Una mossa preventiva per tentare di limitare contagi e quarantene

Una mossa preventiva per tentare di limitare contagi e quarantene

Il direttore del DI: «Con Ambrì e Lugano stiamo valutando eventuali aiuti puntuali»

Vista l’evoluzione della pandemia in Ticino, giudicata «preoccupante», il Consiglio di Stato ha adottato nuove misure anche nell’ambito dei grandi eventi sportivi e culturali (con più di 1.000 spettatori).
Durante la riunione di lunedì, l’Esecutivo ha deciso di introdurre da subito alcune restrizioni che limiteranno in particolare l’hockey su ghiaccio.
«Fino a metà dicembre il Ticino era uno dei Cantoni con l’incidenza più bassa a livello nazionale, ma l’arrivo della variante Omicron ha rapidamente portato a un peggioramento della situazione epidemiologica », sottolinea Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni. «Visto l’elevato numero di contagi giornalieri, era necessario agire ». Al momento l’impatto delle infezioni sul settore ospedaliero rimane limitato, eppure le quarantene e gli isolamenti (circa 25.000 persone in Ticino stanno vivendo questa condizione) stanno cominciando a influenzare alcuni servizi essenziali e le attività economiche. Di qui, dunque, la mossa preventiva del Governo, che non ha aspettato le (eventuali) decisioni del Consiglio federale. Le misure saranno valide da subito e almeno fino al 16 gennaio.
«Entro quella data potremo capire l’impatto delle nuove misure», spiega Gobbi. Da notare che anche il circo Knie, in arrivo in questi giorni in Ticino per una serie di serate, dovrà sottostare alle stesse regole previste dai grandi eventi. A essere penalizzati dalle nuove misure cantonali sono però Ambrì e Lugano, che subiranno un danno economico. «Assieme alle società stiamo cercando di capire se c’è margine per qualche aiuto puntuale », ribadisce il consigliere di Stato. «Tuttavia, queste misure si traducono in un mancato incasso: e un mancato incasso non è coperto, in tutti gli ambiti. I casi di rigore riguardano misure particolari. In passato sono state coperte solo le spese sostenute per rafforzare il dispositivo di protezione. Ma in questo caso i club non hanno dovuto sostenere un simile investimento». 

Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 5 gennaio 2022 del Corriere del Ticino