Ticino non immune dalla radicalizzazione jihadista

Ticino non immune dalla radicalizzazione jihadista

Il Consigliere di Stato mercoledì a Berna per la Conferenza annuale sul terrorismo
Berna sarà teatro mercoledì 19 giugno dell’annuale Conferenza nazionale sul terrorismo. Durante la giornata ci saranno contributi di esperti della Confederazione, di alcuni Cantoni e stranieri. Il tema quest’anno è incentrato sulla “Radicalizzazione nelle carceri” e l’intervento che darà il là a tutto l’incontro sarà tenuto dal Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi.
“Il tema del terrorismo – ci dice il Consigliere di Stato ticinese – viene a galla solo quando avvengono avvenimenti tragici e spesso siamo portati a credere che non tocca o non toccherà la nostra realtà. Sbagliato: anche il Ticino, che rappresenta lo 0,1 per cento del territorio europeo, è già stato confrontato con individui radicalizzati, che hanno avuto contatto o hanno fatto parte di cellule terroristiche legate allo jihadismo. Solo per fare un esempio, pensiamo al pugile marocchino, residente in Italia, ma frequentatore di una palestra a Lugano. Personaggio pericoloso, per il quale è stato emesso un divieto d’entrata in Svizzera. Non possiamo quindi pensare di essere un’isola felice e di non mettere in atto tutte le misure preventive che possano scongiurare l’insorgere di manifestazioni di radicalizzazione”.
In questo senso, il tema della Conferenza annuale quest’anno è dedicato alla radicalizzazione nelle carceri. Perché questa scelta? “Perché i detenuti rappresentano un gruppo particolarmente vulnerabile. Sono “reclute” facilmente avvicinabili da “radicalizzatori”, oppure all’interno del carcere covano e autoalimentano sentimenti di opposizione alla cultura occidentale. Lo abbiamo visto negli attacchi terroristici avvenuti in Francia, Belgio o Gran Bretagna: sempre gli attentatori avevano avuto un passaggio in prigione. Nello stesso tempo – precisa Norman Gobbi – nelle carceri europee sono detenuti centinaia di terroristi o individui fortemente radicalizzati, che già quest’anno e nei prossimi anni verranno scarcerati. Il problema è che questi individui potranno circolare liberamente all’interno dei Paesi Schengen, anche in Svizzera quindi, perché dal profilo penale hanno scontato la pena. Ma quale sarà il loro comportamento nei confronti dell’ordine costituito occidentale?”
La Conferenza annuale sul terrorismo farà il punto sulla situazione in Svizzera. E in Ticino? “Per ovvie ragioni di sicurezza non posso qui sviscerare tutti gli elementi in nostro possesso. Posso solo dire che in Ticino il Servizio informazioni cantonale opera nel migliore dei modi. Il problema del rischio radicalizzazione nelle strutture carcerarie lo abbiamo anche noi. Conforta il fatto che al Penitenziario della Stampa – contrariamente a quanto avviene in altre parti della Svizzera – siamo in grado di separare i detenuti radicalizzati dal resto della popolazione carceraria, ciò che limita le azioni di “affiliazione” e propaganda. Per quanto riguarda l’azione di prevenzione sottolineo la creazione del portale cantonale di prevenzione contro la radicalizzazione e l’estremismo violento (www.stopradicalizzazione.ch) che può essere consultato, soprattutto da chi è preoccupato per il comportamento di un amico o conoscente, per segnalazioni e per avere informazioni. È il risultato del lavoro di uno speciale gruppo interdipartimentale di coordinamento che affronta a 360 gradi il tema della radicalizzazione e dell’estremismo violento”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.