Centrale la Regio insubrica specie in questa crisi globale

Centrale la Regio insubrica specie in questa crisi globale

Il presidente Norman Gobbi fa il punto sugli interventi avviati in favore del territorio transfrontaliero «Dalla mobilità al turismo, la collaborazione sta dando buoni frutti. Anche sulla tutela ambientale»

Una giornata per fare il punto, ma soprattutto per guardare avanti. Con diverse, decisive dinamiche da valutare e gestire. Recentemente a Mezzana, nella sede della Comunità di lavoro Regio Insubrica si è svolto l’incontro annuale tra i rappresentanti del Gran Consiglio della Repubblica e Cantone Ticino e dei Consigli regionali di Lombardia e Piemonte. Ne parliamo con il presidente della Regio Insubrica e Consigliere di Stato del Cantone Ticino, Norman Gobbi.

Un lavoro di squadra importante, su diversi, strategici progetti transfrontalieri: qual è il bilancio della Regio Insubrica dell’ultimo anno, emerso anche nel recente incontro?
Dall’incontro è emerso come la collaborazione tra la Comunità di lavoro Regio Insubrica ed i parlamenti regionali e cantonale sia stata virtuosa ed abbia portato a dei risultati in prospettiva a favore del territorio transfrontaliero. In particolare, nell’ambito della mobilità, penso al completamento a sud del progetto Alptransit, che ha visto i rispettivi parlamenti siglare una dichiarazione di intenti e depositarla presso i rispettivi ministeri dei trasporti e delle infrastrutture, portandola addirittura all’attenzione del Parlamento e della Commissione europea nell’ambito di un convegno intitolato “Alleanza Italia-Svizzera per un’Europa più connessa: confronto sul completamento di Alptransit e il futuro dei trasporti”, tenutosi a giugno a Bruxelles.

Che cosa emerge sul fronte dell’economia e del mercato del lavoro, in un momento così delicato per i conflitti internazionali e la vicenda dei dazi, ma anche per segnali come la delocalizzazione di aziende storiche in Ticino?
L’economia internazionale sta attraversando un momento delicato e la regione di frontiera italo-svizzera non è immune da fenomeni come la guerra dei dazi o la crescita dei costi delle materie prime e semilavorate. Per tutta l’area della Regio Insubrica abbiamo ravvisato un preoccupante fenomeno di delocalizzazione delle produzioni – come accaduto nella provincia di Varese con l’impresa Beko – con riflessi negativi su tutto il tessuto economico e sul mercato del lavoro regionale. Per questo motivo la Regio Insubrica ha scritto ai ministri delle finanze di Svizzera e Italia chiedendo, anche nell’ambito delle misure di risparmio che sono attualmente discusse dai due Governi e prossimamente al vaglio dei Parlamenti, di non operare tagli sui piani di investimento infrastrutturale e sulle politiche settoriali a favore delle regioni periferiche e di confine nelle quali, ricordo, avviene oltre il 40% degli scambi commerciali tra Svizzera e Italia, scambi dell’ordine del miliardo di euro alla settimana.

La mobilità è un tema cruciale e affrontato a più riprese dalle aree della Regio Insubrica. Quali sono i progressi emersi e quali le sfide che attendono ancora?
Le sfide in questo ambito rimangono di rilievo e il settore della mobilità resta prioritario nei piani di intervento della Regio Insubrica. Per quanto concerne la lunga percorrenza ho già avuto modo di evidenziare l’importanza dell’iniziativa politica portata avanti dai parlamenti regionali di Lombardia e Piemonte e del Cantone Ticino, volta a favore il completamento a Sud del corridoio ferroviario TEN-T Rotterdam-Genova. Per quanto attiene alla mobilità transfrontaliera di corto raggio, se da un lato salutiamo l’aumento di passeggeri dei treni TILO, molto rimane da fare per la gestione del traffico su strada, in particolare nelle ore di punta, in particolare per quanto concerne i lavoratori frontalieri. In questo ambito salutiamo la conclusione dei negoziati tra Italia e Svizzera per l’elaborazione di un accordo sul cabotaggio che, una volta entrato in vigore, permetterà lo sviluppo di linee di bus transfrontaliere. Come sottolineato nell’ambito del recente Dialogo sulla cooperazione transfrontaliera italo-svizzero tenutosi a Poschiavo, ci aspettiamo una pronta trattazione e ratifica da parte del Parlamento italiano. Infine si è anche ricordato l’impegno della Regio Insubirca a favore del completamento dell’elettrificazione della Como- Lecco, lavori che la Comunità di lavoro continuerà a seguire con attenzione.

Un intenso lavoro è stato affrontato insieme sul versante del turismo, motore chiave dell’economia? Anche qui, quali risultati e quali prospettive?
Il tema del turismo sostenibile rimane centrale per lo sviluppo economico e occupazionale delle nostre regioni, ma anche dal punto di vista della tutela ambientale. Ricordo nel merito l’organizzazione da parte della Regio insubrica, per la prima volta nel 2022, degli Stati generali della cultura e del turismo per la regione dei laghi prealpini italo-svizzeri. Questo evento, per il tramite dei suoi atelier di preparazione, ha prodotto un documento strategico che indica gli assi dello sviluppo futuro del comparto. Di queste raccomandazioni è stato fatto tesoro nell’ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera Interreg, il quale prevede un obiettivo strategico dedicato al rafforzamento del ruolo della cultura e del turismo sostenibile. Constatiamo con piacere che nel primo bando della programmazione attuale, rispetto ai novanta progetti approvati, una sessantina provengono dalla Regio Insubrica e dodici riguardano il settore culturale-turistico, tra i quali vari progetti dedicati allo sviluppo delle ciclopiste, ma anche dell’integrazione digitale dell’offerta turistica.

Quali novità sul fronte della programmazione Interreg 2021/2027, sulla scia dei tanti progetti interessanti che sono stati affrontati negli scorsi anni?
Come accennato in precedenza il risultato del primo bando, sia a livello quantitativo che qualitativo, è da ritenersi positivo. Desidero evidenziare come con il solo primo bando si sia già superato, solo considerando il numero di progetti approvati, il totale della programmazione 2014-2020. Il secondo bando è stato chiuso a giugno e nel corso dell’autunno potremo effettuare una valutazione d’insieme del Programma che, voglio ricordarlo, costituisce lo strumento di cooperazione strategica con dotazione finanziaria per eccellenza dell’area di confine.

Il tema delle acque: quali progressi, ma anche quali problemi su cui muoversi insieme si possono evidenziare?
Sia sulla qualità delle acque sia sulla navigazione, che è un tema cruciale? Il monitoraggio e la tutela delle acque dei nostri bacini e fiumi transfrontalieri è da tempo un obiettivo principale per la Regio Insubrica. Si tratta di un esempio virtuoso dell’eccellente collaborazione transfrontaliera in essere in quanto, ad esempio, grazie ai progetti Interreg sviluppati e agli investimenti di Regione Lombardia, le acque del Lago di Lugano sono tornate interamente balneabili. Fa piacere anche constatare che il sistema di allerta e pronto intervento elaborato nell’ambito dell’apposito tavolo tecnico della Regio Insubrica non sia stato sollecitato nel corso dello scorso anno, ribadendo una globale migliore tutela delle nostre acque. Per quanto concerne la navigazione sui due laghi transfrontalieri Ceresio e Verbano, la Regio Insubrica continua a facilitarne lo sviluppo, in modo particolare per quanto attiene alla navigazione turistica, salutando la firma nel 2023 di un accordo consorziale di lungo termine tra la Gestione governativa navigazione laghi e la Società di navigazione del Lago di Lugano, che prevede tra l’altro l’elettrificazione progressiva di parte delle flotte. Il tema navigazione purtroppo nel corso dello scorso anno ha riscontrato delle oggettive difficoltà che ne hanno rallentato lo sviluppo dei progetti in corso, in particolare per via dei violenti nubifragi che hanno coinvolto in particolare l’Alto Ticino e portato grandi quantità di legname nei nostri laghi, rendendo la navigazione difficoltosa.

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Obiettivo per i trent’anni includere anche Sondrio
Un incontro a tutto campo che non solo ribadisce il ruolo strategico della Regio Insubrica, ma ha offerto anche spunti di riflessione per guardare oltre i confini attuali di questi territori così simili tra loro. La giornata di Mezzana, in Canton Ticino, ha visto a confronto un’ampia serie di figure e ruolo: alla presenza appunto del presidente della Regio Insubrica e consigliere di Stato del Cantone Ticino, Norman Gobbi, e del rappresentante di Regione Lombardia, Fabrizio Turba, c’erano anche per il Gran Consiglio il presidente Fabio Schnellmann, il primo vice presidente Daria Lepori, e il secondo vice presidente Giovanni Berardi; per il Consiglio regionale della Lombardia il presidente della Commissione speciale per i Rapporti tra Lombardia e Confederazione Svizzera, Giacomo Zamperini, e i consiglieri, componenti della Commissione, Luigi Zocchi e Giuseppe Licata; inoltre per il Consiglio regionale del Piemonte i consiglieri Annalisa Beccaria e Domenico Rossi.
L’intento era sensibilizzare i legislativi regionali sui temi al centro dell’attenzione nell’ultimo anno, nonché i prossimi impegni. In vista del trentennale della Regio Insubrica, il consigliere
Zamperini inoltre ha avanzato l’idea di prendere in esame un ampliamento dei confini insubrici, ovvero includere provincia di Sondrio e Canton Grigioni. Zone confinanti, problemi affini, sfide
che si possono affrontare insieme come ha dimostrato già l’esperienza finora vissuta tra le zone attualmente comprese nella Regio Insubrica.

Articolo pubblicato giovedì 17 luglio 2025 su Frontiera/La Provincia