Un laghetto che (ancora) divide

Un laghetto che (ancora) divide

Articolo pubblicato nell’edizione di martedì 10 settembre 2019 de La Regione

Norman Gobbi ha smentito la fake news: ‘Nessuna coatta in caso di bocciatura in uno dei Comuni’
Aggregazione Collina d’OroMuzzano, animata e vivace la serata. A prevalere sono stati gli interventi critici.

«In caso di esito negativo della votazione in uno dei due Comuni, non ci sarà nessuna aggregazione coatta.
Determinante è il parere della popolazione per un progetto che dev’essere condiviso dai cittadini». Parola di Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni che ieri sera durante la serata pubblica organizzata a Muzzano sul progetto di aggregazione con Collina d’Oro, ha sgombrato il campo da potenziali confusioni, sollecitato da Dario Poretti (municipale a Muzzano) e Silvia Torricelli (municipale a Collina).
Tante le voci, le domande e gli interventi fatti, in prevalenza negativi, però.
A fare gli onori di casa, Simona Soldini, sindaca di Muzzano, che ha ricordato come il tema sia stato lungamente dibattuto in paese da oltre un decennio. Dal suo punto di vista, l’aspetto più significativo è che si «è riusciti a portare al voto un progetto affinché siano i cittadini a esprimersi per dare stabilità e una visione per il futuro». Oltre a una sala gremita di persone, erano presenti anche la sindaca di Collina d’Oro Sabrina Romelli, municipali e consiglieri comunali. Un intervento ha messo in evidenza che i contrari oggi erano favorevoli ieri all’aggregazione con Lugano. Un altro intervento ha messo in dubbio il progetto perché entrambi i Comuni, che potrebbero continuare a vivere da soli, hanno paura di essere fagocitati da Lugano e i problemi sono diversi da quelli esistenti in Collina e Muzzano rischiadi passare in secndo piano. Romelli ha replicato ricordando che il «Comune nasce da un’aggregazione a 4 e che Carabietta era un paese ancora più piccolo di Muzzano e non è stato dimenticato né trattato diversamente». Soldini le ha fatto eco: «Vogliamo dare una prospettiva a Muzzano, con questa proposta». Per Daniele Brugnoni, municipale di Muzzano, dopo quanto passato, il Comune non è ancora maturo.

Nello studio, solo indicazioni
Norman Gobbi, direttore del Dipartimento istituzioni ha espresso il punto di vista del Cantone. In estrema sintesi, l’aggregazione vuole rafforzare il principio del federalismo svizzero che ha bisogno di enti locali forti e capaci di assumere maggiori competenze e responsabilità mantenendo il controllo dei bisogni di prossimità. Il progetto è nel Piano cantonale delle aggregazioni (Pca), strumento strategico di indirizzo soggetto a mutamenti che mira a ridefinire i confini comunali con l’appoggio e la condivisione della popolazione. La parola è poi passata a Michele Passardi, consulente che ha accompagnato la commissione di studio nell’elaborazione del progetto consultabile sul sito del Cantone (www.ti.ch) o in quelli dei due Comuni. Aggregazione caratterizzata da fake news, ha messo in evidenza il capo Sezione enti locali Marzio Della Santa il quale ha ribadito che quanto riportato nello studio sono indicazioni di massima. Le decisioni spetteranno infatti ai futuri rappresentanti politici, nel caso il progetto venisse ratificato dalla popolazione.

Il futuro ente locale non riceverà contributi finanziari dal Cantone: i due Comuni stanno bene economicamente. Il Cantone assicura però il risanamento del riale Cremignone (orizzonte temporale 2025), il mantenimento della rete attuale delle strade cantonali e garanzie sulla mobilità collettiva e l’evasione in tempi ragionevoli delle procedure di aggiornamento e modifica della pianificazione locale. Nello studio è indicato l’obiettivo di stabilire un moltiplicatore d’imposta fra il 60 e il 65 per cento.

(immagine: www.muzzano.ch)