Sull’entrata in vigore Lega e Ps ribadiscono: ‘Si agisca in fretta’

Sull’entrata in vigore Lega e Ps ribadiscono: ‘Si agisca in fretta’

Così il presidente del governo Norman Gobbi dopo l’incontro con i fautori delle due iniziative avallate alle urne. Prioritario per Ps e Lega agire in fretta

Il governo incontra gli iniziativisti dopo il doppio sì alle urne per discuterne il finanziamento.
Gobbi: ‘Cerchiamo una soluzione partecipata e condivisa. Ma con i veti incrociati è difficile’.
È stata una prima storica. Mai, come tiene a sottolineare il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, il governo aveva incontrato i promotori di un’iniziativa approvata alle urne. Già, perché il doppio sì del 28 settembre alle iniziative – quella del 10% e quella per la deducibilità integrale – sulle casse malati «pone un problema non indifferente», rimarca Gobbi.
Quello del finanziamento, visto che le due misure ‘pesano’ 350 milioni sulle casse del Cantone. «Questi incontri fanno parte del piano che abbiamo per arrivare a una soluzione partecipata e condivisa. Una soluzione che deve arrivare per rispondere al grido d’allarme che hanno lanciato i cittadini ticinesi». Ascoltate le posizioni e le proposte di socialisti e leghisti, il Consiglio di Stato – che ha partecipato in corpore agli incontri – farà ora le sue valutazioni. «Poi verranno interrogati altri attori – aggiunge Gobbi –. Questo perché vogliamo una soluzione, come detto, che sia il più condivisa possibile». Nel mezzo però ci sono i paletti che i due fronti di iniziativisti hanno già piantato pubblicamente… «Con i veti incrociati è difficile trovare una soluzione che risponda pienamente a questo grido d’allarme della popolazione. Ognuno ha le sue soluzioni che sono talvolta anche diametralmente opposte ma che perlomeno vogliono contribuire a risolvere il problema». Da definire ci saranno vari aspetti: «Quale modello di servizio pubblico vogliamo, quale livello di pressione fiscale e come garantire l’equilibrio tra principio di solidarietà e responsabilità individuale». Altro tema delicato: le tempistiche. «Evidentemente i due fronti vogliono un’applicazione delle iniziative che sia il più rapido possibile, lo comprendiamo», afferma Gobbi. «Le finanze pubbliche servono però a garantire servizi essenziali e non possiamo sconquassarle».

Frapolli (Lega): ‘Vanno trovate delle soluzioni, ma non tra due anni’
Un incontro esplorativo, come ci spiega il vicecoordinatore della Lega Gianmaria Frapolli. «È stata una riunione interlocutoria in cui abbiamo ribadito la nostra posizione». Cioè: «Che la nostra iniziativa per rendere integralmente deducibili i premi di cassa malati venga applicata al più presto, possibilmente già dal 2026, e che il governo decida finalmente delle misure di contenimento della spesa agendo in modo chiaro e strutturato sulle uscite». La Lega, ricorda Frapolli, «ha già messo sul tavolo le sue ricette per limitare le uscite con le quaranta misure di risparmio e l’iniziativa ‘Stop all’aumento dei dipendenti cantonali’». Insomma, la priorità per il leghista è che il Consiglio di Stato non cincischi: «Siamo consapevoli che non tutte le misure potranno essere sicuramente implementate, però vanno trovate delle soluzioni», osserva Frapolli. Che rimarca: «Non tra due anni, ma in modo decisivo nei prossimi mesi». In tal senso, sottolinea, «anche se è giusto discuterne, non abbiamo bisogno di incontri interlocutori, ma di decisioni». Quello di ieri è infatti per Frapolli un appuntamento che lascia in sospeso troppe questioni. «Ci saremmo potuti ritenere soddisfatti – commenta – se fossimo usciti da Palazzo delle Orsoline con la conferma di una messa in atto delle iniziative da parte del Consiglio di Stato. Questo non è avvenuto perché è stato un incontro interlocutorio, quindi la soddisfazione non c’è», sancisce il vice-coordinatore. E ora cosa succede, sono previsti altri incontri? «Noi non abbiamo ricevuto nessuna indicazione», afferma Frapolli. Ma avverte: «Se non verranno sollecitati altri incontri per trovare una soluzione, sarà nostra responsabilità come partito di governo proporne altri». Dopo i leghisti è toccato al Ps incontrare il governo. «Come iniziativisti abbiamo ribadito che per noi è estremamente importante un’implementazione urgente della misura approvata dal popolo. I premi di cassa malati stanno esplodendo e le persone non ce la fanno più», commenta la copresidente del Ps Laura Riget senza aggiungere altro. «Le negoziazioni si fanno seduti a un tavolo guardandosi in faccia. Non sui media».

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Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 9 ottobre de La Regione

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Per le iniziative sulle casse malati un rebus nelle mani del Governo
Primo «round» di colloqui tra i promotori e l’Esecutivo – La Lega mette i paletti: «Da applicare il prossimo anno, si agisca sulla spesa» Il PS non si sbilancia e avverte: «Aperti al dialogo, ma non a tutti i costi» – E Norman Gobbi mira all’intesa: «Coinvolgeremo tutte le parti»

Non si può certo dire che i volti degli iniziativisti, così come quello del presidente del Governo, fossero particolarmente sorridenti ieri pomeriggio fuori da Palazzo delle Orsoline al termine dei primi colloqui dedicati all’implementazione delle iniziative popolari sui premi di cassa malati approvate il 28 settembre dal popolo.
Le posizioni delle parti, come d’altronde è ovvio che sia in un primo «round» di negoziati, non si sono mosse di un millimetro rispetto agli scorsi giorni. Entrambi i fronti chiedono la messa in vigore «il prima possibile» dei rispettivi testi votati dai cittadini. Ed entrambi i fronti sono consapevoli che trovare i soldi non è un’impresa scontata. Così come entrambi i fronti restano su posizioni diametralmente opposte: la Lega chiede tagli alla spesa per finanziare la sua iniziativa, mentre il PS propone aumenti d’entrate fiscali. Al centro, tra i due fronti, c’è il Governo. Un Esecutivo che, almeno per il momento, sembra fungere più che altro da «arbitro ». Un direttore di gara che si è limitato ad ascoltare le posizioni delle rispettive squadre, senza immischiarsi nel «gioco». Il Consiglio di Stato si prenderà infatti ora qualche settimana per consolidare la sua posizione. E poi allargherà la consultazione a tutti gli altri attori, dai partiti ai sindacati e alle associazioni economiche. Come dire: per avere qualche indicazione in più su come sarà trovata la famosa quadratura del cerchio, bisognerà attendere. Ma per il momento una cosa è certa: trovare quella quadratura sarà certamente impresa ardua, una corsa in salita.

Gli strumenti ci sono
I primi a presentarsi in Piazza Governo dopo l’incontro, poco dopo le 14.30, sono stati i leghisti Daniele Piccaluga, Boris Bignasca e Gianmaria Frapolli. Quest’ultimo, nel rispondere alle domande dei media, non ha nascosto una certa delusione per il primo incontro. «Sicuramente è stata una discussione che non ha portato dei frutti », ha esordito. «Noi abbiamo continuato a mettere sul tavolo le nostre prerogative». Una su tutte: «Il fatto che questo paese non deve avere aumenti d’imposte». E che quindi «bisogna agire sulla spesa pubblica ». Una linea che, ha ricordato Frapolli, la Lega ribadisce «da diversi mesi». Anche sul fronte delle tempistiche il leghista è stato chiaro: «Abbiamo già chiesto che la nostra iniziativa sia applicata il prima possibile, a partire dall’anno prossimo ». Per via Monte Boglia, detto altrimenti, «è il momento di agire» e «non si possono aspettare due o tre anni per applicare » la proposta. Riguardo al finanziamento dell’iniziativa la Lega ha quindi rimesso sul tavolo le 40 misure di risparmio presentate negli scorsi mesi e che, nello stesso Preventivo 2026, sono state essenzialmente già cassate dal Governo. Ma, a questo proposito, via Monte Boglia non ha intenzione di cedere. Anzi. E concretamente chiede che il Governo ne applichi almeno una parte. Senza dimenticare l’iniziativa popolare per ridurre il numero dei dipendenti pubblici. Come dire: gli strumenti per ridurre la spesa ci sono, vanno solo implementati. Anche perché, ha spiegato Frapolli, «bisogna agire. E agire vuol dire anche saper comunicare che occorre fare sacrifici». Sull’ipotesi di un eventuale aumento delle entrate, la Lega si è detta più e più volte contraria. Tuttavia, ieri non ha comunque completamente chiuso la porta. Anche se, ha infine evidenziato Frapolli, una cosa è certa: «Non vogliamo discutere di entrate prima che sia fatto l’esercizio sulle uscite». Insomma: prima il Governo faccia i compiti tagliando la spesa, e poi se ne riparlerà. i costi. Ora tocca anche agli altri».

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Un cortocircuito
Tornando al pomeriggio, l’ultimo a presentarsi davanti ai media in Piazza Governo è stato il consigliere di Stato Norman Gobbi. «È iniziato il primo giro di dialogo con gli iniziativisti che ha permesso loro di esplicitare i punti ai quali tengono ». Ovvero, i loro paletti rossi. L’obiettivo del Governo in questo frangente, ha d’altronde chiarito Gobbi, era proprio quello di ascoltare. «Abbiamo condiviso con loro l’obiettivo di implementare le iniziative», ha spiegato Gobbi, ma tenendo conto di due aspetti: le posizioni «molto distanti» tra gli iniziativisti e la necessità di trovare le garanzie finanziarie per implementare le due misure. Detto diversamente: implementarle «il prima possibile» significa anche trovare i soldi per farlo. Ad ogni modo, ora «il Consiglio di Stato, dopo questo primo giro di colloqui, consoliderà la propria posizione e poi coinvolgerà altri partner nell’ottica di avere un processo partecipativo». Anche perché, ha sottolineato il consigliere di Stato, «una soluzione condivisa ha maggiori possibilità di riuscita».
A questo punto, va però detto, restano ancora diversi nodi da sciogliere. Uno, ad esempio, riguarda l’inscindibilità (o meno) delle due proposte. Saranno presentati due messaggi o uno solo? «È uno di quegli elementi ancora da chiarire», ha risposto Gobbi, proprio «perché un’iniziativa chiede di ridurre le entrate, l’altra chiede una maggiore erogazione di aiuti». E ciò, dal punto di vista finanziario, rappresenta «un cortocircuito» di non facile soluzione.
Sia come sia, ha ribadito Gobbi, per trovare la famosa quadratura del cerchio sarà necessario intervenire sia sul fronte delle entrate sia su quello delle uscite. «Sarà difficile trovare la quadratura? Sicuro. Vogliamo trovarla? Certamente. Ma lo faremo assieme, coinvolgendo tutte le parti necessarie », ha chiosato il presidente del Governo.

Da sapere

Le cifre dietro l’inghippo

Due direzioni opposte
Le iniziative popolari approvate dai ticinesi il 28 settembre vanno applicate in tempi brevi. E su questo punto sono tutti concordi. L’inghippo, a questo stadio, risiede però in due punti. Il primo riguarda il fatto che le iniziative vanno in due direzioni opposte: una chiede minori imposte (e quindi meno entrate per lo Stato) e l’altra chiede più aiuti (e quindi più uscite). Per finanziarle, dunque, occorrerà trovare un compromesso tra queste due vie.

Il costo non indifferente
Secondo le stime del Governo per finanziare l’iniziativa del PS occorrono circa 300 milioni. Per gli iniziativisti circa 200 milioni (perché non tutti poi chiedono effettivamente i sussidi).
L’iniziativa della Lega, invece, dovrebbe comportare circa 50 milioni di minori entrate per il Cantone e 44 per i Comuni.

Il quadro generale
Tutto ciò, in un quadro generale per le finanze cantonali già fragile. Giovedì scorso il Governo ha presentato il Preventivo 2026, con un deficit che sfiora i 100 milioni. Ma la situazione è destinata a peggiorare. Con la riforma EFAS, i risparmi della Confederazione, l’abolizione del valore locativo e l’implementazione delle due iniziative popolari sui premi di cassa malati, all’orizzonte si staglia un deficit che potrebbe aggirarsi attorno ai 700 milioni all’anno.

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 9 ottobre 2025 del Corriere del Ticino

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Cassa malati, tra preoccupazione e opzioni aperte
Il Consiglio di Stato ticinese ha incontrato gli iniziativisti di Lega e Partito Socialista per capire come finanziare quanto votato dal popolo

Nessuno è particolarmente soddisfatto ma nemmeno particolarmente insoddisfatto. Tutti però sono preoccupati. È quanto è emerso a Bellinzona, mercoledì pomeriggio, quando il Consiglio di Stato ha incontrato gli iniziativisti di Lega e Partito Socialista per affrontare il primo passo dopo la vittoria delle due iniziative per sgravare i ticinesi di parte dell’onere dei premi di cassa malati. Come sappiamo in gioco ci sono circa 400 milioni di franchi, fra minori entrate e maggiori uscite per lo Stato.
SEIDISERA della RSI ha chiesto come sono andati gli incontri odierni al presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi. “Oggi è iniziato il primo giro di dialogo con gli iniziativisti, che ha permesso di esplicitare da parte loro i punti ai quali tengono. Abbiamo condiviso con loro l’obiettivo di implementare le iniziative”. La domanda a questo punto è: implementare le iniziative o implementarle il più presto possibile, che è uno dei nodi? “Implementarle il più presto possibile richiede anche l’analisi di come poterle finanziare – dice Norman Gobbi – Da un lato, proprio perché non possiamo dar seguito senza avere chiari determinati aspetti che sono stati anche chiesti da loro. Quindi in questo senso si lavorerà assieme. Il Consiglio di Stato dopo questo primo giro di colloqui farà un consolidamento della propria posizione, poi coinvolgerà altri partner proprio nell’ottica di avere un processo partecipativo, perché una soluzione condivisa ha maggiori possibilità di riuscire”.
Da parte sua, per i socialisti, la co-presidente Laura Riget ha dichiarato ai microfoni di SEIDISERA che l’incontro è andato bene. “Come iniziativisti abbiamo ribadito che secondo noi è importante un’implementazione rapida: i premi di cassa malati stanno esplodendo, le persone non ce la fanno più. Quindi non si può rimandare l’attuazione. Per tutto il resto pensiamo che i negoziati vanno fatti al tavolo, guardandosi in faccia, non sui media. Quindi non rilasceremo ulteriori commenti”.
Gianmaria Frapolli, uno dei vice coordinatori della Lega, invece ha spiegato che “sicuramente è stata una discussione che non ha portato dei frutti. Noi abbiamo continuato a mettere comunque sul tavolo quelle che sono le nostre prerogative importanti: il fatto che comunque questo Paese non deve avere degli aumenti di imposta e che, da questo punto di vista, bisogna agire sulla spesa pubblica. Questo è un tema che ribadiamo da diversi mesi. I cittadini ticinesi si sono già esposti l’anno scorso con delle riduzioni fiscali e quest’anno hanno detto che non vogliono spendere di più”.
Ora come si andrà avanti? Come ha dichiarato a SEIDISERA il presidente Gobbi, ora il lavoro andrà fatto all’interno del Governo, per individuare almeno alcuni punti fermi su cui costruire sia una strada percorribile finanziariamente sia un consenso fra le forze politiche.
Il Consiglio di Stato vuole tenere tutte le opzioni aperte. Anche, se lo ritenesse necessario, l’opzione di avanzare a velocità differenti. Alla domanda se, idealmente si va verso uno o due messaggi separati, Gobbi risponde: “Questo sarà ancora uno degli elementi da chiarire, proprio perché da una parte abbiamo un messaggio che ci chiede di ridurre le entrate e quindi minor pressione fiscale, dall’altra parte maggior erogazione di aiuti. E questo evidentemente pone la questione del corto circuito dal punto di vista finanziario”.

https://www.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Cassa-malati-tra-preoccupazione-e-opzioni-aperte–3181068.html

https://www.rsi.ch/play/tv/-/video/-?urn=urn:rsi:video:3181620