“I Cantoni non devono versare soldi in più per l’arrivo dei migranti”

“I Cantoni non devono versare soldi in più per l’arrivo dei migranti”

Norman Gobbi respinge la proposta di cofinanziamento avanzata da Berna

Niente partecipazione dei Cantoni ai costi supplementari per la realizzazione di nuove infrastrutture d’accoglienza dei migranti, il cui numero è destinato a rimanere elevato durante i prossimi mesi. È questa la risposta ferma che i Cantoni hanno dato, dopo la proposta avanzata il 26 aprile scorso dal Consiglio federale. “I Cantoni sono uniti su questa presa di posizione”, afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi. “Con le colleghe e i colleghi direttori dei Dipartimenti cantonali di giustizia e polizia ci eravamo già espressi in questo senso, subito dopo l’annuncio del Governo che intendeva far partecipare i Cantoni alle spese per nuove infrastrutture dove accogliere i migranti. La legge sull’asilo è chiara: la competenza è della Confederazione. Senza dimenticare che i Cantoni, Ticino in primis, devono già investire risorse pubbliche a causa della presenza di persone entrate illegalmente in Svizzera. Chiedere di più ai Cantoni non può rientrare in un discorso coerente e sostenibile. Rispettare i principi basilare della ripartizione dei costi nel settore dell’asilo è una questione di principio. Non solo: mischiare tra i due livelli istituzionali (Confederazione e Cantoni) i costi crea sicuramente confusione e una gestione difficile, con competenze poco chiare. A questo riguardo anche la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali delle finanze mette in guardia il Consiglio federale da intraprendere questa strada. Tocca a Berna, per il tramite della SEM, soddisfare eventuali necessità supplementari con la messa in opera di nuove strutture”, sottolinea il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.
Vedremo quale sarà la decisione finale. “Stando a tutte le prese di posizione è chiaro che i Cantoni non vogliono assumersi costi supplementari legati all’asilo. Il Ticino, porta principale d’entrata Sud della Svizzera per i migranti illegali, è messo sotto pressione, anche se nelle condizioni attuali la situazione viene gestita in modo positivo. Come ho già sottolineato, nel corso degli anni siamo riusciti a creare un sistema efficace che risponde anche alle emergenze. Ma non mancano i problemi, causati in queste ultime settimane soprattutto da giovani adulti provenienti in particolare dall’Afghanistan e dal Marocco. Nei centri di registrazione le risse sono numerose così come gli atti di vandalismo e di microcriminalità sul territorio! La pressione migratoria ha inoltre acuito la presenza di passatori. L’anno scorso ne sono stati intercettati ben 155: un ricordo! E questo brutto fenomeno si è confermato nei primi 4 mesi del 2023, con 40 fermi”.
Con la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) la collaborazione è buona, anche se a livello generale manca una politica proattiva da parte di Berna per essere meglio in grado di anticipare le emergenze che il fenomeno migratorio pone a tutti gli Stati. Nella situazione attuale, chiedere più soldi ai Cantoni è un esempio di mancata capacità di affrontare i problemi. Per il Ticino, poi, vi è il mancato riconoscimento nel 2023 dei costi assunti negli ultimi anni. Si tratta di alcuni milioni di franchi che avrebbero fatto bene alle nostre casse. Il Consiglio federale posticipa questi soldi almeno sino al 2024, quando ci sarà finalmente la base legale che riconosce quanto i Cantoni fanno a favore della politica d’asilo, nel campo della sicurezza in particolare. Speriamo che le promesse siano mantenute!”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.

Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 21 maggio 2023 de Il Mattino