Permessi facili: la Lega si dà da fare!

Norman Gobbi l’aveva annunciato all’indomani della votazione del 9 febbraio ed è stato di parola: ormai da tempo sono in atto più controlli approfonditi sulle richieste di emissione e rinnovo dei permessi. Tanto che in soli quattro mesi, i controlli sui permessi B hanno consentito di rilevare una cinquantina di abusi, per i quali in una trentina di casi è stato immediatamente revocato il permesso di soggiorno e in altri 16 casi non si è proceduto al rinnovo o al rilascio. Inoltre, durante il 2014, 450 stranieri hanno ricevuto un ammonimento, primo passo verso la revoca o il mancato rinnovo del permesso.

La nuova strategia voluta dal Ministro Gobbi sta quindi dando ottimi risultati. Basti pensare che in passato la media annuale di permessi B negati era di una ventina di casi.

Controllo più affrondito

La lotta agli abusi del Ministro leghista si basa innanzitutto sul controllo più approfondito di tutti i dossier in materia di immigrazione. Se nella legislatura precedente, l’obiettivo dell’Ufficio della migrazione era essenzialmente “produttivo”, ovvero avere il minor numero di pendenze aperte nel rilascio dei permessi, oggi, per volontà di Norman Gobbi, la priorità è data alla qualità degli accertamenti sui singoli dossier e quindi alla verifica nel dettaglio dei documenti trasmessi dai cittadini stranieri che richiedono un permesso. Non appena quindi sorgono dei dubbi in merito a un richiedente, i funzionari del Dipartimento delle istituzioni approfondiscono il caso, anche grazie allo scambio di informazioni tra i vari uffici del Cantone.

Un ottimo ed efficace esempio di scambio di informazioni che vogliamo qui ricordare, è quello dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento che segnala spontaneamente all’Ufficio della migrazione tutti i casi di stranieri che finiscono in assistenza, segnalazioni che possono portare, dopo gli accertamenti del caso, alla revoca del permesso.

Casi dubbi

Dall’ottobre scorso, l’Ufficio cantonale della migrazione può inoltre contare su un gruppo di funzionari che si occupano esclusivamente della gestione dei casi dubbi, segnalati da tanti cittadini, dalle autorità comunali, così pure da vari uffici cantonali, come l’Ufficio del sostegno sociale per i casi di assistenza o l’Istituto delle assicurazioni sociali o anche gli Uffici di collocamento. Ed è proprio questo servizio, creato grazie a una riorganizzazione interna voluta dal Consigliere di Stato leghista, che ha dato gli ottimi risultati indicati sopra: una cinquantina di abusi solo sui permessi B constatati in soli 4 mesi di attività!

Hotline appena attivata

A differenza di altri uffici del Cantone, ad esempio l’Ufficio del lavoro, l’Ufficio della migrazione non ha ispettori da mandare sul terreno per effettuare i controlli, ma agisce su segnalazione dei cittadini, così pure di altre autorità cantonali e comunali.

Anche per agevolare le segnalazioni e permettere ai funzionari di operare maggiori controlli, è attiva da una settimana una hotline che permette di gestire in maniera centralizzata le quasi 900 telefonate giornaliere che giungono all’Ufficio della migrazione. E questo nuovo centralino ha effettivamente confermato la sua efficacia già in una sola settimana, permettendo ai funzionari dell’Ufficio della migrazione di avere più tempo a disposizione per compiere controlli approfonditi delle pratiche e di ricevere le segnalazioni di tanti ticinesi.

Nuovo servizio

Proprio poi perché i Comuni hanno un ruolo importantissimo nell’applicazione delle leggi sugli stranieri, Norman Gobbi ha voluto creare una linea telefonica preferenziale ed esclusiva destinata alle Autorità comunali. In questo modo, i Comuni potranno segnalare eventuali abusi come i casi di dimore sospette, domicili fittizi, soggiorni irregolari di stranieri, attività abusive, ecc. Un nuovo servizio che contribuirà a portare alla luce potenziali comportamenti abusivi che non fanno altro che danneggiare i cittadini ticinesi!

La strategia voluta da SuperNorman contro gli abusi sui permessi sta quindi dando i suoi frutti ed è una chiara risposta alle aspettative della popolazione ticinese che con il voto del 9 febbraio 2014 ha chiesto ai politici un chiaro intervento nell’ambito dell’immigrazione.

MDD, 25.01.2015

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