Giovani violenti: tra prevenzione e repressione

Giovani violenti: tra prevenzione e repressione

La violenza giovanile è un fenomeno che non può lasciarci indifferenti né come semplici cittadini, né tantomeno come istituzioni. Siamo purtroppo sempre confrontati con episodi di violenza: non in aumento in termini assoluti, ma purtroppo in termini di brutalità. In pratica negli ultimi 10 anni una percentuale costante del 9-10 % degli imputati identificati dalla Polizia per reati al Codice penale, era un minorenne. Gran parte delle denunce riguardano reati contro la proprietà (vandalismi, danni, graffiti,…), infrazione alla Legge sugli stupefacenti, incendi intenzionali, piccoli furti o infrazioni alle leggi della circolazione.

Magistratura e Polizia sono confrontate in prima linea con il fenomeno della violenza giovanile e la collaborazione con questi due organi è ottima, così come quella vigente con il Dipartimento della sanità e socialità ed il Dipartimento dell’educazione, cultura e sport. La collaborazione interdipartimentale è improntata sulla concretezza e sulla fattiva collaborazione: la Polizia Cantonale e le Polizie Comunali presidiano il territorio, si adoperano per delle attività di sensibilizzazione e reprimono i fenomeni violenti; nelle Scuole insegnano alle nuove generazioni di alunni il rispetto reciproco ed invitano al dialogo. Dal canto suo, il Dipartimento della sanità e della socialità garantisce una rete sociale di aiuto alle vittime, ma anche agli autori di violenza.

Questa unità d’intenti dei diversi attori attivi nella lotta contro la violenza giovanile si è ulteriormente rinsaldata grazie all’encomiabile lavoro svolto dal Gruppo operativo “Giovani, violenza, educazione”  che ha redatto, nel 2009, trentasei misure per arginarne il fenomeno. Il Governo ha fatto sue gran parte delle raccomandazioni del Gruppo operativo e si è adoperato per l’adozione delle raccomandazioni. Mi preme ringraziare il mio predecessore, l’avv. Luigi Pedrazzini, per la sua intensa attività e l’impulso che ha saputo dare al Gruppo operativo e per le molte misure che ha saputo adottare.

A livello di Dipartimento delle istituzioni, che mi pregio di dirigere da quasi due anni, le principali misure adottate sono state:

Addebito alle famiglie delle spese per l’intervento di Polizia                                             
Lo scopo di questa misura consiste nel responsabilizzare ulteriormente il ruolo dei genitori. A tal proposito sono state apportate delle modifiche al Regolamento sulla Polizia che prevedono il recupero dei costi dell’intervento, del trattamento e della consegna a domicilio dei minorenni che vengono trovati in stato alterato in luoghi pubblici o che hanno turbato l’ordine o la sicurezza pubblica (art 4 RLPol). Questa misura è stata adottata nel 2012 in quattro casi.

Modifiche alla Legge sugli esercizi pubblici   
Era un tema assai sensibile vista la vendita di quantità non indifferenti di alcol ai minori. Sono state in tal senso inasprite le sanzioni e si sono meglio informati gli avventori sui limiti di età per il consumo di alcolici. Queste misure sono contenute nella nuova Lear.

– Divieto di accesso a determinate zone pubbliche                                                                
Queste misure sono inserite del concordato del 15 novembre 2007 contro la violenza in occasione di manifestazioni sportive e la relativa modifica della Legge sulla polizia che prevede il divieto di accesso ad un’area e l’obbligo di presentarsi in polizia durante una manifestazione. Il concordato è stato ratificato dal Gran Consiglio nell’agosto 2008.   

– Miglioramento delle procedure di naturalizzazione                                                 
Sono state trasmesse nel 2010 a tutti i Comuni le direttive cantonali in modo da uniformare le procedure in materia di naturalizzazione, migliorando al contempo la completezza dei dossier dei candidati alla naturalizzazione.

– Serate pubbliche di sensibilizzazione                                                                        
Il Gruppo della Polizia cantonale “Visione giovani” e la Magistratura sono da tempo attivi nell’organizzazione di serate di sensibilizzazione presso gli istituti scolastici e sui media.

– Campagna di sensibilizzazione contro il tifo violento                                                                     
In collaborazione con le principali società sportive ticinesi di calcio e di disco su ghiaccio di lega nazionale è stata lanciata nel mese di agosto un’intensa campagna cartellonistica contro il tifo violento. Nella seconda fase della campagna, in collaborazione con il DECS, la campagna è stata estesa pure ai licei e alle Scuole professionali del Cantone.

A carattere generale, si può ricordare che parallelamente alle misure sopra descritte, si stanno aumentando gradualmente gli effettivi della Polizia cantonale e quando entrerà in funzione dal lato operativo la LCPol – attualmente sono pendenti alcuni al Tribunale federale – si potrà ulteriormente migliorare la collaborazione tra la Polizia cantonale e le Polizie comunali nel presidio del territorio.

Vi sono state anche altre misure proposte dal Gruppo di lavoro, che in quanto di difficile controllo ed applicazione pratica, sono state abbandonate. Tra queste cito ad esempio il coprifuoco dopo una certa ora per i minorenni non accompagnati dai genitori, le sanzioni finanziarie per i genitori tramite la limitazione delle prestazioni sociali ed il divieto di consumare di bevande alcoliche su suolo pubblico dopo una certa ora.

Colgo l’occasione per ringraziare i colleghi Consiglieri di Stato Paolo Beltraminelli e Manuele Bertoli ed i loro rispettivi Dipartimenti per la collaborazione nella preparazione della proposta per la messa a disposizione di una struttura atta ad ospitare giovani problematici. Una struttura che fungerà non da luogo di punizione, bensì da luogo di recupero per quei giovani problematici che saranno in seguito reinseriti gradualmente nella società.

La trasformazione di un adolescente in un giovane criminale non si combatte però unicamente attraverso importanti azioni di prevenzione e misure repressive efficaci, ma anche con la collaborazione di tutti i singoli cittadini. Ogni persona dovrebbe essere un’antenna vigile sul territorio, pronta a captare situazioni anomale ed abusi che vanno puntualmente segnalate alle competenti Autorità.

Dopo cinque anni di lavoro si può affermare che molto è stato fatto, ma i traguardi finora raggiunti – attraverso l’attuazione delle misure proposte dal Gruppo di lavoro – sono unicamente una tappa intermedia verso una società, che mi auguro, diventi sempre più responsabile in cui l’unica arma per dipanare i dissidi sia il dialogo.

Vi ringrazio.

Programma nazionale “Giovani e violenza”: i prossimi passi nel Canton Ticino (2013-2015)
Giovani violenti: tra prevenzione e repressione
21 febbraio 2013, Sala stampa di Palazzo delle Orsoline, Bellinzona
Intervento di Norman Gobbi, Direttore del Dipartimento delle istituzioni

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