Il bagno nei laghi, un rischio mortale.

Il bagno nei laghi, un rischio mortale.

Da www.liberatv.ch

I consigli di Donda: “Bagnarsi gradualmente è fondamentale. E mai dimenticare…”
Il presidente delle società di salvataggio Regione Sud e della Commissione di “Acque Sicure”: “Ecco la regola numero uno: mai sottovalutare i bagni nelle acque libere”

“La maggior parte dei fiumi e laghi del Cantone Ticino, che rappresentano una suggestiva attrazione turistica per il loro ambiente naturale e paesaggistico, sono pure un luogo ideale per lo svago e la pratica di numerosi sport.
Ma per la loro conformazione, i corsi d’acqua possono nascondere insidie anche per le persone più esperte. Le acque gelide, i sassi sdrucciolevoli, le forti correnti, i mulinelli e le cascate sono tutti pericoli da non sottovalutare e che richiedono la massima cautela. Lo stesso vale per laghi e piscine”.
Quelle appena citate sono le parole utilizzate dal programma di prevenzione “Acque sicure”, il progetto pensato dal DI per attirare l’attenzione dei bagnanti sulle regole che permettono di evitare comportamenti a rischio e incidenti in acqua.
Incidenti che, spesso, portano alla morte come nel caso di Florijana Ismaili, la calciatrice della Nazionale Svizzera “inghiottita” sabato pomeriggio dalle acque del Lario e, probabilmente, vittima di uno shock termico.
Di pericoli in acqua e prevenzione ne abbiamo parlato con Boris Donda, presidente delle società di salvataggio Regione Sud e presidente della Commissione di “Acque sicure”.
Presidente, si può affermare che regola numero uno è non sottovalutare mai i bagni nelle acque libere?
“Certo. È la regola base quando si va al lago, al fiume, al mare o in piscina. Ma poi, ovviamente, ce ne sono delle altre…”.

Prego…
“Bhè, è sempre importante rispettare le (poche) regole di prevenzione come il bagnarsi gradualmente prima di immergersi in acqua e dopo essere stati esposti al sole. Non vanno sottovalutate nemmeno le insolazioni. Motivo per cui, oltre a delle creme di protezione solari, è altrettanto importante coprirsi il capo con un cappellino o una bandana. Tuffarsi “a caldo” non va mai bene”.

Perché?
“Perché poi si creano gli incidenti fatali. Buttarsi in acqua senza essersi bagnati prima può causare uno shock termico perché la differenza tra la temperatura corporea e quella dell’acqua può causare non pochi problemi”.

Si parla spesso, in questi giorni come in tutte le estati, di shock termico, ma cosa succede al nostro corpo?
“Il repentino sbalzo di temperatura può comportare la perdita del controllo della respirazione. Questo comporta, spesso, anche una perdita dei sensi. Se una persona viene colta da un malore sott’acqua si cade “a peso morto” verso il fondale. E in acque particolarmente fredde, poi, è difficile risalire”.

Come comportarsi, se si è in compagnia, quando si percepisce il pericolo?
“Bisogna dire che valutare la situazione immediatamente non è facile. Bisogna però tenere sott’occhio i bambini e le persone che non sanno nuotare o hanno poca dimestichezza con l’acqua. Generalmente, se una persona non riemerge dopo qualche secondo è bene allarmarsi…Anche perché le correnti rischiano di complicare le ricerche”.

E cosa fare in questi casi?
“Allertare i soccorsi deve essere la priorità, ma non bisogna esitare a tuffarsi in acqua e prestare soccorso, se necessario. Inoltre, lanciare in acqua un remo, un salvagente, una corda può sempre essere utile”.

Quali sono i suoi consigli per evitare spiacevoli incidenti?
“Io consiglio sempre di portare sempre con sé un salvagente o un giubbotto di salvataggio, oltre alle raccomandazioni già elencate prima. Inoltre, è bene ricordare di evitare assolutamente di tuffarsi in acqua senza aver digerito. È un aspetto spesso sottovalutato, ma che può avere conseguenze drastiche…”.