L’esercito svizzero in Ticino: un pilastro per la sicurezza e l’economia regionale

L’esercito svizzero in Ticino: un pilastro per la sicurezza e l’economia regionale

Il Consigliere di Stato Norman Gobbi ha commentato i dati sull’impatto dell’attività dell’esercito svizzero nel Canton Ticino, evidenziando come le forze armate rappresentino non solo un presidio di sicurezza, ma anche un importante motore economico per il territorio.

L’esercito svizzero sta attraversando un periodo di sfide significative“, ha esordito Gobbi, riferendosi ai costi legati all’acquisizione degli F-35 e alle problematiche del progetto droni. “Tuttavia, è fondamentale distinguere tra critica costruttiva e strumentalizzazione politica. Additare sistematicamente ogni problema come prova dell’inadeguatezza strutturale dell’esercito rivela spesso un’agenda politica precisa“, ha sottolineato il Presidente del Consiglio di Stato.

La presenza militare in Ticino si articola attraverso una rete capillare di infrastrutture distribuite sul territorio, da Airolo a Locarno, da Isone a Monteceneri. Complessivamente, 427 collaboratori del DDPS lavorano nel cantone, di cui 227 militari di professione e 200 civili, mentre altri 422 residenti ticinesi prestano servizio in altri cantoni. I militi ticinesi attualmente in servizio sono 5’382, di cui il 50% concentrato nelle tre principali unità: Gruppo artiglieria 49, Battaglione fanteria montagna 30 e Battaglione salvataggio 3.

L’impegno concreto dell’esercito sul territorio è emerso chiaramente durante l’operazione “AQUA 24” in Vallemaggia”, ha proseguito Gobbi, “dove le forze armate hanno fornito supporto essenziale con 76 ore di volo, fino a 42 militi impiegati e complessivamente 692 giorni di servizio nelle prime due fasi dell’intervento”. Oltre agli interventi d’emergenza, l’esercito sostiene regolarmente eventi civili attraverso varie prestazioni, con 1’347 giorni di servizio tra il 2024 e il 2025 per manifestazioni sportive e culturali sul territorio.

Un aspetto particolarmente rilevante riguarda l’impatto economico. Gli investimenti di armasuisse Immobili nella regione ticinese dal 2015 ammontano a 350 milioni di franchi, tra progetti conclusi, in realizzazione e in pianificazione. Secondo la media pluriennale, il 75% delle spese per prestazioni di pianificazione ed edili ricade su fornitori della regione linguistica, generando un importante indotto per l’economia locale. Tra i progetti realizzati spiccano il centro logistico del Monte Ceneri (22 milioni), la sala polivalente di Isone con certificazione Minergie-P-ECO (8 milioni) e la centrale termica a cippato dell’aerodromo di Locarno (8 milioni), che consente di risparmiare 75’000 litri di olio all’anno.

Guardando al futuro, sono in programma interventi significativi: la nuova costruzione del Centro Medico della Regione al Monte Ceneri (17 milioni), lo sviluppo della logistica nel Nord Ticino a Quinto (38 milioni) e la ristrutturazione totale delle caserme del Monte Ceneri (22 milioni). Sul fronte dei pernottamenti, l’Ufficio coordinazione ha registrato 138’747 pernottamenti nel 2024-2025, generando un flusso monetario complessivo di 7,6 milioni di franchi tra pagamenti ai comuni, ai privati, sussistenza e compensi ai militi.

In questo contesto, l’approccio più produttivo consiste nel riconoscere i problemi reali senza cadere nella trappola della demonizzazione sistematica“, ha concluso Gobbi. “L’esercito svizzero deve continuare a migliorarsi e adattarsi alle sfide contemporanee, ma trasformare ogni difficoltà in un atto d’accusa contro l’esistenza stessa delle forze armate serve solo a indebolire una componente fondamentale della sicurezza nazionale in un mondo sempre più instabile.”

Articolo pubblicato all’interno dell’edizione di domenica 16 novembre 2025 de Il Mattino della domenica