Al Gran Consiglio maggiori responsabilità e la carta del referendum in mano ai cittadini

Al Gran Consiglio maggiori responsabilità e la carta del referendum in mano ai cittadini

Una mia intervista di oggi pubblicata sul Corriere del Ticino – a cura di Massimo Solari

«Con il nuovo sistema nessun tartassamento e non si pagherà di più». Conferma quanto promesso nelle scorse settimane?

Una delle questioni da stabilire sarà se fare riferimento al gettito d’imposta 2016 o 2017, ritenuto però che in Ticino si assiste a un’evoluzione regolare delle immatricolazioni fino al +2%. Ciò detto l’obiettivo della riforma non è di certo quello di aumentare il gettito o pescare di più nelle tasche degli automobilisti, quanto invece semplificare i calcoli e uniformarli viste le attuali formule differenziate.

In 8 anni si tratterebbe della terza modifica legislativa. La soluzione individuata permette una stabilità nel tempo o l’automobilista deve aspettarsi nuovi correttivi a seconda dell’andamento del gettito di imposta?

Nel 2009 quando venne introdotto il principio dei bonus e dei malus si toccò unicamente le nuove immatricolazioni. Ma oggi sappiamo che vi sono macchine nuove più efficienti che pagano di più di vetture vecchie maggiormente inquinanti. E questo, nell’ottica di una miglioria del parco veicoli nel nostro cantone, non è la cosa migliore. Con la base di calcolo unica subentrerebbe invece una parità di trattamento nel quadro di un sistema che, sì, miriamo a consolidare nel tempo.

Ma le cose potrebbero cambiare pure dal punto di vista politico. È corretto?

Vogliamo una base legale che sia blindata, e ciò alfine di responsabilizzare il Gran Consiglio e renderlo attento sul fatto che tutti i parametri e le conseguenti ponderazioni dei coefficienti saranno fissati per legge, mentre solo alcuni aspetti operativi andranno a finire nel regolamento. Lo abbiamo visto con la manovra di risanamento: non è possibile chiedere al Consiglio di Stato di fare di più incassando però di meno. In questo modo, oltretutto, in caso di ulteriori modifiche ai cittadini verrebbe data la possibilità di fare referendum.

Quale iter seguirà ora il dossier?

Il rapporto consolidato del gruppo di lavoro, accompagnato da una serie di quesiti del Dipartimento, sarà oggetto di un’indagine conoscitiva già nelle prossime settimane. Saranno interpellati i partiti e le associazioni di categoria che avevano preso parte al work shop sul tema lo scorso autunno. E qui, a dipendenza delle sensibilità, andrà soprattutto chiarito che peso assegnare ai due criteri di ponderazione, quale gettito di riferimento considerare e a chi attribuire la competenza decisionale. Si avrà così una base consolidata per i passi successivi in Governo e in Parlamento. L’obiettivo resta comunque l’entrata in vigore nel 2018.

Sul tema è attesa un’iniziativa popolare del PPD. Il suo Dipartimento ha voluto giocare d’anticipo?

A dirla tutta abbiamo iniziato a giocare d’anticipo dalla scorsa primavera, quando avevamo deciso di voler affrontare il tema, e poi dal abbiamo organizzato il seminario d’approfondimento in settembre. E lo stiamo facendo in modo serio per offrire una soluzione innovativa e univoca per tutte le automobili. Poi è chiaro, il PPD può sentire la necessità di profilarsi politicamente sulla questione ed è legittimato a farlo. A questo punto attendiamo le loro osservazioni nel quadro dell’indagine conoscitiva.
Circolazione L’imposta del futuro in due mosse

Individuata la soluzione che dal 2018 potrebbe sostituire il sistema bonus/malus per gli automobilisti La formula si basa sulla massa a vuoto e le emissioni di CO2 del veicolo – Andrà garantito l’attuale gettito

La soluzione è confezionata, ma ora andrà affinata e poi fatta digerire a Governo e Parlamento. Mentre il 1. marzo oltre 135.000 automobilisti ticinesi su 225.000 hanno pagato una fattura più salata per il 2017, ora il Corriere del Ticino è in grado di anticipare come s’intende calcolare l’imposta di circolazione già dal 2018. E le novità non mancano. La modalità di calcolo rivista non prevede più l’attuale sistema basato sugli ecoincentivi per i veicoli immatricolati dal 2009. Un metodo controverso poiché vincolato per legge alla neutralità finanziaria tra bonus/malus e in quanto tale divenuto ormai non più sostenibile visto il progressivo aumento sulle strade di automobili efficienti.

Il tutto nasce dal seminario promosso nel settembre del 2016 dal Dipartimento delle istituzioni coinvolgendo le cerchie interessate con l’obiettivo di proporre una formula più chiara e che superasse i limiti dell’attuale formula. Ora l’impianto legislativo, corretto da uno speciale gruppo di lavoro, stabilisce che si debba far riferimento ad al massimo due parametri (vedi anche il grafico a lato): la massa a vuoto del veicolo – ossia il peso del mezzo pronto all’uso con il conducente – e le sue emissioni di CO2. Ciascuno andrebbe moltiplicato per un coefficiente ancora da stabilire, per poi essere sommati e dare l’importo totale da pagare. E nelle intenzioni il compito di fissare i valori finirebbe nelle mani del Gran Consiglio.

In questo modo verrebbe così a cadere l’impostazione di fondo del calcolo odierno, diversificato a seconda della data d’immatricolazione del veicolo (dal 2009, tra il 1998 e il 2008, tra il 1987 e il 1997, prima del 1986). Una formula, questa, che poggia su un importo fisso di 158 franchi e tiene poi considerazione più elementi: il peso, la potenza (che si vuole abbandonare) e il cosiddetto fattore K – ovvero le emissioni di CO2 – suddiviso a seconda dei consumi al chilometro e determinante per l’assegnazione dei bonus o dei malus. Come detto quest’ultimo parametro verrà mantenuto e aumenterà esponenzialmente col crescere dei valori di CO2. Per contro il criterio della massa a vuoto dovrebbe presentare una funzione lineare. È comunque importante notare come nel computo complessivo la variabile CO2 dovrebbe garantire la percentuale maggiore di gettito d’imposta, mentre quella relativa al peso del veicolo la minore a copertura dei costi per l’impatto del mezzo sull’infrastruttura. Sempre in questo quadro il gruppo di lavoro pone però l’accento su altri due aspetti centrali. Da un lato la nuova formula – e quindi la somma dei due parametri – dovrà pareggiare il gettito 2017, pari a poco più di 110 milioni di franchi. Dall’altro si avvisa che la modalità di calcolo subirà dei periodici adeguamenti, in quanto un sistema basato sulle emissioni di CO2 a parità di parco veicoli produrrà un gettito globale al ribasso.

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