Il mito al servizio della tradizione

Il mito al servizio della tradizione

Vi sono momenti ed eventi della Storia che vanno commemorati e tramandati di generazione in generazione, perché il nostro essere attuale riflette un’evoluzione che ha radici ben ancorate nel passato e nel territorio attuale in cui viviamo. 

Diventa allora importante, non solo celebrare un momento storico -come oggi in occasione della conferenza storica in occasione del Bicentenario delle Milizie napoleoniche bleniesi -ma diventa anche un obbligo tramandare queste tradizioni. Un’attività che le comunità di Aquila, Leontica e Ponto Valentino hanno voluto ancorare nel proprio essere attraverso il ricordo, il racconto, le rappresentazioni storiche e lo scambio tra generazioni, che evita di far vivere un evanescente presente e permette di rinnovare nel tempo l’identità e l’unità della comunità locale. 

Ripercorrere la storia delle Milizie bleniesi è ripercorrere anche in parte la storia del nostro Cantone. Domani, proprio per ricordare l’importanza del Bicentenario ma anche per dare un respiro ticinese, per la prima volta le compagnie in uniforme di Aquila, Leontica e Ponto Valentino sfileranno insieme nello stesso luogo: la capitale cantonale. 

Il Ticino del 1812 era da poco una Repubblica e un Cantone della Confederazione, grazie all’Atto di Mediazione del marzo 1803 con la fondazione di sei nuovi cantoni (Argovia, Grigioni, San Gallo, Turgovia, Vaud ed appunto Ticino). Una libertà e un’indipendenza di cui il Ticino dovette pagarne il pegno. Assieme ai nuovi diritti, frutto della nuova Costituzione, maturavano anche degli obblighi morali ma non solo verso il Bonaparte e la Francia: quello di fornire all’esercito napoleonico dei soldati per le campagne militari. 

La famosa battaglia della Beresina, o meglio la disfatta napoleonica della campagna di Russia, si svolse sull’omonimo fiume nel novembre 1812. Un evento bellico cui hanno partecipato 1’300 soldati del Reggimento svizzero, tra cui per l’appunto alcuni soldati bleniesi, che riuscirono con onore e con il sacrificio di molte vite umane a difendere dei ponti improvvisati che garantirono la ritirata di quello che rimaneva dell’armata napoleonica. Grazie allo spirito di sacrificio dei soldati svizzeri, di cui solo 300 di essi sopravvissero, i francesi furono salvati dalla sconfitta totale. 

L’eroismo ed il coraggio dimostrato dai sopravvissuti svizzeri valse la croce della Legion d’Onore con la seguente menzione da parte del Generale Merle “Svizzeri coraggiosi! Vi siete battuti da leoni; avete meritato tutti la croce della Legion d’Onore!”. 

Il mito – nel senso del racconto sacrale che spiega l’inizio di un’usanza – vuole che i bleniesi prima della battaglia fecero un voto alla Madonna e promisero ai Santi patroni dei rispettivi villaggi che, se fossero sopravissuti alla battaglia, al loro rientro nei villaggi avrebbero istituito una milizia e sfilato in uniforme alle feste patronali accompagnando la processione. Il mito è quindi al servizio della tradizione, che si perpetua da 200 anni e che si tramanda di generazione in generazione. 

Una tradizione che ha ricevuto, alcuni giorni fa, un gradito regalo di compleanno da parte dell’Ufficio federale della cultura: l’iscrizione delle tre milizie napoleoniche nell’elenco delle tradizioni popolari viventi in Svizzera. 

Ringrazio i militi delle milizie, testimoni del passato ma anche ambasciatori della tradizione nel presente, una tradizione che vi invito a compartire con i vostri figli e nipoti, proprio per continuare a perpetuarla nel tempo. 

Concludo con l’ultima strofa del « Chant de la Bérésina » che in maniera eloquente riassume l’esperienza dei nostri soldati che combatterono lontani dalla propria terra: 

Demain la fin du voyage, 

Le repos après l’effort, 

La patrie et le village, 

Le printemps, l’espoir -la mort! 

 

Vi ringrazio. 

Celebrazioni bicentenario delle Milizie napoleoniche bleniesi
15 settembre 2012, Bellinzona, Auditorium di Banca Stato
Intervento di Norman Gobbi, Direttore del Dipartimento delle istituzioni 

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