‘Monitoriamo il pericolo estremismo’

‘Monitoriamo il pericolo estremismo’

Intervista pubblicata nell’edizione di lunedì 9 novembre 2020 de La Regione

Norman Gobbi su Covid e proteste, stanchezza della gente e misure ‘necessarie’

In Italia e nei Paesi a noi vicini si stanno moltiplicando le proteste in strada contro le misure sanitarie prese dalla politica per fronteggiare il coronavirus. Anche in Ticino, storia di dieci giorni fa, è stata organizzata la prima manifestazione dal centro sociale ‘Il Molino’, finita con una testata subita da una nostra collega che era lì semplicemente per svolgere il proprio lavoro: fare cronaca. C’è il pericolo che con i contagi in crescita e le paure per ulteriori misure in aumento la protesta si allarghi a macchia d’olio? E soprattutto, la situazione è preoccupante per il governo? «In Ticino, per il momento, non si sono palesati movimenti anti-Covid simili per portata e conseguenze a quanto visto in altri Paesi», risponde il presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi a colloquio con ‘laRegione’.

Eppure la manifestazione di venerdì 30 ottobre potrebbe essere una ‘prima’.
L’evento che lei cita è stato organizzato da un gruppo già noto per la sua indole anti-sistema, che come in passato aveva già fatto usando dei pretesti, ha preso spunto dall’attuale situazione sanitaria per sfogare la sua violenza. Al di là di questo episodio, credo che le dimensioni demografiche ridotte del Ticino non favoriscano l’emergere di veri e propri gruppi organizzati. L’abbiamo visto con i movimenti estremisti di destra o sinistra, che difficilmente sopravvivono al salto generazionale.

Però in Italia, ad esempio, si sono verificate infiltrazioni di persone che avevano l’unico scopo di scatenare il caos, indipendentemente dalle ragioni dei manifestanti.
Esatto, diverso è invece il rischio che soggetti isotuna lati si aggreghino attraverso internet per fomentare messaggi estremisti nei confronti di autorità o persone, oppure agiscano in piccoli numeri in nome di ideologie estremiste. Per questo motivo stiamo monitorando il fenomeno dell’estremismo attraverso la Piattaforma di prevenzione della radicalizzazione e in collaborazione con la Polizia cantonale, non tanto o non solo con il Gruppo prevenzione e negoziazione, quanto con il Servizio d’informazione della Confederazione e in particolare con la sua antenna cantonale.

Ciò detto, nella popolazione comincia a emergere una certa stanchezza, sebbene le misure decise vengano seguite. Il Consiglio di Stato come si rapporta al binomio tra importanza della salute pubblica, quindi qualcosa di collettivo, e il timore per il proprio reddito, per la situazione economica o per il posto di lavoro che è qualcosa di personale?
Preoccupazione e stanchezza nei confronti di un fenomeno di cui ancora oggi non conosciamo tutti i contorni e conseguenze mi paiono sentimenti del tutto umani e comprensibili. Ho piena consapevolezza e comprensione dei disagi che la popolazione sta affrontando. So anche che stiamo chiedendo molti sacrifici alla popolazione. Anche per questo abbiamo sempre proposto misure necessarie per contenere il virus che siano sopportabili per la popolazione e pure supportabili, ossia nella massima parte condivisibili, stante l’attuale momento. Alla cittadinanza tutta va il mio e nostro plauso per l’ampio rispetto delle misure e nel contempo chiedo di rinnovarci la fiducia. Come governo stiamo lavorando sette giorni su sette per cercare in tutti i modi di offrire aiuti, sostegno, cure.

Può fare qualche esempio?
Se consideriamo il profilo economico il Consiglio di Stato ha da subito adottato, già in marzo, delle misure urgenti volte a sostenere l’economia cantonale. Inoltre, per portare un esempio concreto, il Dipartimento delle finanze e dell’economia, tramite la Sezione del lavoro, si è impegnato per ottimizzare lo strumento del lavoro ridotto, che permette di rispondere alle esigenze delle aziende in questo periodo di emergenza e di preservare occupazione e competenze al loro interno. Dal profilo sanitario, il Dss mette in campo giornalmente tutti gli sforzi necessari sia per l’adeguamento delle strutture ospedaliere alle reali necessità d’impiego legate alle persone contagiate, sia a sostegno delle persone in difficoltà. Abbiamo la fordi avere un elevato sistema sociale che sinora si è dimostrato in grado di assorbire molti tra i bisogni della nostra popolazione.

Un suo predecessore, Alex Pedrazzini, intervenendo a un’assemblea di giovani Ppd definì il Consiglio di Stato in quel momento ‘una cacofonia di tenori stonati’. Questa definizione per lei potrebbe essere estesa a un mondo medico spesso in contraddizione al suo interno?
Innanzitutto mi conceda una premessa indipendente dalla sua domanda ma penso utile per i lettori: se guardo alle decisioni del Consiglio di Stato degli ultimi otto mesi non mi sembra di ravvisare né una cacofonia, né tenori stonati. Dico questo per ribadire un concetto che per me, per tutti noi consiglieri di Stato, è di assoluta importanza: il governo si sta muovendo unito anche di fronte a questa imprevista situazione. Una coesione che non significa avere tutti la stessa idea. Ci confrontiamo giornalmente su determinate posizioni. Ci possono essere divergenze di vedute, di interpretazione. Dal confronto nascono le decisioni, che poi vengono sostenute in modo compatto, unanime. Per quanto riguarda invece la cacofonia, come dice lei, tra i medici la considero un elemento che permette al politico di farsi un’opinione. Non credo che i professionisti del settore vogliano “confondere le acque” o “giocare sporco” di fronte a questa emergenza che li tocca in prima persona. Senza dimenticare poi che il confronto tra medici ed esperti rientra nel “dibattito scientifico”. È proprio una caratteristica del funzionamento delle “scienze”.

Il governo però poi deve trovare una sintesi di tutto questo. È difficile?
All’autorità politica spetta il compito di prendere decisioni, sostenute anche dai servizi e dalle persone che l’organizzazione statale ha previsto per queste situazioni. Sappiamo inoltre perfettamente che siamo inseriti in un mondo in cui l’informazione, di qualità ma anche farlocca, gira velocemente ed è nelle mani di tutte le persone. Ne teniamo conto. Per questo cerchiamo di fare una comunicazione chiara, trasparente e il più possibile univoca. Mi rendo conto che non è sempre facile riuscirvi.

La comunicazione è fondamentale, ma poi occorre anche un’azione mirata. Il problema in questo momento è che le esigenze della popolazione sono varie: si passa da chi ha visto calare il proprio reddito a chi ha perso il lavoro, da chi si è trovato isolato a chi per motivi personali ha vissuto peggio di altri questi mesi. Tutti con diverse ragioni chiedono sostegno, ma anche ascolto da parte del governo. Come fate a concertare il tutto?
Mettendo a disposizione prima di tutto i propri servizi. Faccio un esempio che tocca il mio Dipartimento, assieme al Dss. Parlo della violenza domestica, in particolare contro le donne. Già durante il lockdown avevamo avvertito che la situazione avrebbe potuto aggravare questo fenomeno. E per questo avevamo incrementato l’attività di informazione verso le cerchie più a rischio. Come detto in precedenza, abbiamo una socialità che offre molte risposte, anche concrete, ai bisogni in particolare delle cittadine e dei cittadini più deboli. È evidente che occorre avere le antenne ben alzate. I servizi statali, le collaboratrici e i collaboratori che vi lavorano, sono chiamati a uno sforzo supplementare. Una consapevolezza e una responsabilità che deve riguardare ogni funzionario dello Stato, a partire dai consiglieri di Stato, anche e soprattutto in questa situazione che a tutti richiede sacrifici. Li ringrazio già sin d’ora per il loro prezioso lavoro a favore della collettività ticinese.

Volgendo uno sguardo al futuro, a che punto è il Gruppo di lavoro per il rilancio economico del Paese?
Questo Gruppo strategico, costituito in aprile su impulso del Dfe, si è riunito diverse volte negli scorsi mesi e ha messo a confronto, all’interno di tavoli tematici e trasversali, imprenditori, sindacati, politica e specialisti. Gli approfondimenti sono tuttora in corso e la discussione dei risultati emersi dai tavoli tematici e trasversali all’interno del Gruppo strategico è prevista prossimamente, anche in funzione dell’evolversi della situazione epidemiologica.