“Paletti più larghi delle aspettative”

“Paletti più larghi delle aspettative”

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 3 settembre de La Regione

«Non siamo al 100% dell’occupazione inizialmente auspicata, ma con il 66% almeno abbiamo tolto quella discriminazione che sembrava esserci nei confronti di altre discipline sportive», dice invece da Lugano il Ceo Marco Werder. «Siamo tuttavia felici di sapere che grazie al nostro concetto di protezione i tifosi potranno andare allo stadio e seguire una partita in sicurezza».

Molti tifosi, ma non proprio tutti… «Diciamo che al momento attuale siamo ancora in zona verde, quindi riusciamo a garantire le partite ai nostri abbonati. Anche perché, è naturale, l’effetto Covid s’è fatto sentire: c’è quindi ancora un po’ di capacità, di cui vedremo cosa fare nelle prossime settimane. Certo, però, fa male sapere di avere uno stadio da 7’200 posti e dopo la trasformazione provvisoria delle curve (provvisoria, ripeto) che aumenterà i posti seduti a 5’000, potremo accogliere sole 3’300 persone».

E se improvvisamente la situazione dovesse migliorare? «Se capitasse, oppure se dovesse arrivare sul mercato il vaccino, mi auguro che tale condizione venga rivalutata immediatamente. Nell’attesa cominciamo a organizzarci bene, con questi cinquemila posti a sedere che dobbiamo ancora trasformare, in una situazione ben lungi dall’essere risolta e che causerà costi e minori entrate».

A proposito di spese: l’aumento temporaneo dei seggiolini chi lo pagherà? «È un costo che verrà diviso tra noi e la Città di Lugano».

Intanto si può dire che la decisione odierna cancella i timori di chi, dopo le indiscrezioni del Tages Anzeiger, ipotizzava un ulteriore rinvio dell’inizio stagionale? «I paletti messi da Berna sono più larghi di quanto ci si aspettava». È cautamente soddisfatto il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi dopo aver appreso delle condizioni imposte da Berna per poter autorizzare le manifestazioni con più di mille persone. Soddisfazione anche perché «le decisioni del Consiglio federale sono andate oltre quanto posto in consultazione. Attendiamo da Berna ulteriori indicazioni per garantire un’applicazione più uniforme delle misure, soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione epidemiologica» aggiunge Gobbi da Lugano, dove si trovava in occasione della giornata del Presidente ticinese. Pur essendo doloroso per il mondo dello sport, questo «è il compromesso che serviva per riuscire a far partire i campionati». Che quest’anno «saranno un po’ alla nordamericana: tutti seduti e, verosimilmente, con qualcuno che passerà a distribuire bibite e cibo tra i seggiolini, anche se questa misura va ancora discussa con i club. I tifosi dovranno fare uno sforzo per adattarsi».

Punto fondamentale per autorizzare eventi con più di mille persone è la capacità di ogni Cantone di assicurare un ‘contact tracing’ efficace in caso di focolaio. Per riuscirci, il Ticino richiamerà in servizio la protezione civile e verrano formate ulteriori persone. Ma se un tifoso si scoprisse positivo, quanti poi andrebbero in quarantena?, chiediamo. «Dipenderà dalle valutazioni dell’Ufficio del medico cantonale», conclude Gobbi.

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Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 3 settembre 2020 del Corriere del Ticino

«Sarà un ambiente nordamericano»
Il presidente del consiglio di Stato Norman Gobbi: «Oneri importanti per le società sportive»

«Che sport sarà? Un po’ alla nordamericana, con spettatori più calmi e forse meno passionali». Norman Gobbi lo sa bene: calcio e hockey, con tali restrizioni, non saranno gli stessi. «Gli obblighi di rimanere seduti e di indossare la mascherina limiteranno il tifoso, certo, ma queste misure erano il compromesso per far ripartire i campionati. Un compromesso che sarà doloroso per lo sport, fatto com’è di prestazioni ma anche e forse soprattutto di emozioni. I paletti posti dal Consiglio federale sono comunque più larghi di quelli che ci si aspettava. Un passo nella direzione dei club, anche se tutto dipenderà dall’evoluzione della pandemia. Tengo comunque a sottolineare che le società sportive avranno oneri importanti: penso alla gestione dei flussi in entrata e in uscita dagli impianti, così come al controllo degli spettatori durante le partite». Fondamentale sarà il sistema del contact tracing cantonale. Ancora il presidente del consiglio di Stato: «Abbiamo buona capacità di personale, penso in particolare ai militi della Protezione civile già formati. Fondamentale sarà comunque il rispetto minuzioso dei piani di protezione».