Più over 60 dietro le sbarre

Più over 60 dietro le sbarre

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 14 marzo 2019 de La Regione

Il 2018 delle strutture carcerarie ticinesi nei dati illustrati dal Dipartimento istituzioni. Il crimine non conosce età e sesso: in aumento i reclusi ultrasessantenni e le detenute.
Persiste il sovraffollamento. Allo studio fra l’altro la realizzazione alla Stampa di un comparto interno per la gestione dei casi psichiatrici non gravi.

Luisella Demartini-FogliaSezione esecuzione pene e misure: alcuni dati relativi allo scorso anno Norman Gobbi

Anziani in aumento dietro le sbarre. Del resto il crimine non ha età. Anche in Svizzera. Dove cresce il numero dei detenuti ultrasessantenni. «Una tendenza che notiamo anche nelle carceri ticinesi», afferma Luisella Demartini-Foglia, responsabile al Dipartimento istituzioni dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa cui compete la presa a carico di reclusi ed ex in vista del loro reinserimento nella società. «Durante lo scorso anno – fa sapere Demartini-Foglia, intervenendo alla presentazione da parte del Dipartimento, ieri a Bellinzona, dell’attività 2018 del settore esecuzione pene e misure (vedi anche sotto) – ci siamo occupati di sessantasette persone over 60: ventotto avevano addirittura un’età superiore ai 70, delle quali diciannove erano in detenzione al 31 dicembre». Una situazione che «preoccupa». Soprattutto in prospettiva: «Secondo recenti studi, gli ultrasessantenni nelle strutture detentive svizzere potrebbero passare dai 125 del 2010 a 500 nel 2030, per raggiungere quota mille dieci anni dopo». Il progressivo invecchiamento (anche) della popolazione carceraria, rileva Demartini-Foglia, complica inevitabilmente la ‘gestione’ dei singoli casi all’interno della prigione: non di rado si tratta di persone che finiscono in detenzione avendo già problemi di salute, che accusano per esempio un «decadimento cognitivo». Problemi che una struttura carceraria, in mancanza di spazi adeguati, rischia di acutizzare. Non solo: ci si potrebbe chiedere se lo scopo riabilitativo della pena sia realizzabile considerata l’età avanzata di questi detenuti, che rende assai difficile, per non dire impossibile, il loro inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro.

Aumentano anche le detenute
Lo Stato, l’autorità politica, saranno chiamati quanto prima ad affrontare non solo la questione degli over 60 dietro le sbarre. Un’altra tendenza evidenziata da Demartini-Foglia riguarda le detenute. Anch’esse in aumento. Nel corso del 2018 l’Ufficio dell’assistenza riabilitativa ha seguito in totale «ottantanove» donne in carcere: «trentuno» quelle in esecuzione pena o di una misura al 31 dicembre. Numeri che non sono certo quelli «del 2006», quando il Cantone alla luce dell’esigua casistica decise di chiudere la sezione femminile all’interno del Penitenziario della Stampa.
La situazione «da due, tre anni» è però cambiata. E così oggi le donne condannate scontano la pena detentiva o alla Farera, cioè nel carcere giudiziario che dovrebbe essere però riservato unicamente alla preventiva e quindi a chi è in attesa di giudizio, oppure in prigioni d’oltre Gottardo: «Nel canton Berna o nel canton Vaud». Una soluzione non proprio ideale per quelle detenute con marito, figli o genitori che vivono in Ticino: il reinserimento nella società passa infatti anche dal mantenimento dei rapporti con la famiglia.

Possibile soluzione
Il Dipartimento istituzioni sta comunque lavorando a una soluzione, sottolinea il suo direttore Norman Gobbi durante l’incontro con i media. L’obiettivo è infatti di adattare, ricorda il consigliere di Stato, il carcere aperto di TorricellaTaverne in modo che possa ospitare le detenute. Si tratta tuttavia di ragionare pure sui costi. Anche per questo «si è deciso di chiedere alla Sezione della logistica uno studio di fattibilità».

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Carceri ancora sovraffollate. Aumenterà la videosorveglianza

Carceri ticinesi ancora sotto pressione a causa del sovraffollamento di detenuti. Lo scorso anno, segnala il Dipartimento istituzioni, “l’occupazione media ha superato il 91 per cento”. Popolazione carceraria in crescita non solo nel nostro cantone. «Negli ultimi trent’anni vi è stato in Svizzera un incremento del 50 per cento del numero di detenuti: da 4’621 a 6’907», osserva il capo del Dipartimento Norman Gobbi. In Ticino nel 2018 il tasso di occupazione – circa 234 presenze giornaliere – «ricalca quello del 2017, già elevato (238, ndr)», commenta il direttore delle strutture carcerarie Stefano Laffranchini. Al Penitenziario della Stampa a Cadro la maggior parte dei reclusi («il 40 per cento») sta scontando condanne «per traffici di droga o per furti per procurarsi lo stupefacente». Nazionalità: «Il 70 per cento» in esecuzione pena è costituito da stranieri. La percentuale sale «al 90» per quel che riguarda le presenze alla Farera, il carcere giudiziario destinato alle persone in attesa di giudizio. Va detto che nel caso dei non residenti il rischio di fuga, data il piu delle volte l’assenza qui di legami, è uno degli elementi che porta spesso l’autorità giudiziaria a disporre la detenzione preventiva. Sempre alla Farera si è registrata «una presenza media di oltre 73 prevenuti, con picchi sopra gli 80». Numeri consistenti. Eppure nonostante il sovraffollamento, le carceri ticinesi «sono strutture sicure». E per rafforzare la sicurezza, alla Stampa «verrà aumentata la videosorveglianza», preannuncia Gobbi, accennando anche al futuro Penitenziario («Stampa 2030»), che «non sarà sul Piano della Stampa». Musica del futuro. Cure mediche ai detenuti: lo scorso anno, ricorda la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti, è stata avviata la collaborazione con l’Ente ospedaliero e l’Organizzazione sociopsichiatrica cantonali, «con risultati positivi». Allo studio la realizzazione in carcere di un comparto per la gestione dei casi psichiatrici non gravi. Il settore esecuzione pene e misure coinvolge pure l’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi, sempre più sollecitato, sottolinea il suo presidente Maurizio Albisetti: nel 2018 sono state emanate ben «1’400» decisioni di esecuzione della sanzione penale.

 

Da www.rsi.ch/news

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