Un militare di carriera a capo dell’Esercito

Un militare di carriera a capo dell’Esercito

La nomina di Benedikt Roos alla guida dell’esercito svizzero rappresenta una scelta strategica fondamentale in un momento di crisi senza precedenti per la sicurezza nazionale. Il Direttore del Dipartimento delle istituzioni non nasconde la sua fiducia nelle capacità del nuovo comandante di corpo, pur consapevole delle sfide epocali che lo attendono.
L’esperienza quasi trentennale di Roos nel Corpo degli istruttori costituisce secondo Gobbi un capitale inestimabile per guidare il necessario ripristino delle capacità difensive. “Non possiamo permetterci un periodo di apprendimento in questa fase critica”, osserva, sottolineando come sia fondamentale avere un comandante che conosca a fondo ogni aspetto dell’apparato militare svizzero. La progressione attraverso diverse funzioni operative ha permesso al nuovo capo dell’esercito di acquisire quella visione completa del sistema che la situazione attuale richiede imperiosamente.
Il recente ruolo di comandante delle Forze terrestri ha già messo Roos di fronte alle problematiche più urgenti della modernizzazione militare. L’aggiornamento tecnologico delle forze armate, reso indispensabile dalle nuove minacce multidimensionali, dalla guerra informatica ai sistemi d’arma avanzati come i droni, necessita di una leadership capace di coniugare innovazione e tradizione. Gobbi evidenzia come questa esperienza operativa diretta rappresenti un vantaggio decisivo per comprendere le carenze che devono essere superate.
La gestione delle conseguenze delle difficoltà incontrate dai vari progetti strategici dell’Esercito costituisce una delle prove più complesse. La riorganizzazione di questo settore strategico richiede competenze manageriali eccezionali e anche una visione industriale chiara (se si pensa alla RUAG), qualità che la fiducia accordata dalle organizzazioni militari professionali sembra confermare. “Il nuovo comandante dovrà dimostrare di possedere non solo competenza militare, ma anche quella leadership civica necessaria per riguadagnare il favore dell’opinione pubblica dopo i problemi degli ultimi anni”, insiste Gobbi.
Particolarmente delicata si presenta la questione della cooperazione internazionale. Roos diventa il primo capo dell’esercito svizzero chiamato a bilanciare neutralità e necessità di cooperazione militare in un contesto di guerra europea. Le sue convinzioni sulla necessità di prepararsi a cooperazioni militari anche da paese neutrale dimostrano, secondo Gobbi, quella sensibilità diplomatica indispensabile per navigare questa complessità inedita.
La gestione simultanea delle minacce tradizionali e di quelle ibride, dalle violazioni informatiche alle operazioni di intelligence straniera, richiede un approccio integrato che solo un leader con esperienza operativa concreta può garantire. A questo proposito, per Gobbi “il coordinamento tra politica estera e politica di difesa assume dimensioni strategiche che la formazione pluridecennale di Roos ha sviluppato adeguatamente”.
Il fattore tempo rappresenta l’elemento più critico. “La pressione temporale non consente lunghi periodi di apprendimento, serve un comandante operativo immediatamente su tutti i fronti. La combinazione tra conoscenza approfondita dell’apparato militare e consapevolezza delle sfide contemporanee posiziona Roos come la figura più adatta per questa fase di trasformazione accelerata della difesa nazionale”, prosegue Gobbi.
Per quanto attiene alla definizione dei ruoli, Gobbi precisa infine che “non è più l’epoca dei “sottosegretari alla Difesa”: il comandante dell’esercito dovrà concentrarsi sugli aspetti strettamente operativi e militari, assumendo il suo ruolo naturale di primus inter pares nel coordinamento della condotta delle forze armate. I rapporti politici, la comunicazione istituzionale e la gestione dei grandi contratti a livello strategico devono rimanere saldamente nelle mani del capo del dipartimento. Solo questa separazione di competenze può evitare che future difficoltà tecniche si trasformino automaticamente in crisi politiche, come purtroppo abbiamo visto di recente”.

Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 28 settembre 2025 de Il Mattino della domenica