Sono 38 gli agenti, di cui 8 donne, che hanno concluso oggi la loro formazione biennale, entrando a far parte del corpo di Polizia Cantonale. L’anno prossimo, però, i ranghi saranno dimezzati.
“Cercavo un percorso diverso dal mio precedente, in ufficio, qualcosa di più dinamico che mi permettesse di essere a disposizione della popolazione”. E ancora, “sono molto emozionato, è stato un periodo interessante, lungo e difficile, però i risultati si sono visti quindi sono contento di essere qui oggi”: le parole dei nuovi agenti Elisa Visani e Raffaele Crameri tradiscono l’emozione che suscita il giuramento di fedeltà alla costituzione ed alle leggi, avvenuta quest’oggi. L’importanza del momento è confermata dal direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi, presente sul posto. Ticinonews si è recata sul posto per raccogliere sensazioni e prospettive.
Una giornata di festa, con uno sguardo al prossimo futuro
“È una giornata di festa, perché donne e uomini del territorio si mettono a disposizione di un servizio essenziale quale è la sicurezza pubblica”, conferma Gobbi. L’obiettivo, spiega il direttore del DI, “è garantirla in maniera discreta, attraverso polizie cantonali, comunali e altri corpi per proteggere bene e persone del Ticino”. All’ordine del giorno vi però è anche la questione degli effettivi. Il governo, dopo aver deciso di non aprire la scuola di polizia nel 2026, ha fatto una parziale marcia indietro: vi prenderanno parte “una decina di agenti della Polizia Cantonale, ai quali si aggiungeranno probabilmente una quindicina di agenti delle comunali, della polizia dei trasporti, e della polizia militaire, oltre agli agenti dei Grigioni, che abbiamo la fortuna di poter formare”, spiega il caposezione formazione Christophe Cerinotti. Cerinotti è ottimista: “è comunque meglio di niente. Ci sarà un deficit a fronte dei 30 agenti che in media vanno in pensione ogni anno, ma è sempre meglio di niente”. La richiesta di non abolire la scuola di polizia nel 2026 era arrivata dal direttore del DI: “i compiti essenziali verranno comunque garantiti attraverso il riordino dei compiti previsti nel progetto Polizia Ticinese, che regola i rapporti tra cantonale e comunale. D’altra parte dovremo discutere con chi beneficia di questi servizi come club sportivi e grandi manifestazioni. Magari ai promotori sarà richiesta una partecipazione maggiore”.
Risparmi su campagne di sensibilizzazione e benefit
Nel frattempo, la politica è al lavoro. La Lega, tra le varie misure di risparmio, ha proposto una riduzione delle campagne di prevenzione della Polizia Cantonale e la rinuncia alle auto di servizio da parte dei graduati non di picchetto. “Il Dipartimento attua misure e revisioni per essere sia più efficace, che più efficiente”, risponde Gobbi. Si cercherà di ottimizzare “quanto riguarda la sensibilizzazione e i benefit degli ufficiali che, ricordo, contribuiscono comunque al veicolo di servizio versando mensilmente una quota”. Per conoscere quali saranno le misure di risparmio bisognerà ancora attendere, tenendo presente l’instabilità e l’incertezza del periodo storico: “le sfide sono molteplici, osserviamo un’instabilità globale che si ripercuote da noi”, conclude Gobbi, “e se penso a quello che il Ticino ha da offrire, un Cantone bello, sicuro, questi elementi vanno mantenuti, perché stiamo attraendo contribuenti in fuga da territori più instabili”.