Territorio, riforma da bocciare

Territorio, riforma da bocciare

La revisione parziale della Leg­ge sulla pianifica­zione del territorio (LPT) – che votere­mo il prossimo 3 marzo – ha lo sco­po di raggruppare meglio gli insedia­menti al fine di ar­ginare l’utilizzazio­ne eccessiva del suolo e la speculazione fondiaria. A tal proposito, le zone edili­zie troppo estese andrebbero ridimen­sionate e le riserve di terreni edificabili sfruttate in modo più mirato. Lo scopo ultimo sarebbe quindi quello di garan­tire uno sviluppo degli insediamenti più compatti e, in ultima analisi, la preservazione dell’intero territorio.

Se la finalità della revisione parziale è assolutamente condivisibile (chi di noi non è sensibile alla preservazione del nostro splendido territorio?), i mezzi per raggiungere gli obiettivi sono pur­troppo altamente penalizzanti.

Ad essere particolarmente danneggiati dalla revisione parziale della LPT sa­rebbero più livelli. In primis ne sarebbe toccato il federalismo: con questa revi­sione le autorità cantonali e comunali da sempre responsabili della pianifica­zione del proprio territorio (adempien­do naturalmente le linee imposte dalla Confederazione), sarebbero messe sotto tutela in quanto le decisioni pianifica­torie importanti spetterebbero in futuro alla Berna federale. Neppure il diritto alla proprietà verrebbe risparmiato: la carenza di terreni edificabili imposti dalle autorità federali, obbligherebbe quindi i Cantoni a dei pesanti dezona­menti per lo più in zone periferiche (le nostre valli); il che si tradurrebbe nel dichiarare l’inedificabilità di molti ter­reni inseriti nei Piani regolatori di di­versi Comuni. Anche gli inquilini non sarebbero esenti dagli effetti negativi di questa revisione: riducendo le aree edi­ficabili, i prezzi dei terreni ritenuti ido­nei potranno solo aumentare di valore, rincarando così il costo degli apparta­menti e dell’abitazione in generale.

Favorendo degli insediamenti compatti nell’area urbana al fine di sfruttare al meglio le zone edificabili del piano, non si tiene inoltre in considerazione la spe­cificità delle regioni periferiche e di montagna. Le nostre valli, già conti­nuamente confrontate con lo spopola­mento per motivi professionali e per l’invecchiamento della popolazione, sarebbero messe ulteriormente a dura prova dai dezonamenti. Il vantaggio di risiedere in una zona periferica del no­stro cantone era principalmente dovuto alla bellezza del paesaggio, alla tran­quillità della zona, ma anche alla pos­sibilità di trovare dei terreni edificabili a prezzi convenienti. Con la revisione parziale della LPT, questi vantaggi ver­rebbero eliminati, generando un’ulte­riore fuga dalle nostre valli.

Siamo sicuri che un’edificazione densi­ficata, come proposta dalla revisione parziale della LPT, sia davvero la solu­zione migliore? Non sarebbe il caso di ragionare da soli e senza tutela in ter­mini di migliore allocazione dell’edifi­cabilità? Questa revisione mina il fede­ralismo e la coesione interna della Con­federazione e dei singoli Cantoni. Quin­di, possiamo solo opporci.

Norman Gobbi, CdS

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