«Ciò che accade in Ticino diventerà realtà in tutta la Svizzera»

«Ciò che accade in Ticino diventerà realtà in tutta la Svizzera»

Problemi finanziari
Il Consiglio federale deve confrontarsi con la situazione del suo Cantone, dice il presidente del Governo Norman Gobbi.

Nell’ottobre 2024 il Ticino avrebbe dovuto essere il Cantone ospite all’Olma, ma il Consiglio di Stato ha annullato all’ultimo momento. Le spese di 1,5 milioni di franchi per la partecipazione non erano opportune vista la difficile situazione finanziaria.
Il Cantone Ticino lotta da anni con i bilanci in rosso. Anche il budget 2026 presenta un deficit di 97,4 milioni, su una spesa complessiva di 4 miliardi di franchi. Ma non è tutto: il 28 settembre il problema finanziario del Cantone si è aggravato di diverse centinaia di milioni di franchi con un colpo solo. Gli elettori ticinesi hanno approvato due iniziative popolari, una per maggiori riduzioni sui premi assicurativi e l’altra per maggiori detrazioni fiscali sui premi delle casse malati. Entrambe insieme costeranno al Cantone, secondo un comunicato del Consiglio di Stato, circa 350 milioni di franchi all’anno. A questo si aggiungono due decisioni nazionali che pesano sulle casse cantonali: l’abolizione del valore locativo e il nuovo finanziamento sanitario che entrerà in vigore nel 2028. Il Cantone rischia un deficit complessivo di 700 milioni di franchi tra il 2027 e il 2029, scrive il Consiglio di Stato. «Per una regione come il Ticino questo è insostenibile».

Invecchiamento, frontalieri, poco compenso finanziario
E ora? Il presidente del Governo Norman Gobbi siede pochi giorni dopo questa domenica di voto decisiva nella Sala Protocollo del Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, un edificio rappresentativo del XVIII secolo. Viene appena da una seduta del Consiglio di Stato. «Alcuni miei colleghi sono gravati dalla situazione», dice il politico della Lega. Lui stesso è piuttosto ottimista. «Siamo ancora vivi, si troverà una soluzione». Tuttavia, la politica ticinese cerca da anni invano una soluzione. Gobbi spiega i fattori su cui il Cantone ha poco controllo: i molti frontalieri (80’000, un terzo di tutti i lavoratori), che comprimono i salari e pagano solo l’imposta alla fonte; l’invecchiamento, che fa lievitare i costi sanitari; e il compenso finanziario intercantonale, visto dal Ticino come ingiusto. Il Ticino riceve per abitante e anno 301 franchi, l’Aargau 788, il Grigioni 1095 e il Vallese 2469 franchi.
Ma ci sono anche errori fatti in casa: riduzioni fiscali che, secondo i critici, sono costate al Cantone circa 200 milioni di franchi di entrate — senza che però si sia insediato un numero sufficiente di persone con redditi elevati; un’elevata densità ospedaliera e molte visite mediche. Gobbi dice: «Su questo siamo molto ‹latini›, troppi ticinesi vanno dal medico anche per un semplice raffreddore». L’amministrazione cantonale è considerata sovradimensionata con circa 6000 dipendenti; un’iniziativa popolare chiede ora un blocco delle assunzioni e una riduzione del 10% del budget per il personale. In realtà, il Consiglio di Stato potrebbe già attuarlo oggi. I partiti che hanno lanciato l’iniziativa dominano il Governo. Gobbi dice solo che i primi passi sono stati avviati — ma non la dura politica di austerità richiesta dall’iniziativa. Serve un compromesso da sinistra a destra, «altrimenti non usciremo da questa situazione», dice Gobbi. In breve, la sinistra deve contribuire con misure di risparmio, i borghesi con aumenti fiscali. Domani il Consiglio di Stato si incontra con i promotori delle iniziative popolari sui costi sanitari per valutare i margini di manovra nella loro attuazione. Il doppio sì del 28 settembre è stato un «grido d’aiuto della popolazione». «Non si può andare avanti così».

A lungo termine anche la Confederazione deve affrontare la situazione del Ticino, dice Gobbi. «Molti fenomeni vissuti dal Cantone Ticino diventeranno, con ritardo, realtà in tutta la Svizzera». Esempi sono la pandemia di coronavirus e la pressione derivante dalla migrazione. «La Confederazione deve anche rendersi conto che ci sono compiti che il Ticino semplicemente non può gestire da solo, perché a differenza di altre regioni svizzere non può giocare in squadra. Tra questi c’è la sanità».

Alla domanda se fosse favorevole a una cassa malati unica, Gobbi risponde: «Sì, almeno per l’assicurazione di base. Qui non serve concorrenza».

(…)

https://www.tagesanzeiger.ch/tessin-700-millionen-franken-defizit-wegen-steigender-gesundheitskosten-789052824127

Articolo pubblicato nell’edizione di martedì 7 ottobre del Tages Anzeiger