Tradizione: A Vevey si parlerà anche dialetto

Tradizione: A Vevey si parlerà anche dialetto

Articolo pubblicato nell’edizione di martedì 14 maggio 2019 del Corriere del Ticino

Il canton Ticino sarà ospite d’onore il 27 luglio alla Fête des vignerons con uno spettacolo firmato Daniele Finzi Pasca
Il regista: «Esibizione ricca di emozioni e magia»
Norman Gobbi: «Evento eccezionale che omaggia la nostra storia»

Il Ticino è pronto a scrivere un pezzo di storia. Il 27 luglio il nostro cantone sarà infatti ospite d’onore alla Fête des vignerons, la manifestazione patrimonio dell’UNESCO che dal 1797 celebra il settore vitivinicolo e che ogni 25 anni anima la cittadina di Vevey, nel canton Vaud, attirando oltre mezzo milione tra appassionati e curiosi. «È un evento eccezionale e per il Ticino è un onore poter prendere parte a una manifestazione che omaggia la tradizione e la storia della Confederazione», ha rimarcato il vicepresidente del Governo Norman Gobbi. Una presenza rossoblù che, nell’ambito dei festeggiamenti in programma dal 18 luglio all’11 agosto, metterà in evidenza «l’amore del nostro cantone per il suo territorio e l’importanza di prendersi cura della propria terra», ha continuato il direttore delle Istituzioni sottolineando come «quest’amore passa anche dal saper coniugare tradizione e innovazione».

Dietro l’atmosfera
Ma questa 12. edizione della Fête des vignerons vedrà il nostro cantone giocare un ruolo ancor più importante. Sì perché lo spettacolo che contraddistingue la manifestazione porta la firma di uno dei maggiori artisti ticinesi: Daniele Finzi Pasca. «Racconteremo il lavoro di quegli uomini che, per tutto l’anno, si impegnano per far crescere la vigna in una rappresentazione ricca di emozione e magia», ha spiegato il regista che non ha voluto svelare troppo dello spettacolo promettendo però di «far immergere lo spettatore in un’esperienza sensoriale fatta di musica e luci. Abbiamo lavorato molto a questo progetto perché volevamo capire cosa c’è dietro a questa febbre che, tutto d’un tratto, esplode e per un mese trasforma Vevey. Insomma è un’atmosfera unica: basta pensare che nove mesi dopo la Fête des vignerons si registra un decisivo incremento demografico nella cittadina». Ironia a parte, a fungere da fil rouge della rappresentazione saranno un nonno e la sua nipotina, Julie, che accompagneranno gli spettatori alla scoperta delle tradizioni legate alla vigna. «La Fête des vignerons è cambiata rispetto al passato – ha aggiunto Finzi Pasca – ed è tuttora in evoluzione. Abbiamo quindi voluto presentare uno spettacolo che fosse, insieme, tradizione e innovazione. Per far sì piacere ai tradizionalisti, ma anche per saper affascinare i più giovani. Perché sono loro, sono le prossime generazioni che saranno chiamate a portare avanti questa tradizione». Uno spettacolo che si preannuncia «effervescente» e che vedrà 5.500 attori darsi il cambio sul palco di un’arena «ancora più grande rispetto al passato e capace di accogliere 20.000 spettatori. Un’arena – ha annunciato creatore artistico – che rappresenta anche una prima mondiale dal momento che il pavimento sarà interamente ricoperto di uno strato di LED capace di illuminare e far danzare i figuranti sulla luce».

Un’amicizia confederale
Detto dello spettacolo, la presenza del nostro cantone sulle rive del Lemano raggiungerà il suo culmine il 27 luglio, quando appunto «una delegazione ticinese sfilerà assieme a rappresentanti dei Cantoni della Svizzera centrale. Una scelta questa che vuole rimarcare l’amicizia confederale che ci lega», ha spiegato il cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri precisando inoltre come per l’intera durata della manifestazione «saranno molteplici gli appuntamenti e gli eventi che metteranno in risalto le peculiarità del nostro cantone quale terra vitivinicola». Una vetrina unica dove non mancherà «Sapori Ticino che, in collaborazione con Ticino Turismo, proporrà le eccellenze nostrane alla Maison Ticino», ha aggiunto il cancelliere.

In attesa di dare il via alla manifestazione,a sottolineare l’importanza della presenza ticinese alla Fête des vignerons è stato anche François Margot, presidente e abate della Confrérie des vignerons, che ha evidenziato il legame che unisce Vaud e Ticino. «Forse non sembra – ha affermato – ma il canton Vaud è molto vicino al Ticino e condivide con voi molti valori. Ecco perché siamo contenti della vostra presenza ad un evento storico ed eccezionale. Un evento capace di unire tutti i cantoni attorno ad una manifestazione culturale che è diventata parte integrante delle nostre radici. Non ho problemi a dirlo: questo appuntamento è diventato un tassello chiave della nostra identità». E di identità ha parlato anche Milena Folletti, vicedirettrice della RSI, che ha precisato come l’emittente «sarà presente per riportare i volti e le emozioni non solo del Ticino, ma di tutta la Svizzera» grazie anche a una serie di documentari dedicati a chi, del vino, ne ha fatto la propria passione. «Vogliamo portare oltralpe l’imprenditorialità della Svizzera italiana quando si parla di vino – ha precisato Folletti – mostrare a tutti l’eccellenza che caratterizza il nostro territorio».

Servizio all’interno dell’edizione di lunedì 13 maggio 2019 de Il Quotidiano

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