Tre morti in montagna, i consigli di una guida alpina

Tre morti in montagna, i consigli di una guida alpina

Mercoledì hanno perso la vita un cacciatore in Leventina, un cercatore di funghi in Alta Valle Morobbia e un escursionista ticinese in Alto Vallese – Massimo Bognuda al Quotidiano: “Importante è lasciare detto dove si va”

La giornata di mercoledì è stata nera in montagna, tra il Ticino ed il resto della Svizzera. Tre persone hanno perso la vita: un cacciatore in Leventina, un cercatore di funghi in Alta Valle Morobbia e ora si apprende di un escursionista ticinese in Alto Vallese. Le giornate di bel tempo invitano ad andare in montagna, ma è importante prestare sempre la massima attenzione.
In questi giorni la natura si incammina verso l’autunno e le giornate ancora miti invitano ad andare in montagna, i funghi chiamano. Così in molti vanno alla loro ricerca. E per trovarli, lasciano i sentieri e si inoltrano nel sottobosco, su un terreno che è importante valutare bene. Perché questo passatempo è da svolgere in sicurezza, basta una distrazione per incorre in pericoli e scivolare.
“Bisogna guardare come è coperto il terreno: le foglie di castagne e di faggio sono molto scivolose. E dove c’è tanta foglia, bisogna fare attenzione a non scivolare. Anche l’umidità può essere pericolosa, soprattutto se c’è l’erba alta e non si vede dove si appoggia il piede. Un bastone o una piccozza possono aiutare. E chi ha esperienza può anche utilizzare un rampone”, afferma al Quotidiano la guida alpina e membro della Commissione Montagne sicure Massimo Bognuda.
E tutto questo vale non solo per chi va a funghi, ma anche per chi cerca castagne e per i cacciatori. Vale insomma per tutti coloro che non seguono i sentieri.
Fondamentale inoltre è capire dove si finirebbe in caso di scivolata. “Se c’è una pendenza che va a finire in una spianata mi fermo subito, ma se è il terreno che porta ad una parete non ci si ferma. La valutazione va fatta sul posto, contando sulle proprie capacità”, prosegue Massimo Bognuda al microfono del Quotidiano.
E se guardare la meteo è importante, altrettanto lo è il giusto equipaggiamento. “Consiglio uno scarpone semi-rigido che può fare una bella presa sul terreno. Poi dei vestiti colorati, come per esempio dei gilet ad alta visibilità, che permettono una localizzazione molto più rapida. Importante inoltre è lasciare detto dove si va, almeno in caso di incidente, oppure di mancato rientro, si ha già una zona di ricerca”, aggiunge la guida alpina.
E prima di lanciarsi in qualsiasi avventura, meglio valutare le proprie capacità. Magari in testa ci si sente un 20enne, ma il corpo ha un’altra idea. “L’adulto ha più esperienza, ma deve anche affrontare il cambiamento fisico. Quello che facevo a 20 anni a 60 o 70 magari non lo faccio più”, conclude Bognuda.

https://www.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Tre-morti-in-montagna-i-consigli-di-una-guida-alpina–3128753.html