Ora “Verzasca” vuol dire futuro

Ora “Verzasca” vuol dire futuro

Articolo pubblicato nell’edizione di martedì 11 dicembre 2018 del Corriere del Ticino

 

“Verzasca”, matrimonio a sette: è fatta

Il Gran Consiglio ha approvato il progetto per l’aggregazione dei Comuni della valle L’istituzione del paese unito nell’aprile 2020
Gobbi: “Sarà il nuovo cuore del Ticino”

È confermato: l’unione tra Brione Verzasca, Corippo, Frasco, Sonogno, Vogorno e i territori in valle di Cugnasco-Gerra e Lavertezzo avrà luogo nel 2020. Dopo il plebiscito popolare dello scorso giugno – con l’84% dei consensi espressi in votazione consultiva – e la benedizione del Governo, ieri l’aggregazione dei Comuni della valle Verzasca ha ottenuto anche il benestare del Gran Consiglio. Con 82 voti favorevoli, 0 contrari e 1 astensione, il Parlamento ha infatti approvato il matrimonio a sette. Unione che, come detto, si concretizzerà in concomitanza con le elezioni previste il 5 aprile 2020. Restano, dunque, un anno e cinque mesi per l’allestimento di quanto necessario all’istituzione del Comune unico di Verzasca. La nuova entità locale conterà circa 900 abitanti e avrà una superficie di 219 chilometri quadrati, con sede amministrativa a Vogorno. Sarà, di fatto, «l’unico Comune confinante con quattro distretti – Bellinzona, Leventina, Riviera e Vallemaggia – e quindi il nuovo cuore del Ticino», come ha fatto notare il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. Il consigliere di Stato ha ringraziato i sindaci, le autorità comunali, la Commissione speciale del Parlamento, ma anche gli abitanti della valle Verzasca «per non avere mai smesso di credere a questo progetto, che non è stato calato dall’alto». L’aggregazione, infatti, «è nata dal basso – ha evidenziato Giorgio Pellanda, presidente della Commissione speciale – e questa è una giornata di festa, nonché storica». La Verzasca è stata un pioniere delle fusioni», gli ha fatto eco il presidente della Commissione di studio per l’aggregazione Fabio Badasci, ricordando il voto negativo del 1978 per l’unione dei paesi dell’alta valle e la bocciatura nel 2004 del progetto «Grande Verzasca», nonché la successiva proposta contrastata nel 2013. «L’iter è stato lungo, ma non sono mai mancate la volontà e la determinazione di dare nuova linfa alla valle, rilanciandola», ha sottolineato Omar Balli, relatore del rapporto sul progetto di aggregazione. Quest’ultima «non è vista come un punto di arrivo, bensì di partenza». Il nuovo Comune sarà gestito da cinque membri di Municipio e da venti consiglieri comunali. A proposito di gestione, il Parlamento ha confermato anche gli aiuti finanziari pari a 18,3 milioni di franchi. Di cui 11 milioni quale contributo di risanamento dei sette Comuni aggregandi, comprensivo degli indennizzi per la cessione dei territori in valle di Lavertezzo e Cugnasco-Gerra. Altri 2,4 milioni saranno destinati alla costruzione della palestra del centro scolastico di Brione, mentre 2 milioni andranno a sostegno di investimenti per lo sviluppo socioeconomico e territoriale di valenza regionale. Tutto questo permetterà al futuro Comune Verzasca di partire con una situazione finanziaria «consolidata e sostenibile», come sottolineato da Balli. Il moltiplicatore inizialmente sarà fissato al 95% (gestione corrente in attivo di circa 140.000 franchi), il capitale proprio sarà di 1 milione e il debito pubblico pro capite di 2.000 franchi.

Il progetto di aggregazione, come è stato ricordato, è sostanzialmente un aggiornamento di quello del 2013, che aveva ottenuto circa il 70% dei favori, ma si era scontrato con l’opposizione di Lavertezzo (contrario alla separazione del proprio territorio), che la spuntò al Tribunale federale in virtù del fatto che nella Legge cantonale sulle aggregazioni mancasse una base legale che permettesse lo smembramento coatto di parti di territorio da un paese. Legge in seguito modificata, permettendo così di riattivare nel 2017 il processo di fusione. L’unione dei Comuni della Verzasca, va detto, porterà – con lo scorporo dei propri territori in valle – anche alla (ri)nascita dei Comuni di Cugnasco-Gerra e Lavertezzo. Per quel che concerne gli aiuti, è stato accolto anche l’emendamento proposto dalla Commissione speciale, che ha chiesto al Governo di impegnarsi a non modificare lo statuto e la gestione delle strade cantonali situate nel comprensorio interessato dalla costituzione di Verzasca.

Alla seduta del Gran Consiglio erano presenti i sindaci e le autorità comunali interessate dal progetto di fusione, ma anche gli allievi delle scuole di Verzasca.

 

Articolo pubblicato nell’edizione di martedì 11 dicembre 2018 de La Regione

Ieri il via libera del Gran Consiglio all’aggregazione dei 7 Comuni di valle in un’unica entità
Il ‘sì’ al decreto legislativo ‘fonde’ Brione, Corippo, Cugnasco-Gerra (valle), Frasco, Lavertezzo (valle), Sonogno e Vogorno. Prime elezioni nell’aprile del 2020.

“Dipenderà da voi se continuerete ad amare il vostro territorio, consapevoli dei vantaggi di vivere ancora in valle. Quando avrete 50 o 60 anni potrete dire: c’ero anch’io, in Gran Consiglio, il 10 dicembre 2018”. Era emozionato, ieri, Giorgio Pellanda rivolgendosi come portavoce del Plr alle classi delle scuole verzaschesi presenti al voto parlamentare favorevole al decreto legislativo per l’aggregazione di Brione, Corippo, Cugnasco-Gerra (valle), Frasco, Lavertezzo (valle), Sonogno e Vogorno, in un solo Comune chiamato Verzasca. Ed era ugualmente emozionato Omar Balli, relatore del rapporto della Commissione speciale aggregazione di Comuni, rilevando proprio la presenza in aula dei ragazzi e rivolgendosi idealmente a loro per inquadrare l’importanza e l’esigenza del progetto. Un progetto, ha ricordato, uscito da “un lungo iter, con due voti popolari, l’ultimo dei quali, nel giugno di quest’anno, con tutti i Comuni favorevoli e un’adesione generale aumentata rispetto a quella emersa nel 2013”. Il relatore ha rilevato “la situazione difficile” in cui versa la Valle Verzasca, “malgrado l’impegno dei funzionari locali”; e ricordato che la nuova entità potrà partire con un contributo cantonale complessivo di 18,3 milioni di franchi “che consentirà di assicurare una gestione ordinaria autonoma e concretizzare i progetti di sviluppo del comprensorio”. Di questi 18,3 milioni, 2,6 andranno a Lavertezzo Piano – privato, come Cugnasco-Gerra, del suo territorio di valle – “per migliorare la sua situazione finanziaria”. Fra gli spunti di particolare interesse v’è l’ipotesi di una centralizzazione, a Verzasca, delle attività artigianali e industriali. Un auspicio, questo, espresso dalla base, che il Cantone dovrà cercare di facilitare. “La commissione speciale chiede un supporto concreto per rilanciare questa splendida realtà vallerana – ha ribadito in proposito Omar Balli –. Non solo con un sostegno finanziario, ma anche con un supporto e una condivisione a livello pianificatorio”. Particolare attenzione andrà data anche all’offerta di trasporto pubblico, che dovrà “mantenere il livello attuale per corrispondere sempre alle necessità quotidiane della popolazione e garantire maggior fluidità nella stagione turistica”. A favore dell’aggregazione, per i gruppi parlamentari, si sono espressi Fabio Badasci (Lega), che è anche sindaco di Frasco e presidente della Commissione di studio; Fabio Battaglioni (Ppd e Generazione giovani); Gianrico Corti (Gruppo socialista); e Germano Mattei (Montagna Viva).

Norman Gobbi: “Il nuovo cuore del Ticino”

“Oggi si conclude il terzo atto di una storia cominciata 15 anni fa. Ma, talvolta, servono più tempo e più convincimento, benché cittadine e cittadini dei Comuni interessati abbiano sempre detto di sì”. Lo ha sostenuto il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, prima della votazione ampiamente favorevole (82 sì e un’astensione) al decreto legislativo riguardante l’aggregazione. “Alle cittadine e ai cittadini verzaschesi – ha detto – va il merito di non aver mai smesso di credere in questo progetto, che è il loro progetto, non calato dall’alto né imposto dalla classe politica”. Gobbi ha poi sottolineato il valore del lavoro svolto dalla Commissione di studio presieduta dal sindaco di Frasco Fabio Badasci. “Il progetto rende merito a questo lavoro, alla caparbietà di chi è stato al fronte per 15 anni e a chi delle giovani generazioni ci guarda oggi. Lo Stato potrà sì aiutare, ma sarà il nuovo Comune a dover contrastare, con le sue iniziative senz’altro sostenute dallo Stato, il fenomeno dello spopolamento”. Quello della Verzasca, ha concluso Gobbi, “è un comparto eccezionale perché sarà l’unico Comune a confinare su 4 distretti. Sarà il nuovo cuore del Ticino”.

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