Statistica penitenziaria 2024: oltre 3’500 detenuti stranieri
Nel 2024 in Svizzera sono state eseguite 12’404 pene o misure detentive. Un dato che, pur non segnando un aumento esplosivo rispetto agli anni precedenti, racconta molto sull’evoluzione della società elvetica e sulla pressione crescente che grava sul sistema penitenziario.
Secondo le cifre ufficiali, quasi tre quarti delle esecuzioni riguardano effettivamente la detenzione in un istituto penale. Di queste, il 91% coinvolge uomini e ben il 69% persone di nazionalità straniera. Un quadro che conferma una tendenza ormai consolidata: la popolazione carceraria svizzera è composta in larga misura da stranieri, e questo elemento spiega in buona parte la crescita registrata negli ultimi decenni.
“Negli ultimi quarant’anni – spiega Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni ticinese – il numero di detenuti stranieri è aumentato del 350%. Si tratta di un’evoluzione impressionante, che riflette non solo l’aumento della popolazione straniera in Svizzera, ma anche l’impatto della criminalità transfrontaliera e della mobilità internazionale. Le carceri sono diventate lo specchio di questa realtà.”
Oggi, il rapporto tra detenuti svizzeri e stranieri è di circa uno a tre: per ogni detenuto svizzero ce ne sono due di nazionalità estera. In altre parole, solo un quarto della popolazione carceraria possiede il passaporto rossocrociato. “Per chi non ha domicilio fisso o radici nel Paese – precisa Gobbi -, la detenzione rimane la sola via praticabile. È però vero che l’immigrazione da determinate aree – in particolar modo dal Nord Africa – l’inclinazione alla delinquenza è marcata.”
Accanto alla detenzione, le pene alternative continuano comunque a rappresentare una parte importante del sistema. Nel 2024 oltre 3.000 condanne sono state eseguite sotto forma di lavoro d’interesse generale – quasi un quarto del totale – e il 3% tramite la sorveglianza elettronica. In queste modalità la percentuale di svizzeri è sensibilmente più alta, così come quella delle donne, a conferma del fatto che le misure extracarcerarie si applicano più facilmente a chi ha un contesto stabile.
Per Gobbi, la sfida dei prossimi anni sarà duplice: da un lato garantire la sicurez09za pubblica, dall’altro mantenere un sistema penitenziario equilibrato e sostenibile. “Non possiamo ignorare che due detenuti su tre non sono svizzeri. È una realtà che pesa sulle strutture e sulle finanze dei Cantoni. Dobbiamo lavorare a livello federale per coordinare meglio le politiche penali e migratorie, altrimenti continueremo a gestire gli effetti senza affrontare le cause.”
Le cifre del 2024, in fondo, raccontano una storia che va oltre le mura delle prigioni. Parlano di una Svizzera aperta e mobile, ma anche esposta a nuove sfide. Come ricorda Gobbi, “le carceri sono uno specchio della società: ci mostrano chi siamo e in che direzione stiamo andando. E a mio modo di vedere, vanno posti degli urgenti correttivi”.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 9 novembre 2025 de Il Mattino della domenica