Situazione finanziaria, mobilità da Nord a Sud e trasporto delle merci tra i temi affrontati nella riunione tra i parlamentari ticinesi a Berna e il Consiglio di Stato
Le preoccupazioni finanziarie per i Cantoni, la mobilità stradale da Nord a Sud e il trasporto delle merci. Sono diversi i temi di cui si è parlato oggi nella tradizionale riunione tra i parlamentari ticinesi a Berna e il Consiglio di Stato, in vista della prossima sessione delle Camere.
Tema dominante dell’incontro ancora i timori per il piano di riequilibrio del bilancio della Confederazione, che prevede di risparmiare 2,7 miliardi di franchi nel 2027 e 3,6 l’anno dopo. Il Ticino ha bocciato tutto quanto; a Berna i deputati faranno prevalere invece la posizione cantonale cantonale o dei partiti? “Quello che posso dire è che anche gli interessi del nostro cantone, comunque, in tutte le riflessioni che facciamo come deputati all’Assemblea Nazionale, giocano comunque un ruolo importante – dice alle telecamere del Quotidiano della RSI Greta Gysin, presidente della Deputazione ticinese alle Camere federali -. In questo caso, per quanto riguarda il pacchetto di tagli, ci sono sensibilità diverse all’interno della Deputazione, abbiamo però recepito e sentito quella che è la legittima preoccupazione del Consiglio di Stato“.
Da parte sua il presidente del Consiglio di Stato, Norman Gobbi, ha spiegato che in Gran Consiglio i rappresentanti dei Comuni difendono i Comuni, perché sono deputati che hanno spesso anche il ruolo di municipale, di sindaco. “A livello federale, invece, vedo che i rappresentanti dei Cantoni fanno molto più spesso gli interessi della Confederazione. Quindi vedo davvero il rischio che l’Assemblea Federale non ascolti la voce dei Cantoni”, sostiene Gobbi.
E un coro di perplessità lo suscita la riorganizzazione decisa da FFS Cargo con la soppressione delle tratte non più redditizie e la soppressione di circa 40 posti di lavoro a tempo pieno in Ticino, benché sia stato detto che non vi saranno licenziamenti. “Senza un intervento politico non riusciremo a raggiungere gli obbiettivi che il popolo ha approvato una trentina di anni fa con l’Iniziativa delle Alpi e quindi ci saranno da prendere delle misure. Posso dire che la preoccupazione è condivisa“, dice Greta Gysin.
Norman Gobbi spiega che meno offerta nell’ambito Cargo “significa più camion sulle nostre strade quindi più impatto ambientale e sociale sulla popolazione ticinese, e lo riscontriamo già. Gli assi sono fragili, soprattutto il Nord-Sud del San Gottardo e soprattutto sono già abbastanza carichi”.
Da dicembre le FFS potenzieranno i collegamenti Nord-Sud con un convoglio ogni ora.. “È di stamani la notizia che a partire dal 2026 ci saranno più fermate intercity ed eurocity a Chiasso: 3 per direzione e questo sicuramente permette di collegare meglio il Mendrisiotto al resto della Svizzera. Ed è una vittoria e un gioco di squadra della Deputazione ticinese che oggi possiamo festeggiare”, dice Gysin.
Durante il consueto incontro tra il Consiglio di Stato e la Deputazione ticinese alle Camere, che precede la sessione di Berna, si è parlato di accordi bilaterali. Il pacchetto negoziato con Bruxelles sarà presto messo in consultazione e in questo contesto il Consiglio di Stato si esprimerà anche su una questione politica, emersa di recente, ovvero se seguire le indicazioni del Consiglio federale e sottoporre il pacchetto a referendum facoltativo oppure se schierarsi per il referendum obbligatorio, che prevede la maggioranza del popolo e dei Cantoni. “Il Consiglio di Stato prenderà una posizione sul pacchetto di bilateriali III durante l’estate”, spiega Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato. “Ci toccherà leggere oltre 600 pagine di accordi internazionali durante la pausa estiva. Prenderemo anche delle posizioni sul referendum che il Consiglio Federale vuole facoltativo. C’è una maggioranza, però, che lo vuole obbligatorio. Questa soluzione, personalmente, è da privilegiare”. Stando alla presidente della Deputazione ticinese Greta Gysin anche la maggior parte dei parlamentari ticinesi a Berna prediligono questa opzione. “Avremo modo di discuterne, ma la parola finale spetta all’Assemblea federale che decide quale tipo di referendum sottoporre questo pacchetto di bilaterali III. Una maggioranza della Deputazione è dell’opinione che debba essere un referendum obbligatorio. Una minoranza, invece, segue il Consiglio Federale nella sua valutazione giuridica sul fatto che basta il referendum facoltativo”. Da nostre informazioni, a propendere per il referendum obbligatorio sono i deputati della destra e del Centro. Di certo il tema accenderà il dibattito in quel di Berna.
Risparmi della Confederazione e mobilità
Il consueto incontro tra la Deputazione e il Governo serve a mettere sul tavolo le preoccupazioni dei ticinesi. E in questo momento i timori sono legati ai tagli proposti dalla Confederazione, su cui il Governo ha già espresso la sua contrarietà. All’interno della Deputazione ci sono invece varie sensibilità, ha sottolineato Gysin. I timori sono però condivisi su un’altra questione molto calda, ovvero la mobilità, soprattutto dopo la notizia di ieri: i risparmi di FFS Cargo avranno delle conseguenze importanti in termini di occupazione e di traffico nel nostro Cantone vista l’annunciata chiusura di due terminal (Cadenazzo e Lugano). “Il trasporto delle merci avrà delle ripercussioni, con il trasferimento delle merci su rotaia che subisce una battuta d’arresto”, afferma la consigliera nazionale dei Verdi. “Questo avrà anche delle ripercussioni sul traffico già congestionato in Ticino: significa più camion sulla strada e più inquinamento. C’è una preoccupazione condivisa, per quanto riguarda l’intervento politico dovremo chinarci nei prossimi mesi. Bisognerà fare delle valutazioni e se l’intervento politico nell’ambito del trasferimento merci su ferrovia, è veramente quello di cui abbiamo bisogno per riuscire a raggiungere gli obiettivi che la popolazione svizzera, una trentina d’anni fa, ha approvato con l’accoglimento dell’Iniziativa delle Alpi”. Per Gobbi la decisione di FFS Cargo “non è un segnale positivo per una regione periferica”, ancor di più se questo impatto “non è solo sul mondo del lavoro, ma anche sul traffico”.