L’anno di tutti i pericoli

L’anno di tutti i pericoli

Ospite a Lugano dell’Associazione per la Rivista militare svizzera di lingua italiana, il capo uscente dell’esercito, Thomas Süssli, ha illustrato la possibile strategia di difesa mentre nei cieli europei le nubi si fanno sempre più minacciose.
Entro il 2027 la Federazione Russa sarà militarmente in grado di estendere il conflitto in Europa e la Cina di annettere Taiwan.

«Il 2027 sarà l’anno più pericoloso. Le informazioni raccolte dai servizi segreti dei Paesi europei convergono nell’indicare che tra due anni la Russia sarà militarmente in grado di estendere il conflitto in Europa». A lanciare l’allarme è stato martedì sera al LAC di Lugano il comandante di corpo e capo dell’esercito elvetico uscente Thomas Süssli, invitato dall’Associazione per la Rivista militare svizzera di lingua italiana ARMSI in occasione della propria Conferenza annuale. Prima della relazione del Capo dell’Esercito, alcuni militi della Scuola reclute «Scuola di salvataggio 75» moderati da Giancarlo Dillena – hanno portato al foltissimo pubblico presente una testimonianza sulla loro esperienza. Introdotta da un messaggio videoregistrato del consigliere di Stato Norman Gobbi, la serata è stata condotta da Marco Netzer, presidente dell’ARMSI.
«Lo scenario più pericoloso per la Svizzera è un’Europa destabilizzata e divisa»- ha affermato Süssli -. «E tutti gli sviluppi geopolitici e di politica di sicurezza attuali vanno proprio in questa direzione, in un contesto mondiale sempre più destabilizzato e conflittuale». Il capo dell’esercito ha sottolineato il fatto che il Dipartimento degli esteri elvetico, nel suo Rapporto 2021 (ovvero prima dell’invasione russa dell’Ucraina) presentava l’evoluzione in corso a livello mondiale come una «svolta epocale». L’epoca presente si configura come il passaggio turbolento ad un mondo multipolare, in cui sempre più Paesi non si attengono a regole internazionalmente condivise.

La politica di Pechino in Asia
In questo contesto, la Cina forte di una massa critica, di una dotazione militare (compresa quella di testate nucleari) e della capacità economica e tecnologica di una superpotenza – conduce una politica di egemonia dei Paesi del Sud globale e di controllo militare dell’area asiatica, a cominciare da quella del Mare del Sud cinese. Entro il 2027, nelle intenzioni di Xi Jinping, l’obiettivo di annessione militare di Taiwan sarà raggiungibile. Sul fonte europeo – ha affermato Süssli – la Russia intende ridiventare una potenza mondiale, allargando i suoi territori. Putin ha avvertito che la Russia rifiutava il ruolo di piccola potenza regionale che gli USA e l’Europa le volevano assegnare dopo il crollo dell’URSS e nel dicembre 2021 ha posto alla NATO, come condizione per superare il conflitto russo-ucraino, di ritirarsi entro i confini che aveva nel 1997, ciò che avrebbe significato la fine della NATO stessa.

Mosca fomenta le divisioni
La Russia pratica già una strategia (che tocca la Svizzera) di disinformazione, spionaggio, sabotaggi e test di droni nei cieli europei per verificare la capacità di difesa reale della NATO e dell’Europa. Mosca fomenta inoltre le divisioni fra i Paesi dell’UE e specula su quelle all’interno alla NATO (e sul fatto che ci vuole l’unanimità per applicare la clausola dell’aiuto reciproco sancita dall’art. 5, in caso di attacco a uno dei Paesi membri). A partire dal 2027, lo stato dei suoi armamenti ( incrementati a marce forzate e piazzati alle frontiere europee) dovrebbe permetterle di lanciare un nuovo attacco esplorativo in Europa. La Svizzera è pronta per uno scenario come questo? Le riforme militari fatte nei decenni scorsi sotto il segno del «dividendo della pace » hanno ridotto il compito di difesa a mera competenza, tagliando significativamente le spese dell’armamento e gli effettivi.

Una difesa dissuasiva
L’esercito svizzero ha attuato le decisioni del Parlamento e del popolo con la riforma Esercito XXI (adottata a larga maggioranza nel 2003). La conseguenza è che oggi il materiale bellico in dotazione è obsolescente e insufficiente. Il tempo, purtroppo, stringe. Che fare? «Stiamo lavorando per rendere di nuovo il nostro esercito capace di dissuasione » – ha affermato Süssli – . «Presentando in modo credibile che siamo disposti a difendere la nostra sovranità, in terra, nei cieli e nello spazio cyber. I margini finanziari dell’esercito, a partire dal 2018, crescono. Dal 1.1.2024 abbiamo un Comando Cyber. Dal 2028 avremo i nuovi jet e una difesa aerea molto performante. E forti di una capacità tecnologica avanzata, entro il 2027 avremo un sistema incisivo di droni di attacco». La guerra in Ucraina in corso dimostra fino a che punto la tecnologia (droni, robotica, intelligenza artificiale…) è un elemento decisivo per i conflitti militari attuali e futuri.
«Ma da soli non si può agire. Stiamo attuando una politica di cooperazione internazionale militare attiva. La neutralità non si tocca – ha precisato Süssli – e l’entrata nella NATO è fuori discussione. Ma uno scambio di conoscenze e una collaborazione nelle esercitazioni della difesa aerea e di terra con i Paesi vicini è necessaria da subito. Nel momento in cui dovessimo far fronte ad un conflitto europeo bisognerebbe aver costruito in precedenza una interoperatività con i partner. « Chiamo tutto questo ripristino di una difesa credibile e, di conseguenza, dissuasiva verso chi intendesse colpire anche la Svizzera» – ha concluso il capo dell’esercito. È l’eredità che consegna, dal 1. gennaio 2026, al suo successore Benedikt Roos.

Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 17 ottobre 2025 del Corriere del Ticino