Biasca: nuova età dell’oro per i binari

Biasca: nuova età dell’oro per i binari

Dal Corriere del Ticino del 4 agosto 2016 | Andreas Meyer in visita alla struttura di manutenzione e soccorso da 70 milioni. Il livello occupazionale delle FFS nella regione torna ad essere quello del 1914

«È difficile che i treni AlpTransit si fermino a Biasca». Sono le parole del CEO delle FFS Andreas Meyer che ieri ha accompagnato la stampa in visita ai due centro di manutenzione della galleria di base. In Riviera ad accoglierlo vi erano il consigliere di Stato Norman Gobbi e Loris Galbusera, sindaco della cittadina che ospita i capannoni da 70 milioni di franchi. Nel suo intervento quest’ultimo, prima di presentare ancora una volta la richiesta di tutte le Tre Valli, che ancora una volta non è stata accolta, ha ricordato che, con i posti di lavoro creati in zona dalla FFS (sono 300) si torna ai livelli occupazionali nel settore ferroviario del lontano 1914. E di questo aspetto, nonché degli investimenti miliardari sull’asse del San Gottardo, i politici locali sono grati alle FFS. Lo hanno detto Galbusera e Gobbi che si è espresso in tedesco, ricambiando la cortesia di Meyer che ha invece parlato in italiano lodando: «La famiglia del tunnel», dichiarandosi giustamente «fiero» della modernità degli impianti FFS.

È toccato all’ingegner Denis Rossi illustrare gli aspetti tecnici: dall’11 giugno scorso sono iniziati i lavori di manutenzione ordinaria nel tunnel, anche se non è ancora utilizzato per il traffico normale. Quando si lavorerà a pieno regime, per tre notti alla settimana, dal sabato al martedì, sotto il San Gottardo saranno attivi per tutto l’anno 11 cantieri differenti. Ognuna delle citate notti i treni di manutenzione entrano in galleria e portano materiale e uomini sul posto; a lavori ultimati i convogli vengono ricomposti per tornare a Biasca ed a Erstfeld. I due centri di manutenzione e soccorso sono identici e hanno le medesime competenze (non vi sono limiti territoriali). I pompieri sul versante sud sono comandati da Paolo Tappa ed il loro treno rosso è stato battezzato «Biasca». A proposito di treni, Rossi ha rivelato che la metà del materiale rotabile per i servizi di manutenzione non è ancora stato consegnato e, per sopperire alla mancanza, per il momento vengono noleggiati i macchinari mancanti.

Ma gli impegno delle FFS in Ticino non si limitano all’AlpTransit: nei prossimi anni saranno investiti altri due miliardi di franchi: 1,4 miliardi in ampliamenti infrastrutturali, 490 milioni in moderni treni regionali e altri 84 milioni in progetti immobiliari. Tra questi ultimi figura la ristrutturazione delle due principali stazioni ticinesi, Lugano e Bellinzona. Le nuove stazioni saranno inaugurate come previsto, il 14 ottobre (Bellinzona) e il giorno della messa in servizio della galleria di base del San Gottardo (Lugano). Su ordine delle FFS, Stadler Rail sta costruendo, per 970 milioni di franchi, 29 nuovi treni destinati al traffico sull’asse nord-sud. Meyer parla di una «terza età dell’oro» per la mobilità ferroviaria, anche tra le tre città ticinesi. Il futuro è roseo pure per la linea di montagna che si vuole rilanciare in chiave turistica ricorrendo anche al materiale rotabile storico e alle carrozze panoramiche.

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