Autorità di protezione, una riforma storica

Autorità di protezione, una riforma storica

Le Autorità regionali di protezione – già Delegazioni tutorie comunali e Commissioni tutorie regionali, nel gergo comune meglio conosciute semplicemente come «tutorie» – saranno a tutti gli effetti una nuova Autorità giudiziaria indipendente e autonoma, inserita nell’ordinamento giudiziario cantonale. Questa la direzione che il Parlamento ha approvato praticamente all’unanimità, a soli sei mesi dalla presentazione del relativo messaggio governativo e trovando l’adesione delle principali forze politiche, condividendo il principio cardine della riforma delle Autorità di protezione presentata dal Consiglio di Stato su proposta del Dipartimento delle istituzioni che dirigo. Un passaggio storico per il Canton Ticino, visto che il funzionamento delle Autorità in materia di protezione dei minori e degli adulti è di competenza dei Comuni dal 1803, sancito nella Costituzione cantonale.
Le Autorità di protezione sono l’autorità più incisiva del nostro ordinamento, con un intervento importante sui diritti fondamentali delle persone, toccando la libertà personale, l’autonomia privata e la vita familiare. La sfera di competenza di queste autorità è ampia e può interessare tutta la vita di una persona, dalla nascita sino alla sua morte. L’ottica della riforma è quella di cogliere l’evoluzione naturale delle Autorità di protezione verso il modello giudiziario, già ipotizzato in passato a livello federale e cantonale, accrescendone l’indipendenza, l’autorevolezza e il riconoscimento, anche nei riguardi degli Stati esteri. Una riforma tesa a rafforzare l’organizzazione delle Autorità di protezione e a uniformare l’attività su scala cantonale, ai fini di migliorare la risposta dello Stato in questo ambito delicato della nostra società a tutela delle fasce più fragili della popolazione, tra cui anziani e giovani in situazioni di difficoltà.
La riforma promossa dal Dipartimento delle istituzioni e coordinata dalla Divisione della giustizia è frutto di un percorso costruttivo e partecipato, che ha visto il coinvolgimento di molteplici attori, istituzionali e della società civile, a cui va un sentito ringraziamento per l’apporto fornito e che assicureranno a questo rilevante quanto laborioso progetto, per il quale tengo a ringraziare anche la direttrice della Divisione della giustizia Frida Andreotti nonché i suoi collaboratori Cristoforo Piattini e Ljence Milani, per il lavoro sin qui svolto. Un riconoscimento da estendere a chi assicura l’attività delle attuali Autorità regionali di protezione con responsabilità e impegno e in particolare ai Comuni, competenti per il funzionamento delle stesse.
La modifica della Costituzione cantonale approvata dal Parlamento volta all’istituzione della nuova Autorità giudiziaria specializzata nel diritto di protezione, le future Preture di protezione, sarà quindi sottoposta nell’autunno prossimo in votazione popolare. Un esercizio democratico necessario in termini formali che personalmente reputo oltremodo positivo e salutare per la nostra società in quanto metterà in primo piano la Giustizia del nostro Cantone coinvolgendo attivamente la cittadinanza, consentendo la legittimazione di questa nuova Autorità giudiziaria in caso di approvazione della riforma da parte delle cittadine e dei cittadini ticinesi.

Opinione pubblicata nell’edizione di giovedì 23 giugno 2022 del Corriere del Ticino