Guardia Svizzera in città

Guardia Svizzera in città

Da Gdp.ch del 6 giugno 2016. Un articolo a cura di Don Rolando Leo

È stata una mattinata composta in Collegiata quella di ieri, con un’impostazione semplice; sobria la celebrazione che ha portato il vescovo di Lugano, mons. Lazzeri, a benedire il vessillo sotto il quale si riconoscono tutte le ex-guardie elvetiche della Svizzera italiana. Riconoscersi sotto una bandiera comune, ha affermato il Vescovo, significa «un’esperienza, più o meno prolungata, di servizio alla Chiesa nella Guardia Svizzera Pontificia! Sono certo che non avete dimenticato l’emozione profonda con cui avete afferrato un giorno la bandiera e avete sollevato il braccio, giurando dedizione e fedeltà».

Questa emozione era palpabile in chiesa, significata dal religioso silenzio e dall’attenzione degli astanti durante tutta la liturgia, in modo particolare ascoltando le parole di mons. Lazzeri e seguendo il breve rito di benedizione del vessillo, trasferito sull’altare a passo cadenzato da alcune guardie. La radice profonda di quel gesto non può essere cancellata. In un certo senso, è la verità del cuore umano. “Acriter et fideliter”, “con coraggio e fedeltà”, è il motto che accompagna la Guardia svizzera. «Continuate a portarlo nel vostro cuore e, soprattutto, fatelo conoscere attraverso la qualità della vostra vita, nella famiglia, nel lavoro, nella Chiesa e nella comunità civile!», così ancora il Vescovo.

«Non conosce una vera ragione di vivere se non colui che ha trovato la ragione per cui vale la pena donare la propria vita fino al sangue, se necessario». Il teologo tedesco Dietrich Bonhöffer ha lasciato questo testamento che corrisponde all’animo che ha mosso originariamente tanti giovani attraverso questo slancio di vita e di donazione di sé, ognuno a suo tempo.

In chiesa sono comparsi a fine celebrazione una sessantina di cresimandi di tutta la zona, invitati per una giornata speciale dedicata a loro, ai quali il Vescovo ha rivolto parole di saluto, richiamandoli a valori veri legati al servizio per gli altri.

Le guardie hanno lasciato la chiesa in parata, accolti in piazza Collegiata da amici e simpatizzanti. Poi sono salite in corteo fino a Castelgrande, attirando l’attenzione ammirata di turisti e passanti. Insomma, una bella mattinata in cui la città di Bellinzona si è colorata con le stupende divise delle ex Guardie Pontificie ed è stata richiamata dalla musica della banda che le ha accompagnate.

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