Esercitazioni a cavallo del confine per essere pronti in caso di catastrofi  

Esercitazioni a cavallo del confine per essere pronti in caso di catastrofi  

Fitto programma per Odescalchi 2022. Gobbi: “L’obiettivo è di non impattare sul quotidiano dei ticinesi”

Sarà una settimana molto intensa quella da lunedì 13 giugno a sabato 18 giugno. In diverse regioni del Ticino, si svolgeranno una serie di esercitazioni sotto la denominazione “ODESCALCHI 2022”. Di che cosa si tratta? Lo abbiamo chiesto al Consigliere di Stato Norman Gobbi. “Esercito, Polizia, Protezione civile, pompieri, ma pure i servizi sanitari saranno impegnati in simulazioni di catastrofi/incidenti. In molti casi collaborando con i loro omologhi italiani, simulando catastrofi sulla linea di confine. Come abbiamo potuto appurare nel recente passato un incendio o un inquinamento possono facilmente “invadere” i due territori nazionali. La risposta delle forze di protezione della popolazione deve quindi essere coordinata sui due versanti. Nello stesso tempo anche un avvenimento catastrofico che accade solo sul nostro territorio o solo su suolo italiano può necessitare interventi che vedono impegnate le migliori forze ticinesi e quelle delle province confinanti con il Ticino. Con una preoccupazione supplementare: impattare il meno possibile durante queste esercitazioni sulla normalità delle ticinesi e dei ticinesi”, afferma il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.
Un allenamento, se così possiamo dire, necessario per oliare i meccanismi di intervento, ed essere pronti qualora dovessero capitare davvero certe situazioni. “Esatto. Di recente abbiamo avuto un paio di episodi – penso per esempio al recente incendio sui Monti di Neggia – che hanno visto una collaborazione concreta tra Ticino e Italia. Ma dobbiamo migliorare ancora e oliare i meccanismi di due macchine di intervento che si muovono con modalità diverse. Il tutto per proteggere al meglio la popolazione e salvaguardare il territorio”, sottolinea Norman Gobbi.
Odescalchi 2022 proporrà, per esempio, il crash di un aereo (nel Malcantone) con relativo sviluppo di un incendio boschivo. Ma anche l’inquinamento di una parte del lago Ceresio, coinvolgendo sia la Svizzera sia l’Italia. E ancora: la necessità di potabilizzare l’acqua del lago di Lugano, perché un intero quartiere di Mendrisio è rimasto senz’acqua a causa una lunga siccità. Poi ci sono altre esercitazioni, nonché giornate di porte aperte all’aeroporto di Magadino, durante le quali l’Esercito si presenterà alla popolazione, accanto a tutti i partner della Protezione della popolazione. “Sarà inoltre l’occasione per simulare una conferenza di alto livello con tutte le misure e precauzioni da assumere. È solo un caso che a distanza di pochissime settimana si terrà a Lugano la conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina, perché l’esercitazione Odescalchi è stata pensata molto prima dello scoppio della guerra. Questo momento ci permetterà però di simulare misure che dovremo poi applicare – magari in forme ancora maggiori – a Lugano all’inizio di luglio. La conferenza simulata, alla quale parteciperanno anche i miei omologhi di Vallese e Grigioni, si terrà a Pollegio e durante la stessa verranno firmati dei protocolli di intervento – questa volta reali – tra il Ticino e la Provincia di Varese, Como e Verbano-Cusio-Ossola”, afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi, che aggiunge: “Saranno circa 4mila le persone coinvolte in queste operazioni anti catastrofe. L’obiettivo primario di Esercito, Protezione civile e di tutti i partner coinvolti e quello di prepararsi ad ogni evenienza mantenendo comunque un occhio di riguardo nei confronti di coloro che sul nostro territorio vivono e lavorano”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.