Memoria «Per non restare indifferenti al male»

Memoria «Per non restare indifferenti al male»

Dal Corriere del Ticino | Nel ricordo dell’Olocausto Norman Gobbi si è rivolto ai giovani allievi insigniti del premio Spitzer

La Giornata della memoria è stata la protagonista di una speciale serata promossa, ieri al LAC di Lugano, dall’associazione Svizzera-Israele e dalla Fondazione Federica Spitzer. Quest’ultima ha in particolare consegnato a tre istituti scolastici ticinesi il premio Spitzer, voluto per aiutare gli allievi a prendere coscienza dei genocidi e dare un contributo al superamento dei conflitti fra razze, culture e religioni. A essere premiati sono stati l’Helvetic Music Insitute di Bellinzona e la Scuola media di Barbengo, con una menzione speciale anche alla Scuola media di Gravesano e al Centro professionale di Trevano. La serata, animata dal concerto della German Radio Symphony Orchestra diretta da Issak Tavior e affiancata dai cori Misgav HaGalil Choir (Israele) e Zamir Chor Bayreuth (Germania), e dal soprano Barbara Baier, ha inoltre visto il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi prendere la parola. «La consapevolezza storica – ha dichiarato il consigliere di Stato – è una questione chiave che va affrontata da giovani, a casa come a scuola, per costruire già da ragazzi una responsabilità verso la nostra società, e una volontà di non ricadere ancora una volta negli stessi meccanismi mentali, politici e sociali. Il Premio Spitzer che viene consegnato stasera è un esempio di come sia possibile avvicinarsi a una realtà storica come quella dell’Olocausto in maniera sempre nuova e attuale, con approcci più didattici o più artistici che possono suscitare l’interesse dei più giovani e avvicinarli a temi impegnativi ma essenziali come quello della Shoah».

Gobbi ha poi aggiunto: «È importante che i giovani conoscano e comprendano i fatti, per non essere indifferenti verso il male, per far sì che in futuro non si ripetano certi orrori. Gli anticorpi verso i regimi totalitari sono ancor più importanti ora che vi sono sempre meno testimoni diretti di quegli anni. Infatti, il rischio è che le nuove generazioni diano per scontato la sparizione definitiva di quelle dinamiche nocive che spingono i popoli verso orizzonti pericolosamente bui».

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