Acquisto EFG: dai… fiumi di parole ora è il momento di passare ai fatti

Acquisto EFG: dai… fiumi di parole ora è il momento di passare ai fatti

Considerazioni di Norman Gobbi alla vigilia del voto parlamentare

Dopo un po’più di quattro anni dalla presentazione da parte del Governo, questa settimana il Gran Consiglio discuterà l’acquisto dell’ex Banca del Gottardo. L’edificio bancario progettato da Mario Botta in centro a Lugano servirà per ospitare per i prossimi 50, 100 anni una parte rilevante (non tutta) degli uffici della Giustizia ticinese che già oggi ha sede per legge a Lugano. “È un investimento di 76 milioni di franchi che permetterà al nostro Cantone di dare finalmente una “casa” al terzo potere dello Stato, la Giustizia. Si sono dette e scritte sin troppe parole sul tema. Sono forse passati anche troppi anni. Ma questa settimana i nostri deputati avranno la possibilità di dire se vogliono permettere alla Giustizia ticinese di avere la soluzione logistica ideale e decorosa. Lo Stato investe per avere un suo importante stabile nel centro di Lugano, facendo in modo di mantenere nel centro della Città 700 posti di lavoro qualificati, occupati da cittadine e da cittadini svizzeri”, afferma il Consigliere di Stato, Norman Gobbi.

In un momento difficile per le finanze cantonali è opportuno spendere questi soldi? “È indispensabile. È dal 2008, ossia ancora prima che io arrivassi al Dipartimento delle istituzioni, che si parla di ristrutturare l’attuale Palazzo di giustizia. Si sono fatti gli approfondimenti del caso ed è stata vagliata ogni possibile soluzione a Lugano, che ha portato nel 2019 a proporre l’acquisto in pieno centro a Lugano di un edificio importante che rimarrà nel tempo a favore della Giustizia, che, lo ricordo, è il potere che permette a una società di crescere sana, nel rispetto delle regole, garantendo a ogni cittadina e a ogni cittadino di essere protetto nei propri diritti. In secondo luogo questo acquisto darà la possibilità di avviare una serie di altri lavori, ripeto, indispensabili per ristrutturare il Palazzo di Giustizia di via Pretorio, oggi in una situazione decadente e agli “sgoccioli” come tempo di vita edificatoria. Interventi che “faranno girare” l’economia, dando lavoro alle nostre aziende, ai nostri artigiani. Non da ultimo, il progetto complessivo – che permette il riuso sostenibile di tre stabili in centro a Lugano, facilmente raggiungibili dai cittadini utenti dei servizi legati alla giustizia – risolve e definisce in modo chiaro la situazione logistica della Giustizia a livello cantonale e permette l’entrata in vigore della giustizia digitale, come richiesto dalla Confederazione entro le tempistiche previste”.

Ma diversi partiti in questi ultimi anni hanno fatto… melina, rinviando le discussioni per anni. “È la politica, e ci dobbiamo quindi confrontare con tali aspetti. Sono però grato a chi negli ultimi mesi ha spinto per giungerne a una, come si dice in buon italiano… Penso ai relatori di maggioranza Matteo Quadranti e Michele Guerra. Ma anche alla maggioranza dei gruppi PLR, PPD, PS, oltre naturalmente alla Lega dei Ticinesi. Mi auguro per finire che la discussione in Parlamento sia improntata su un confronto costruttivo, per il bene dei cittadini e della Giustizia cantonale, con uno sguardo sul futuro, come dovrebbe sempre fare la politica, e non solo sull’immediato”, conclude il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi.

Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 4 febbraio 2024 de Il Mattino della domenica.