Sangue nelle vene di Lavizzara

Sangue nelle vene di Lavizzara

Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 5 aprile 2019 de La Regione

Norman Gobbi sulla necessità di concretizzare il progetto di collegamento con la Leventina
Il ministro leghista si schiera per la galleria del Sassello: ‘Non possiamo dimenticare l’unica parte di territorio senza sbocchi a Nord’

«Dimenticare la parte di territorio più ampia del cantone – quella valmaggese – che è l’unica senza sbocchi a Nord, secondo me sarebbe ingiusto. È invece auspicabile che questo territorio possa avere più “respiro”, che la sua linfa vitale possa fluire con più facilità». Anche il ministro delle Istituzioni Norman Gobbi si schiera affinché il nuovo progetto di galleria del Sassello, fra Lavizzara e Leventina, non rimanga soltanto un’estemporanea “boutade”. Da leventinese lo fa in una nota diramata unitamente a Barbara Pervangher, municipale per la Lega ad Airolo, e a Marzio Demartini, leghista anch’egli, di Brontallo. Proprio dando conto del pensiero dei “leghisti leventinesi e valmaggesi”, il rilancio del progetto di collegamento montano in galleria promosso dai Comuni di Airolo e Lavizzara, con il sostegno del Dipartimento del territorio, viene “accolto positivamente” dai tre esponenti politici. Un progetto che, ricordano, “da oltre 50 anni giace – come idea e pre-studi – negli archivi cantonali”, ma che “in un’ottica di rilancio dell’Alto Ticino e della mobilità integrata e dell’Alta Valle Maggia e Alta Leventina, esso assume oggi una valenza di coesione interna fortissima. Infatti, se in linea d’aria i due territori distano circa 4 chilometri, di fatto per recarsi da Airolo a Fusio sono oggi necessarie quasi 2 ore di auto. Con un collegamento (tunnel) semplice e poco costoso, a una sola corsia per esempio, si potrebbero ridurre questi tempi a qualche manciata di minuti, permettendo anche ai sottocenerini di raggiungere l’Alta Valle Maggia in autostrada fino ad Airolo e poi via tunnel stradale, riducendo in modo non indifferente traffico e tempi di percorrenza”, scrivono.

‘L’Alta Valle langue’
Contattato dalla “Regione”, Gobbi sottolinea che «la competenza è del Dipartimento del territorio, che ha finora gestito il dossier con i 2 Comuni. Lo ha fatto con un mandato per un’analisi di fattibilità, benché già esistano studi compiuti mezzo secolo fa per quanto riguarda gli aspetti geologici e quelli riguardanti il miglior percorso possibile per ottimizzare i costi». Un lavoro “pionieristico”, quello rievocato da Gobbi, che era stato effettuato dallo studio d’architettura e ingegneria Fratelli Guscetti, che aveva promosso il progetto ed in seguito l’aveva allestito su incarico di Franco Zorzi. «Parlo – prosegue Gobbi – di una semplice vena che permetta di far fluire del sangue vivo in Alta Lavizzara. In Leventina il problema non esiste: siamo fortunatamente connessi alle reti nazionali stradali e alla rete ferroviaria regionale. L’Alta Valle Maggia e la Lavizzara questa fortuna non l’hanno». Tecnicamente parlando, il consigliere di Stato accenna alle opere di premunizione che sarebbero necessarie per uscire dal Lago del Sambuco, ma anche al progetto di innalzamento della diga; questo, per ipotizzare un collegamento a quella fase di cantiere che comprenderà anche uno spostamento della strada che conduce al Naret. E ancora, tornando alla situazione valmaggese: «I dati sullo sviluppo demografico indicano che il Distretto di Vallemaggia è cresciuto, ma lo è grazie all’evoluzione in Bassavalle: ad Avegno-Gordevio e a Maggia. Cevio, la Rovana e la Lavizzara invece languono. Inserisco quindi il collegamento in un discorso di rilancio. Inoltre, a livello di traffico vi sarebbe un miglioramento per chi dalla Leventina vuole recarsi in Alta Valle Maggia, ma anche un alleggerimento – seppur lieve, visto lo scopo del tunnel – sul già sollecitato asse Bellinzona-Locarno».

(Foto: La Regione)